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#136 – Lavorare da casa

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In questo periodo strano, in molti hanno iniziato a lavorare da casa facendo quello che è chiamato in vari modi: telelavoro, lavoro agile, smart-working. Il concetto di base è che si sta a casa e con un PC ci si collega alle risorse dell'azienda per poter lavorare, senza essere fisicamente in ufficio. Qualche consiglio e qualche spiegazione tecnica per affrontare al meglio questi giorni

Pillole di Bit (https://www.pilloledib.it/) è un podcast indipendente realizzato da Francesco Tucci, se vuoi metterti con contatto con me puoi scegliere tra diverse piattaforme: - Telegram (o anche solo il canale dedicato solo ai commenti delle puntate) - TikTok (per ora è un esperimento) - Twitter - BlueSky - Il mio blog personale ilTucci.com - Il mio canale telegram personale Le Cose - Mastodon personale - Mastodon del podcast - la mail (se mi vuoi scrivere in modo diretto e vuoi avere più spazio per il tuo messaggio) Rispondo sempre Se questo podcast ti piace, puoi contribuire alla sue realizzazione! Con una donazione diretta: - Singola con Satispay - Singola o ricorrente con Paypal Usando i link sponsorizzati - Con un acquisto su Amazon (accedi a questo link e metti le cose che vuoi nel carrello) - Attivando uno dei servizi di Ehiweb - Iscrivendoti a FiscoZen, se hai la Partita IVA (prima consulenza gratuita e 50€ di sconto sul primo anno) Se hai donato più di 5€ ricordati di compilare il form per ricevere i gadget!

Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia

Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 136 e io sono, come sempre, Francesco. Introduzione extra E’ un periodo difficile, dove tutti siamo forzati a casa, chi lavorando e chi no. Stare obbligatoriamente a casa non è facile, quando tutti hanno una vita sociale che comporta uscite, svaghi o, banalmente, delle passeggiate in compagnia. Stare a casa con dei bambini che di star tranquilli non ne hanno voglia è ancora più difficile, li si deve gestire e se in contemporanea si deve lavorare, non potendo invitare la nonna o portarli da lei, la cosa è ancora più faticosa. Far passare il tempo potrebbe essere complicato, in ogni caso. Con Pillole di Bit avete un po’ di audio da ascoltare, le vecchie puntate raramente sono invecchiate in modo tale da non essere più attuali e se qualche amico vi chiede un consiglio su come passare il tempo, passare un link è immediato e fa felice lui e me. Grazie! Anche io sto lavorando da casa, ma purtroppo, dovendo gestire personale non tecnico che deve lavorare anch’esso da casa, passo le mie giornate al telefono, pertanto la mia idea di uscire con qualche puntata extra per riempire le vostre giornate è andata un po’ a pallino. Mi dispiace e vi assicuro che se trovo un buco in più qualche puntata extra la registro, di argomenti ne ho a bizzeffe. E se voi volete qualcosa di specifico, i modi per chiederlo li avete, chiedete e, se ne sono in grado, tro su una puntata. Dai, iniziamo la puntata. In questo periodo di limitata mobilità, tutti parlano del lavoro da casa, ma da quel che sento in giro, mi pare che molta gente non abbia capito cosa sia effettivamente il lavoro in remoto e come lo si possa affrontare, senza che diventi un problema serio per chi lavora a casa e per chi sta vicino. In questa puntata, figlia dell’isolamento da coronavirus, andrò ad analizzare un po’ di cose tecniche e meno tecniche per non dover patire troppo il lavoro in casa. Partiamo dall’attrezzatura. E’ importante che il computer con il quale dovrete lavorare da casa vi venga fornito dall’azienda, non esponetevi mai dicendo “non c’è problema, a casa ho il mio PC, posso usare quello”. E’ un problema per voi e per l’azienda stessa. Quindi NO. Se il vostro PC, per un motivo qualunque ha qualche schifezza installata, come un virus o un malware e, una volta connesso in VPN questo malware infetterà tutta la rete aziendale, beh, potrebbe essere un gran problema. Un problema per l’azienda e anche per voi, che siete stati il veicolo dell’infezione. Quindi ripeto: fatevi dare il PC aziendale con la connessione già configurata. Se per qualche motivo vi invitano caldamente a usare il vostro PC personale fatevi fare una lettera dove vi scaricano dalle responsabilità di danni generati dalle condizioni del vostro PC sulla rete aziendale. Va da sé che per lavorare in remoto è necessario che abbiate una connessione ad Internet, potete usare quella che avete normalmente a casa, collegando il PC aziendale a quella, oppure vi potete far dare un telefono da usare in tethering o una di quelle saponette con una batteria e una SIM dati all’interno. Senza una connessione ad Internet non si può lavorare da remoto, questo deve essere un concetto molto chiaro. Se avete una connessione ADSL non vi preoccupate, non avrete un costo aggiuntivo in bolletta se la utilizzate per lavorare da casa. Ricordatevi che nessun sistemista o tecnico dell’azienda potrà darvi una mano a collegare il PC alla vostra WiFi di casa, la password dovete saperla voi e nessuno potrà mai collegarsi al vostro PC per darvi assistenza se questo non è collegato ad Internet. Una buona parte dei servizi aziendali ormai possono essere usati con un PC connesso ad Internet, soprattutto se avete il pacchetto di mail e collaboration in cloud, come Google G Suite o Office 365, una volta collegato il PC ad Internet potrete leggere e inviare mail senza troppi problemi. Se invece avete bisogno di accedere a risorse interne aziendali vi verrà fornita una connessione VPN che, una volta avviata, vi permetterà di utilizzare server interni come ad esempio un gestionale, la intranet o un server dove ci sono le cartelle condivise, esattamente come se foste in azienda. O quasi. Tutto dipende dalla velocità della connettività di casa vostra, non tanto il download, che ormai, se non siete in una zona disagiata, supera spesso i 10Mbps, ma la velocità in upload potrebbe essere il vero problema, che con le ADSL, potrebbe essere davvero molto bassa, anche meno di 1Mbps. Solitamente, quando chiedo a un collega “che contratto hai per la connettività di casa?”, la risposta tipica è “e io che ne so?”. Male. Visto che pagate per un servizio, è bene sapere per che tipo di servizio state pagando. Attualmente, nel 2020, le connessioni possono essere di 5 tipi diversi: cavo, ADSL: download tipico fino a 20Mbps, upload raramente superiore a 2Mbps cavo, FTTC, fibra fino all’armadio di strada, per cavetto ddi rame: download fino a 200Mbps, upload fino a 20-30Mbps cavo, FTTH, fibra fino in casa, download fino a 1Gbps e upload fino a 500Mbps 4G, velocità molto molto variabili, paragonabili circa a una FTTC, a seconda del carico della cella Antenna wireless: download fino a 100Mbps e upload massimo di circa 10Mbps Con velocità di upload inferiori a 10Mbps, lavorare su un file molto grosso su un server aziendale potrebbe portare lunghe e noiose attese, soprattutto se in casa non siete l’unica persona a usare la connessione. Se possibile, fatevene una copia sul PC, ci lavorate e poi a fine giornata lo rimettete sul server. Ricordatevi di farlo. Parlate con i colleghi prima di prendere il file da usare. Preferite le comunicazioni via chat, ormai tutte le aziende hanno un loro sistema di messaggistica interna. Romperete meno le scatole a chi sta a casa con voi. Se proprio non potete fare a meno delle chiamate a voce, e io sono uno di quelli, visto che in un giorno di 8 ore lavorative, ne passo almeno 4 al telefono, procuratevi un buon paio di cuffie, così da evitare di avere il telefono appoggiato all’orecchio tutto il giorno. Se vi chiamano spesso, mettete il telefono in modalità silenziosa, sarete sicuramente meno molesti in casa tra squilli e notifiche. Ricordatevi che chi sta in ufficio con voi condivide il lavoro con voi, chi condivide l’appartamente no, magari potrebbe tollerare poco un telefono che squilla in continuazione. Anche le continue notifiche dei messaggi sono oltremodo fastidiose. Sceglietevi una postazione e usate quella per lavorare, non occupate tutto l’appartamento con cose di lavoro, così quando avrete finito, la casa tornerà ad essere casa e non sarà ufficio per una o più settimane continuative, giorno e notte. Lavorare in pigiama nel letto è male, ma anche seduti al tavolo. Insomma, si lavora senza pigiama. Alzatevi alla solita ora, fate colazione, vestitevi e sistematevi, come se doveste uscire o un po’ più comodi. Lavorare a casa in pigiama con i capelli arruffati o la barba incolta per una settimana porta solo all’abbrutimento. E non fate una bella figura se dovete fare delle videoconferenze. Tra parentesi, una videoconferenza con il video di tutti i connessi occupa una banda enorme rispetto a una con il solo audio. Cercate di evitare il video e vi accorgerete che l’audio si sente decisamente meglio. Se non vivete da soli, per fare le videoconferenze, usare delle cuffie, così evitate di disturbare chiunque o di far sentire a tutti discorsi che magari dovrebbero rimanere riservati nell’ambiente lavorativo. Impegnatevi a lavorare il tempo giusto, stando a casa è facile essere portati a lavorare da appena svegli a subito prima e anche dopo cena. No. Rispettate l’orario e fuori da quello non rispondete a telefono, mail o chat. Questa è difficile e spesso neanche io ci riesco. Mi torna comodo e soprattutto utile a fine orario chiudere tutte le connessioni di lavoro e far sparire ogni oggetto lavorativo dalla mia scrivania, metto anche il telefono in modalità non disturbare. Non passate le giornate a mangiare davanti al PC. Non è igienico per il PC e non è igienico per il cervello. Al PC si lavora e lo si deve mantenere in una condizione decente, se si vuole fare uno spuntino, ci si alza e lo si fa. Uno, non uno ogni 5 minuti. Questo lo dico anche per me. Nel rispetto del materiale che vi ha fornito l’azienda, ricordatevi che il PC portatile teme tutti i liquidi, le briciole, il pelo del gatto, la saliva e i denti del cane e ogni cosa che lo potrebbe rompere, ungere o fargli fare cose per il quale non è stato progettato. L’azienda, in questo periodo difficile, magari ha anche dovuto fare uno sforzo extra per procurarvelo e prepararvelo, abbiatene rispetto e trattatelo bene. Quindi non usatelo dopo aver mangiato le patatine senza prima esservi lavati le mani, ad esempio. E’ un bene aziendale che non va condiviso con la famiglia, non ci vanno installati i giochi del figlio e no, non va utilizzato per giocare la sera a counter strike, per tutte queste cose usate il vostro PC. Perché se poi fate qualche pasticcio e dovete tornare in ufficio per farvelo mettere a posto un po’ vi sta bene. Su questo sono un po’ talebano, prendetemi così. I contatti Trovate tutti i contatti e i modi per sostenermi in questo progetto direttamente nelle note di questa puntata o sul sito www.pilloledib.it, mi trovate su twitter, nel gruppo telegram, il canale che preferisco e che ormai conta più di 240 iscritti, oppure via mail, se volete scrivere di più o in modo privato. Se volete sostenermi con 5€ o più, compilate il form e vi spedisco gli adesivi a casa. Grazie a chi ha donato in questa settimana! Il tip come dicono tutti, in questi giorni, è necessario fare i bravi, fermarsi e stare a casa. Uscire solo per andare al lavoro, se non si può lavorare da casa, e fare la spesa, per il resto tutti a casa. Ho detto casa un numero sufficiente di volte? Godetevi la famiglia, la tranquillità, la lentezza, il silenzio. magari, quando tutto sarà finito, ce la prenderemo tutti un po’ più comoda perché si vive meglio. Se siete a casa e volete fare una videocall senza usare un software di Google, Microsoft, Cisco o altri e soprattutto ne volete usare uno gratuito e open source, andate a provare Jitsi Meet, il link lo trovate nelle note dell’episodio, l’ho provato e funziona gran bene. Se siete un po’ smanettoni potete anche installarvi il server a casa vostra ed essere autonomi e privati al 100%. Funziona anche sugli smartphone. Ovviamente funziona alla grande anche se le videochiamate le volete fare con i vostri cari. Accedete al sito, create la stanza virtuale, mandate il link all’amico, il genitore, la nonna, basta che abbiano un PC connesso a internet con una webcam e un microfono ed ecco che vi vedete subito, senza dover installare software o registrarvi a servizi inserendo una mail e una password. Bene è proprio tutto, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata. E ricordate, finché serve, restate a casa. Ciao!
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In questo periodo strano, in molti hanno iniziato a lavorare da casa facendo quello che è chiamato in vari modi: telelavoro, lavoro agile, smart-working. Il concetto di base è che si sta a casa e con un PC ci si collega alle risorse dell'azienda per poter lavorare, senza essere fisicamente in ufficio. Qualche consiglio e qualche spiegazione tecnica per affrontare al meglio questi giorni

Pillole di Bit (https://www.pilloledib.it/) è un podcast indipendente realizzato da Francesco Tucci, se vuoi metterti con contatto con me puoi scegliere tra diverse piattaforme: - Telegram (o anche solo il canale dedicato solo ai commenti delle puntate) - TikTok (per ora è un esperimento) - Twitter - BlueSky - Il mio blog personale ilTucci.com - Il mio canale telegram personale Le Cose - Mastodon personale - Mastodon del podcast - la mail (se mi vuoi scrivere in modo diretto e vuoi avere più spazio per il tuo messaggio) Rispondo sempre Se questo podcast ti piace, puoi contribuire alla sue realizzazione! Con una donazione diretta: - Singola con Satispay - Singola o ricorrente con Paypal Usando i link sponsorizzati - Con un acquisto su Amazon (accedi a questo link e metti le cose che vuoi nel carrello) - Attivando uno dei servizi di Ehiweb - Iscrivendoti a FiscoZen, se hai la Partita IVA (prima consulenza gratuita e 50€ di sconto sul primo anno) Se hai donato più di 5€ ricordati di compilare il form per ricevere i gadget!

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Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 136 e io sono, come sempre, Francesco. Introduzione extra E’ un periodo difficile, dove tutti siamo forzati a casa, chi lavorando e chi no. Stare obbligatoriamente a casa non è facile, quando tutti hanno una vita sociale che comporta uscite, svaghi o, banalmente, delle passeggiate in compagnia. Stare a casa con dei bambini che di star tranquilli non ne hanno voglia è ancora più difficile, li si deve gestire e se in contemporanea si deve lavorare, non potendo invitare la nonna o portarli da lei, la cosa è ancora più faticosa. Far passare il tempo potrebbe essere complicato, in ogni caso. Con Pillole di Bit avete un po’ di audio da ascoltare, le vecchie puntate raramente sono invecchiate in modo tale da non essere più attuali e se qualche amico vi chiede un consiglio su come passare il tempo, passare un link è immediato e fa felice lui e me. Grazie! Anche io sto lavorando da casa, ma purtroppo, dovendo gestire personale non tecnico che deve lavorare anch’esso da casa, passo le mie giornate al telefono, pertanto la mia idea di uscire con qualche puntata extra per riempire le vostre giornate è andata un po’ a pallino. Mi dispiace e vi assicuro che se trovo un buco in più qualche puntata extra la registro, di argomenti ne ho a bizzeffe. E se voi volete qualcosa di specifico, i modi per chiederlo li avete, chiedete e, se ne sono in grado, tro su una puntata. Dai, iniziamo la puntata. In questo periodo di limitata mobilità, tutti parlano del lavoro da casa, ma da quel che sento in giro, mi pare che molta gente non abbia capito cosa sia effettivamente il lavoro in remoto e come lo si possa affrontare, senza che diventi un problema serio per chi lavora a casa e per chi sta vicino. In questa puntata, figlia dell’isolamento da coronavirus, andrò ad analizzare un po’ di cose tecniche e meno tecniche per non dover patire troppo il lavoro in casa. Partiamo dall’attrezzatura. E’ importante che il computer con il quale dovrete lavorare da casa vi venga fornito dall’azienda, non esponetevi mai dicendo “non c’è problema, a casa ho il mio PC, posso usare quello”. E’ un problema per voi e per l’azienda stessa. Quindi NO. Se il vostro PC, per un motivo qualunque ha qualche schifezza installata, come un virus o un malware e, una volta connesso in VPN questo malware infetterà tutta la rete aziendale, beh, potrebbe essere un gran problema. Un problema per l’azienda e anche per voi, che siete stati il veicolo dell’infezione. Quindi ripeto: fatevi dare il PC aziendale con la connessione già configurata. Se per qualche motivo vi invitano caldamente a usare il vostro PC personale fatevi fare una lettera dove vi scaricano dalle responsabilità di danni generati dalle condizioni del vostro PC sulla rete aziendale. Va da sé che per lavorare in remoto è necessario che abbiate una connessione ad Internet, potete usare quella che avete normalmente a casa, collegando il PC aziendale a quella, oppure vi potete far dare un telefono da usare in tethering o una di quelle saponette con una batteria e una SIM dati all’interno. Senza una connessione ad Internet non si può lavorare da remoto, questo deve essere un concetto molto chiaro. Se avete una connessione ADSL non vi preoccupate, non avrete un costo aggiuntivo in bolletta se la utilizzate per lavorare da casa. Ricordatevi che nessun sistemista o tecnico dell’azienda potrà darvi una mano a collegare il PC alla vostra WiFi di casa, la password dovete saperla voi e nessuno potrà mai collegarsi al vostro PC per darvi assistenza se questo non è collegato ad Internet. Una buona parte dei servizi aziendali ormai possono essere usati con un PC connesso ad Internet, soprattutto se avete il pacchetto di mail e collaboration in cloud, come Google G Suite o Office 365, una volta collegato il PC ad Internet potrete leggere e inviare mail senza troppi problemi. Se invece avete bisogno di accedere a risorse interne aziendali vi verrà fornita una connessione VPN che, una volta avviata, vi permetterà di utilizzare server interni come ad esempio un gestionale, la intranet o un server dove ci sono le cartelle condivise, esattamente come se foste in azienda. O quasi. Tutto dipende dalla velocità della connettività di casa vostra, non tanto il download, che ormai, se non siete in una zona disagiata, supera spesso i 10Mbps, ma la velocità in upload potrebbe essere il vero problema, che con le ADSL, potrebbe essere davvero molto bassa, anche meno di 1Mbps. Solitamente, quando chiedo a un collega “che contratto hai per la connettività di casa?”, la risposta tipica è “e io che ne so?”. Male. Visto che pagate per un servizio, è bene sapere per che tipo di servizio state pagando. Attualmente, nel 2020, le connessioni possono essere di 5 tipi diversi: cavo, ADSL: download tipico fino a 20Mbps, upload raramente superiore a 2Mbps cavo, FTTC, fibra fino all’armadio di strada, per cavetto ddi rame: download fino a 200Mbps, upload fino a 20-30Mbps cavo, FTTH, fibra fino in casa, download fino a 1Gbps e upload fino a 500Mbps 4G, velocità molto molto variabili, paragonabili circa a una FTTC, a seconda del carico della cella Antenna wireless: download fino a 100Mbps e upload massimo di circa 10Mbps Con velocità di upload inferiori a 10Mbps, lavorare su un file molto grosso su un server aziendale potrebbe portare lunghe e noiose attese, soprattutto se in casa non siete l’unica persona a usare la connessione. Se possibile, fatevene una copia sul PC, ci lavorate e poi a fine giornata lo rimettete sul server. Ricordatevi di farlo. Parlate con i colleghi prima di prendere il file da usare. Preferite le comunicazioni via chat, ormai tutte le aziende hanno un loro sistema di messaggistica interna. Romperete meno le scatole a chi sta a casa con voi. Se proprio non potete fare a meno delle chiamate a voce, e io sono uno di quelli, visto che in un giorno di 8 ore lavorative, ne passo almeno 4 al telefono, procuratevi un buon paio di cuffie, così da evitare di avere il telefono appoggiato all’orecchio tutto il giorno. Se vi chiamano spesso, mettete il telefono in modalità silenziosa, sarete sicuramente meno molesti in casa tra squilli e notifiche. Ricordatevi che chi sta in ufficio con voi condivide il lavoro con voi, chi condivide l’appartamente no, magari potrebbe tollerare poco un telefono che squilla in continuazione. Anche le continue notifiche dei messaggi sono oltremodo fastidiose. Sceglietevi una postazione e usate quella per lavorare, non occupate tutto l’appartamento con cose di lavoro, così quando avrete finito, la casa tornerà ad essere casa e non sarà ufficio per una o più settimane continuative, giorno e notte. Lavorare in pigiama nel letto è male, ma anche seduti al tavolo. Insomma, si lavora senza pigiama. Alzatevi alla solita ora, fate colazione, vestitevi e sistematevi, come se doveste uscire o un po’ più comodi. Lavorare a casa in pigiama con i capelli arruffati o la barba incolta per una settimana porta solo all’abbrutimento. E non fate una bella figura se dovete fare delle videoconferenze. Tra parentesi, una videoconferenza con il video di tutti i connessi occupa una banda enorme rispetto a una con il solo audio. Cercate di evitare il video e vi accorgerete che l’audio si sente decisamente meglio. Se non vivete da soli, per fare le videoconferenze, usare delle cuffie, così evitate di disturbare chiunque o di far sentire a tutti discorsi che magari dovrebbero rimanere riservati nell’ambiente lavorativo. Impegnatevi a lavorare il tempo giusto, stando a casa è facile essere portati a lavorare da appena svegli a subito prima e anche dopo cena. No. Rispettate l’orario e fuori da quello non rispondete a telefono, mail o chat. Questa è difficile e spesso neanche io ci riesco. Mi torna comodo e soprattutto utile a fine orario chiudere tutte le connessioni di lavoro e far sparire ogni oggetto lavorativo dalla mia scrivania, metto anche il telefono in modalità non disturbare. Non passate le giornate a mangiare davanti al PC. Non è igienico per il PC e non è igienico per il cervello. Al PC si lavora e lo si deve mantenere in una condizione decente, se si vuole fare uno spuntino, ci si alza e lo si fa. Uno, non uno ogni 5 minuti. Questo lo dico anche per me. Nel rispetto del materiale che vi ha fornito l’azienda, ricordatevi che il PC portatile teme tutti i liquidi, le briciole, il pelo del gatto, la saliva e i denti del cane e ogni cosa che lo potrebbe rompere, ungere o fargli fare cose per il quale non è stato progettato. L’azienda, in questo periodo difficile, magari ha anche dovuto fare uno sforzo extra per procurarvelo e prepararvelo, abbiatene rispetto e trattatelo bene. Quindi non usatelo dopo aver mangiato le patatine senza prima esservi lavati le mani, ad esempio. E’ un bene aziendale che non va condiviso con la famiglia, non ci vanno installati i giochi del figlio e no, non va utilizzato per giocare la sera a counter strike, per tutte queste cose usate il vostro PC. Perché se poi fate qualche pasticcio e dovete tornare in ufficio per farvelo mettere a posto un po’ vi sta bene. Su questo sono un po’ talebano, prendetemi così. 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