Qui un tempo era tutta campagna. Elettorale – Quando in Emilia votava il 96,6%
Serie archiviate ("Feed non attivo" status)
When? This feed was archived on April 15, 2021 13:08 (). Last successful fetch was on February 10, 2020 09:18 ()
Why? Feed non attivo status. I nostri server non sono riusciti a recuperare un feed valido per un periodo prolungato.
What now? You might be able to find a more up-to-date version using the search function. This series will no longer be checked for updates. If you believe this to be in error, please check if the publisher's feed link below is valid and contact support to request the feed be restored or if you have any other concerns about this.
Manage episode 245682361 series 2517760
La prima puntata della terza stagione della trasmissione realizzata in collaborazione con Una foto diversa della Prima Repubblica. Ogni giorno e con l’Istituto di Ricerche Carlo Cattaneo. In studio il Luminoso segretario di UfddPR.og, il professor Marco Valbruzzi, il professor Roberto Grandi e il direttore di Radio Città del Capo, Riccardo Tagliati. In collegamento da Reggio Emilia, Max Collini, cantante e cantore dell’indie vero.
La terza stagione ha per tema le elezioni regionali.
Alle prime elezioni per il consiglio regionale dell’Emilia Romagna i cittadini che andarono al voto furono il 96,6% degli aventi diritto. Il Partito Comunista prese poco meno del 44% (e no, non c’era il maggioritario) e il presidente che poi fu eletto alla guida della giunta, Guido Fanti, mise insieme una squadra di esponenti comunisti e del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. In quel consiglio regionale sedevano 24 consiglieri comunisti, 14 democristiani, 6 socialisti (divisi tra Psi e Psu), 2 repubblicani, 2 Psiup, 1 liberale e 1 missino.
Cinquanta anni dopo l’Emilia Romagna torna al voto, e il mondo è cambiato. Nonostante il crollo delle ideologie, il voto dell’ultimo periodo degli italiani è sempre più ideologico. “Il centro destra in Emilia Romagna può contare su circa un milione di voti sicuri, mentre il centro sinistra su circa 900 mila; i grillini invece possono contare su di uno zoccolo duro di circa 200 mila voti” ha spiegato Marco Valbruzzi dell’Istituto Cattaneo che ha anche sottolineato come le ultime regionali in Umbria abbiano evidenziato la capacità di mobilitazione della destra rispetto alla sinistra. “Un tempo si era convinti che l’alta affluenza portasse ad un aumento dei voti per la sinistra. In Umbria è successo il contrario”. Al voto ideologico, “non basta contrapporre il pragmatismo del fare. Bisogna parlare di futuro” ha sottolineato il professor Grandi.
25 episodi