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Il PAZZESCO MIRACOLO della GRECIA ||| EURO 2004

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🧿 Il PAZZESCO MIRACOLO della GRECIA ||| EURO 2004 🧿 11 ottobre 2003. Atene. Un caldo sabato sera di inizio autunno. Dentro il vecchio stadio Nikolaidis, storico catino del Panathinaikos, sta per andare in scena una partita storica. La Grecia si gioca, per la prima volta dopo ventitré anni, l’accesso alla fase finale del Campionato d’Europa. Avversario: l’Irlanda del Nord. É l’ultimo match del girone. Un solo punto divide i biancoblu di Atene dalla strafavorita Spagna. Le Furie Rosse giocano in Armenia, ma oltre alla vittoria, scontata, devono sperare che la Grecia perda o almeno pareggi. Nessuno, il 7 settembre dell’anno prima, si sarebbe aspettato un testa a testa del genere. L’atmosfera è bollente, come da classica tradizione ellenica, e la partita ricalca il copione che ci si aspettava. Padroni di casa “tirati” e nervosi, biancoverdi di Belfast senza più nulla da chiedere, che se la giocano alla loro maniera. Fisico e ripartenze. A onor del vero, di azioni nordirlandesi ce ne saranno poche durante il match. Perché i greci, nonostante la tensione, giocano meglio. Soprattutto nel secondo tempo, quando l’orologio della storia del calcio biancoblu segna il minuto 69. Zisis Vryzas. La punta del Perugia, a tu per tu con il portiere avversario, viene steso da McCarthy. Rigore e cartellino rosso. Il numero 10 della Grecia, l’ex Siviglia Vasilios Tsiartas, la mette precisa precisa nell’angolino destro. 1 a 0. La partita, di fatto, finisce lì. La festa della Grecia comincia. Sono a Euro 2004. Andranno in Portogallo. Già, ma la domanda è come ha fatto una squadra tutto sommato mediocre ad arrivare prima nel girone di qualificazione, davanti alla Spagna dei vari Raul, Morientes, Casillas, Xavi. L’uomo del destino è un tedesco di 65 anni, alla prima esperienza estera e specialista nei “miracoli calcistici”. Si chiama Otto Rehhagel. Allena la nazionale da due anni. Si siede sulla panchina dei biancoblu per la prima volta nell’Ottobre del 2001. La squadra è in crisi. Non giocano un torneo dal ’94, quando uscirono dal Mondiale americano dopo tre partite, zero gol e, soprattutto, zero punti. Per il resto, pochi sorrisi e tante delusioni. Proprio come la prima partita di Rehhagel. Un 5 a 1 in Finlandia, con 4 gol presi in mezz’ora. Ma Otto non è tipo da demoralizzarsi facilmente. Ha guidato per quasi quindici anni il Werder Brema, portandolo a vincere campionato, coppa nazionale e Coppa delle Coppe.

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