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Detrazioni fiscali e tracciabilità dei pagamenti: le novità

16:52
 
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Dal 2020, per poter usufruire della detrazione IRPEF del 19%, i contanti potranno essere utilizzati solo per gli acquisti dei medicinali, dei dispositivi medici e per le prestazioni sanitarie erogate in strutture pubbliche o accreditate al servizio sanitario nazionale. Per le altre spese previste dall’art. 15 del TUIR sarà necessario effettuare il pagamento per mezzo tracciabile.
La prova del pagamento con mezzo tracciabile
La risposta n. 230 a un interpello resa il 29 luglio, l’Agenzia delle Entrate pare imporre ai contribuenti oneri documentali assolutamente non previsti dalle Legge di Bilancio, soprattutto nei casi di utilizzo dei sistemi di moneta elettronica, come app, wallet, ma anche carte di credito. L'Agenzia delle Entrate ha ritenuto infatti che tale metodo di pagamento possa soddisfare i requisiti di tracciabilità stabiliti dal comma 679, art. 1, Legge n. 160/2019, a condizione che dalle rilevazioni contabili del conto corrente della banca, a cui l'Istituto di moneta elettronica è collegato, sia possibile garantire la tracciabilità e l'identificazione dell'autore del pagamento al fine dei controlli.
La spesa va provata quindi:
•con il documento di spesa (fattura o scontrino);
•con l’estratto conto della banca e, nel caso in cui da tale documento non si evincano tutte le informazioni necessarie, anche con la copia delle ricevute dei pagamenti presenti nell’app.
Le spese per i familiari a carico
I problemi si pongono anche nei casi in cui il mezzo di pagamento utilizzato non è quello riconducibile al titolare della spesa, come ad esempio nel caso in cui un figlio paghi con proprio strumento tracciabile una spesa per conto del genitore anziano sprovvisto di tale mezzo, e sia nel caso in cui le spese intestate ai figli a carico vengano sostenute da entrambi i genitori ma attraverso lo strumento tracciabile di uno solo.
Per approfondire l’argomento clicca e ascolta il podcast di QuiFinanza a cura del Dottor Davide Giampietri, Dottore Rag. Commercialista, Revisore Legale, in collaborazione con Fisco7.
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20 episodi

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La prova del pagamento con mezzo tracciabile
La risposta n. 230 a un interpello resa il 29 luglio, l’Agenzia delle Entrate pare imporre ai contribuenti oneri documentali assolutamente non previsti dalle Legge di Bilancio, soprattutto nei casi di utilizzo dei sistemi di moneta elettronica, come app, wallet, ma anche carte di credito. L'Agenzia delle Entrate ha ritenuto infatti che tale metodo di pagamento possa soddisfare i requisiti di tracciabilità stabiliti dal comma 679, art. 1, Legge n. 160/2019, a condizione che dalle rilevazioni contabili del conto corrente della banca, a cui l'Istituto di moneta elettronica è collegato, sia possibile garantire la tracciabilità e l'identificazione dell'autore del pagamento al fine dei controlli.
La spesa va provata quindi:
•con il documento di spesa (fattura o scontrino);
•con l’estratto conto della banca e, nel caso in cui da tale documento non si evincano tutte le informazioni necessarie, anche con la copia delle ricevute dei pagamenti presenti nell’app.
Le spese per i familiari a carico
I problemi si pongono anche nei casi in cui il mezzo di pagamento utilizzato non è quello riconducibile al titolare della spesa, come ad esempio nel caso in cui un figlio paghi con proprio strumento tracciabile una spesa per conto del genitore anziano sprovvisto di tale mezzo, e sia nel caso in cui le spese intestate ai figli a carico vengano sostenute da entrambi i genitori ma attraverso lo strumento tracciabile di uno solo.
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