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#3 Bias cognitivi e Leadership interiore. Parte III di III

19:00
 
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Abbiamo chiuso la scorsa puntata dicendo che se il bias in noi e negli altri viene intercettato e lasciato andare, questo ci aiuta sempre di più a cogliere l’essenza di quello che siamo e quindi a separare il pensiero che nasce dalle nostre credenze rispetto alla realtà.

Quello che siamo è dentro di noi e quindi abbiamo detto che se facciamo questi passi stiamo lavorando sul vero mondo, che non è quello fuori.

Questo è uno di quegli aspetti che ripeterò spesso e sul quale lavoreremo, perché scoprire chi siamo e quale sia il vero mondo è il nostro unico scopo.

E’ anche un aspetto delicato perché tutti noi crediamo di sapere chi siamo e come dicevamo in chiusura dell’altra puntata, il nostro tempo è speso a cercare di cambiare il mondo fuori.

Cosa vuol dire confondere il fuori con il dentro?

Per noi il dentro cos’è? Per molti di noi il dentro è l’insieme di reazioni fisiche, ormonali, neurali, la risposta del nostro sistema nervoso e di altri sistemi del corpo; il dentro è fatto di emozioni, ma non ci rendiamo conto che esse sono chimica. Questo crea pensiero, esperienze, apprendimento e quindi un nostro modo di essere.

Bene vi chiedo, ma come fa questo ad essere il nostro vero dentro se non è altro che la risposta e reazione, appresa nel tempo, di quello che c’è fuori?

I bias galleggiano perfettamente in queste reazioni della nostra mente rispetto all’esterno, perché è sulla base di questo apprendimento che sono emersi in noi; come ho già detto non sarebbe corretto fermarsi qui perché questo è karma, vite passate, ma non voglio entrarci visto che non è detto sia tra noi condiviso, ma pensate semplicemente alla vostra famiglia, cultura locale, nazionale, all’ambiente che frequentate; questi ci hanno plasmato da sempre e in un certo senso anche da prima di nascere visto che siamo appunto nati in un certo ambiente culturale e non in un altro.

Quello che pensiamo di essere e provare è un'elaborazione di quello che c’è fuori o quello che c’è fuori è una elaborazione di quello che la nostra mente esprime…questo punto diventerebbe troppo metafisico ed è un pò come “e’ nato prima l’uovo o la gallina” e quindi non ci entriamo.

A differenza degli altri esseri viventi noi abbiamo un livello di coscienza (divina e universale) più elevato e siamo dotati di ego che non è altro che questa coscienza che si identificato con corpo, mente, pensieri, identità voglie etc etc. Come scrivo nel mio libro questa è la nostra grande possibilità perché?

Perchè tutta questa chimica, questa natura che si muove in noi, la possiamo discernere con la ragione.

Questo fa di noi una forma incarnata di coscienza universale mezza sveglia e mezza addormentata in quanto non siamo in grado di staccare la ragione dalla nostra natura e arrivare ad una completa consapevolezza, ma non siamo neanche completamente governati dalla natura come gli altri animali. Ognuno di noi è a livelli differenti, ma tutti avremmo la possibilità potenziale di svegliarci completamente.

Cosa c’è dentro quindi? Ognuno di noi deve trovare la risposta e questa è la consapevolezza.

Il dentro emerge sempre di più quando ci rendiamo conto che i nostri costrutti mentali e le conclusioni alle quali arriviamo sono la superficie, come la schiuma in un bel cappuccino, quando la togliamo delicatamente con il cucchiaino rimane la sostanza sotto e soprattutto rimane la tazza. Come non buttiamo la schiuma, ma la assaporiamo anche se la sostanza è il caffè sotto, allo stesso modo possiamo assaporare bias e tutte le esperienze materiali e mentali della vita.

Dovremmo diventare sempre più bravi ad ascoltare tutto questo in noi e negli altri, perché questo crea empatia, comprensione e se portato in un assetto strategico, ad esempio di comunicazione e modello di relazione, diventa uno strumento per la crescita personale, di team ed aziende e per produrre beni e servizi non di consumo, ma di crescita.

Se non facciamo tutto questo e ci limitiamo a cambiare tattica (che ripeto nuovamente serve comunque), ci limitiamo a cambiare la schiuma del nostro cappuccino, ma la sostanza e la tazza restano quelle.

Infine vi lascio con un tranello che risolverete da soli: ci avete mai pensato che il bias è anche positivo? Sono quelli che noi chiamiamo valori, ma che spesso hanno causato grandi danni personali e sociali. Anche i nostri valori, quando derivano dal nostro ego e non dalla sostanza di tutto, dall’amore, andrebbero approcciati così.

Music from Uppbeat (free for Creators!):
https://uppbeat.io/t/icosphere/spark

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Quello che siamo è dentro di noi e quindi abbiamo detto che se facciamo questi passi stiamo lavorando sul vero mondo, che non è quello fuori.

Questo è uno di quegli aspetti che ripeterò spesso e sul quale lavoreremo, perché scoprire chi siamo e quale sia il vero mondo è il nostro unico scopo.

E’ anche un aspetto delicato perché tutti noi crediamo di sapere chi siamo e come dicevamo in chiusura dell’altra puntata, il nostro tempo è speso a cercare di cambiare il mondo fuori.

Cosa vuol dire confondere il fuori con il dentro?

Per noi il dentro cos’è? Per molti di noi il dentro è l’insieme di reazioni fisiche, ormonali, neurali, la risposta del nostro sistema nervoso e di altri sistemi del corpo; il dentro è fatto di emozioni, ma non ci rendiamo conto che esse sono chimica. Questo crea pensiero, esperienze, apprendimento e quindi un nostro modo di essere.

Bene vi chiedo, ma come fa questo ad essere il nostro vero dentro se non è altro che la risposta e reazione, appresa nel tempo, di quello che c’è fuori?

I bias galleggiano perfettamente in queste reazioni della nostra mente rispetto all’esterno, perché è sulla base di questo apprendimento che sono emersi in noi; come ho già detto non sarebbe corretto fermarsi qui perché questo è karma, vite passate, ma non voglio entrarci visto che non è detto sia tra noi condiviso, ma pensate semplicemente alla vostra famiglia, cultura locale, nazionale, all’ambiente che frequentate; questi ci hanno plasmato da sempre e in un certo senso anche da prima di nascere visto che siamo appunto nati in un certo ambiente culturale e non in un altro.

Quello che pensiamo di essere e provare è un'elaborazione di quello che c’è fuori o quello che c’è fuori è una elaborazione di quello che la nostra mente esprime…questo punto diventerebbe troppo metafisico ed è un pò come “e’ nato prima l’uovo o la gallina” e quindi non ci entriamo.

A differenza degli altri esseri viventi noi abbiamo un livello di coscienza (divina e universale) più elevato e siamo dotati di ego che non è altro che questa coscienza che si identificato con corpo, mente, pensieri, identità voglie etc etc. Come scrivo nel mio libro questa è la nostra grande possibilità perché?

Perchè tutta questa chimica, questa natura che si muove in noi, la possiamo discernere con la ragione.

Questo fa di noi una forma incarnata di coscienza universale mezza sveglia e mezza addormentata in quanto non siamo in grado di staccare la ragione dalla nostra natura e arrivare ad una completa consapevolezza, ma non siamo neanche completamente governati dalla natura come gli altri animali. Ognuno di noi è a livelli differenti, ma tutti avremmo la possibilità potenziale di svegliarci completamente.

Cosa c’è dentro quindi? Ognuno di noi deve trovare la risposta e questa è la consapevolezza.

Il dentro emerge sempre di più quando ci rendiamo conto che i nostri costrutti mentali e le conclusioni alle quali arriviamo sono la superficie, come la schiuma in un bel cappuccino, quando la togliamo delicatamente con il cucchiaino rimane la sostanza sotto e soprattutto rimane la tazza. Come non buttiamo la schiuma, ma la assaporiamo anche se la sostanza è il caffè sotto, allo stesso modo possiamo assaporare bias e tutte le esperienze materiali e mentali della vita.

Dovremmo diventare sempre più bravi ad ascoltare tutto questo in noi e negli altri, perché questo crea empatia, comprensione e se portato in un assetto strategico, ad esempio di comunicazione e modello di relazione, diventa uno strumento per la crescita personale, di team ed aziende e per produrre beni e servizi non di consumo, ma di crescita.

Se non facciamo tutto questo e ci limitiamo a cambiare tattica (che ripeto nuovamente serve comunque), ci limitiamo a cambiare la schiuma del nostro cappuccino, ma la sostanza e la tazza restano quelle.

Infine vi lascio con un tranello che risolverete da soli: ci avete mai pensato che il bias è anche positivo? Sono quelli che noi chiamiamo valori, ma che spesso hanno causato grandi danni personali e sociali. Anche i nostri valori, quando derivano dal nostro ego e non dalla sostanza di tutto, dall’amore, andrebbero approcciati così.

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