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Podcast LUNA ROSSA Plaquette Monografica Bestiario ispanoamericano 2018

28:11
 
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Gli animali fantastici con la loro essenza ibrida hanno sempre affascinato l’immaginazione umana e, nonostante appartengano alla sfera del meraviglioso, dell’eccedenza fantastica, sono stati catalogati nei bestiari di tutti i tempi. La tradizione del bestiario è molto fiorente nei primi secoli del Medioevo ed una fauna ibrida pullula sui portali di pietra delle cattedrali romaniche e gotiche. Nell’animo umano c’è da sempre un bisogno di sperimentare l’azzardo, l’eccesso, attraverso l’incongruenza di accostamenti impossibili. L’essenza magica di creature misteriose e paradossali accende la fantasia ed offre un ricco materiale simbolico. Nel “Fisiologo”, piccola e preziosa opera di autore ignoto, redatta ad Alessandria d’Egitto tra il II e IV secolo, compaiono esseri meravigliosi come il caradrio, le sirene, gli ippocentauri, il leone-formica, l’unicorno, l’icneumone, la salamandra, esseri che possiedono molte proprietà particolari che divengono metafore evidenti di alcune condizioni dell’essere e simboli di un percorso spirituale. Anche nelle Etimologie di Isidoro di Siviglia, (opera del VII secolo), l’undicesimo e il dodicesimo libro descrivono mostri ed esseri immaginari, ma per tutto il Medioevo abbiamo una ricca tradizione di bestiari che contengono descrizioni di creature fantastiche, accompagnandole da accostamenti e riferimenti alla Bibbia. Questa fascinazione per la natura complessa di questi esseri ibridi nei quali divino, bestiale ed umano si mischiano insieme dando luogo ad accostamenti incongrui, giunge fino ai giorni nostri ed acquista una particolare vitalità nella cultura ispanoamericana; essa attraversa tutto il XX secolo: nel 1951 viene pubblicato il “Bestiario” di Julio Cortazar, sicuramente uno dei più famosi della storia della letteratura anche se, per ironia della sorte, non si tratta di un bestiario in piena regola, ma piuttosto di una raccolta di racconti fantastici. Jorge Luis Borges nel 1957 pubblica insieme a Margarita Guerrero il “Manuale di zoologia fantastica”, una vera e propria enciclopedia di esseri immaginari.Nel XXI secolo la produzione di bestiari ispanoamericani è fiorentissima, come testimonia questa raccolta di artisti straordinari che riescono ad assemblare insieme immagini, simboli, leggende e tradizioni attraverso una mirabile sintesi di eleganza immaginativa. Il Cenparro di Mariangeles Abelli Bonardi, il Tuguatea di Teresita Aguilar Mirambell, la Liesadua di Celina Aste, il Murcuindillo di Gladys Cepeda, il Panallo di Alexandra Jamieson, il Tencostija di Juan Manuel Montes, la Momoana di Norah Scarpa, l’Aguardo di Claudia Cortalezzi, l’Ocekaral, il Pereya e il Pumadù di Patricia Nasello, il Pelolo di Javier Perucho, il Vevogo di Rogelio Ramos Signes, il Comadilla di Roberto Resendiz Carmona, la Caciela di Perla Rivera, la Purrona di Eugenia Toledo Renner, il Tasotì di Marisol Vera Guerra, il Quetpirro di Laura Elisa Vizcaino, ci catturano con la loro originalità e con la loro complessità enigmatica. E’ davvero un campionario entusiasmante, sia per l’originalità degli accostamenti, sia per la capacità artistica degli autori di raccontare la dimensione metafisica della natura di questi esseri. Le loro opere sono intertestuali, e sperimentano il continuo espandersi dei confini della coscienza attraverso la frequentazione con queste specie fantastiche di animali. Gli scrittori presenti nella plaquette ci invitano a riflettere su come questi esseri straordinari rivelino l’essenza ibrida insita nella stessa natura dell’umano. Questi animali fantastici ci abitano, popolando la profondità insondabile della nostra psiche. Essi sono prodotti del sogno, della visione, gli stessi che furono cari al surrealismo ed alla metafisica e si affacciano alla nostra coscienza perché hanno qualcosa da dirci. Noi dobbiamo ascoltarli ed accoglierli perché ci rivelano a noi stessi. [...]
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Gli animali fantastici con la loro essenza ibrida hanno sempre affascinato l’immaginazione umana e, nonostante appartengano alla sfera del meraviglioso, dell’eccedenza fantastica, sono stati catalogati nei bestiari di tutti i tempi. La tradizione del bestiario è molto fiorente nei primi secoli del Medioevo ed una fauna ibrida pullula sui portali di pietra delle cattedrali romaniche e gotiche. Nell’animo umano c’è da sempre un bisogno di sperimentare l’azzardo, l’eccesso, attraverso l’incongruenza di accostamenti impossibili. L’essenza magica di creature misteriose e paradossali accende la fantasia ed offre un ricco materiale simbolico. Nel “Fisiologo”, piccola e preziosa opera di autore ignoto, redatta ad Alessandria d’Egitto tra il II e IV secolo, compaiono esseri meravigliosi come il caradrio, le sirene, gli ippocentauri, il leone-formica, l’unicorno, l’icneumone, la salamandra, esseri che possiedono molte proprietà particolari che divengono metafore evidenti di alcune condizioni dell’essere e simboli di un percorso spirituale. Anche nelle Etimologie di Isidoro di Siviglia, (opera del VII secolo), l’undicesimo e il dodicesimo libro descrivono mostri ed esseri immaginari, ma per tutto il Medioevo abbiamo una ricca tradizione di bestiari che contengono descrizioni di creature fantastiche, accompagnandole da accostamenti e riferimenti alla Bibbia. Questa fascinazione per la natura complessa di questi esseri ibridi nei quali divino, bestiale ed umano si mischiano insieme dando luogo ad accostamenti incongrui, giunge fino ai giorni nostri ed acquista una particolare vitalità nella cultura ispanoamericana; essa attraversa tutto il XX secolo: nel 1951 viene pubblicato il “Bestiario” di Julio Cortazar, sicuramente uno dei più famosi della storia della letteratura anche se, per ironia della sorte, non si tratta di un bestiario in piena regola, ma piuttosto di una raccolta di racconti fantastici. Jorge Luis Borges nel 1957 pubblica insieme a Margarita Guerrero il “Manuale di zoologia fantastica”, una vera e propria enciclopedia di esseri immaginari.Nel XXI secolo la produzione di bestiari ispanoamericani è fiorentissima, come testimonia questa raccolta di artisti straordinari che riescono ad assemblare insieme immagini, simboli, leggende e tradizioni attraverso una mirabile sintesi di eleganza immaginativa. Il Cenparro di Mariangeles Abelli Bonardi, il Tuguatea di Teresita Aguilar Mirambell, la Liesadua di Celina Aste, il Murcuindillo di Gladys Cepeda, il Panallo di Alexandra Jamieson, il Tencostija di Juan Manuel Montes, la Momoana di Norah Scarpa, l’Aguardo di Claudia Cortalezzi, l’Ocekaral, il Pereya e il Pumadù di Patricia Nasello, il Pelolo di Javier Perucho, il Vevogo di Rogelio Ramos Signes, il Comadilla di Roberto Resendiz Carmona, la Caciela di Perla Rivera, la Purrona di Eugenia Toledo Renner, il Tasotì di Marisol Vera Guerra, il Quetpirro di Laura Elisa Vizcaino, ci catturano con la loro originalità e con la loro complessità enigmatica. E’ davvero un campionario entusiasmante, sia per l’originalità degli accostamenti, sia per la capacità artistica degli autori di raccontare la dimensione metafisica della natura di questi esseri. Le loro opere sono intertestuali, e sperimentano il continuo espandersi dei confini della coscienza attraverso la frequentazione con queste specie fantastiche di animali. Gli scrittori presenti nella plaquette ci invitano a riflettere su come questi esseri straordinari rivelino l’essenza ibrida insita nella stessa natura dell’umano. Questi animali fantastici ci abitano, popolando la profondità insondabile della nostra psiche. Essi sono prodotti del sogno, della visione, gli stessi che furono cari al surrealismo ed alla metafisica e si affacciano alla nostra coscienza perché hanno qualcosa da dirci. Noi dobbiamo ascoltarli ed accoglierli perché ci rivelano a noi stessi. [...]
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