Cos'è l'effetto spettatore in criminologia?

Accademia di Criminologia

Quando sentiamo parlare di un’aggressione avvenuta in pubblico, spesso restiamo esterrefatti da quella che percepiamo come mancanza di empatia delle persone presenti, le quali non fanno nulla per prestare aiuto alle vittime. Quante volte avremo pensato “possibile che nessuno intervenga? Se ci fossi stato io, di certo avrei dato una mano”. Ma ne siamo davvero così sicuri?
L’effetto spettatore, (in inglese bystander effect), è un fenomeno psicologico che descrive quei casi in cui gli individui non offrono alcun aiuto a una persona in difficoltà, in una situazione d'emergenza, quando sono presenti anche altre persone. In pratica, maggiore è il numero di spettatori, minore è la probabilità che qualcuno di loro offra aiuto.
Questo fenomeno venne dimostrato da John Darley e Bibb Latané nel 1968; in un tipico esperimento, il soggetto è da solo, oppure in un gruppo con altri soggetti. Viene simulata una situazione di emergenza e gli psicologi registrano se qualcuno interviene e, nel caso, il tempo necessario affinché l’intervento avvenga. Ebbene, questi esperimenti dimostrarono che la presenza di altri inibisce l'aiuto. Uno degli esperimenti più famosi vedeva come protagonista una donna in pericolo; i soggetti spettatori erano da soli o con un estraneo o in compagnia di un amico. Ebbene, il 70 per cento degli spettatoti nella condizione "solo" andarono ad aiutare la donna, mentre quando c'erano altre persone nella stanza, estranee o amiche, solo il 40 per cento dei soggetti offrì aiuto.
Un podcast scritto e ideato da Arnaldo Lovecchio, criminologo, cura editoriale Francesco Esposito.
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