Artwork

Contenuto fornito da Vanity Fair Italia. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Vanity Fair Italia o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Player FM - App Podcast
Vai offline con l'app Player FM !

Piero Angela - L'origine di una passione

5:33
 
Condividi
 

Manage episode 244770126 series 2559798
Contenuto fornito da Vanity Fair Italia. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Vanity Fair Italia o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
L’infanzia è un acquerello fertile in cui spesso nascono le nostre passioni, quelle che in noi metteranno le radici più profonde a sviluppo futuro, quelle che non potremo proprio esimerci dal seguire, dall’annaffiare, dal coltivare, quelle che, come in questo caso, metteranno ogni mattino foglie nuove da nuovi rami e fiori che si faranno frutti e diventeranno un lavoro, il nostro che ci definirà, per sempre.
Lontani, lontanissimi, in quegli anni Trenta in cui in cielo scoprivano l’esistenza di Plutone e in uno scantinato veniva prodotta la prima pellicola in Technicolor, in quegli anni Trenta in cui Hitler diventava cancelliere tedesco, e in America c’è la Grande Depressione, e in un cinema di Atlanta viene presentato in anteprima mondiale Via Col Vento, così lontano ci porta un uomo che almeno una volta tutti abbiamo amato perché è stato capace di spiegarci – con Superquark in televisione, nei suoi libri – storie complessissime – come l’origine dell’universo, le particelle sub-nucleari, l’evoluzione dell’umanità – con uno sguardo così semplice da confondersi con il nostro.
Nato a Torino il 22 dicembre 1928, papà medico psichiatra antifascista che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò tanti ebrei dai lager insegnandogli a fingersi malati, anche pazzi, cosa importa, così da poterli nascondere nella sua clinica, e mamma che invece «voleva a tutti i costi che studiasse musica», oggi ha un asteroide intestato a suo nome.
Gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Piero Angela.
«Sono stato un bambino molto educato, non ribelle, disciplinato: a scuola andavo bene e se rivedo la mia infanzia è stata un’infanzia semplice, normale, non come tanti scrittori che raccontano dei loro tormenti di ieri che li perseguitano poi per tutta la vita. I miei ricordi sono legati al fare i compiti, alle lezioni, all’essere ubbidiente. A quell’epoca eravamo molto solitari, non c’era niente di quello che c’è oggi, neanche la tv, a dar spettacolo era la radio, si giocava poco, non si usciva mai, men che meno la sera, gli amici venivano a casa. Avevo un padre all’antica, poi, quando sono nato aveva già 54 anni, faceva il medico: la sera andava a letto alle 9 per alzarsi alle 6 del mattino ed era un’età, la mia, in cui si aspettava di crescere, e man mano venivano le cose, banali. Ricordo i pochi giocattoli, due l’anno, uno a Natale e uno al compleanno. Ricordo il Meccano sul quale mi divertivo molto. Il cavallo a dondolo, la divisa del corazziere, insieme al cavallo a dondolo. Erano questi gli oggetti del mio tempo. Poi un giorno i miei mi hanno regalato l’Enciclopedia dei ragazzi. Dieci grandi volumi, dentro un mobiletto con le porte scorrevoli, dove c’era il libro dei perché: il più usurato, quello che andavo a leggere di più, lì è nata la curiosità di sapere, di informarmi. E poi con un’insegnante delle Elementari, che portava in classe esperimenti di fisica sull’elettricità, l’elettrolisi, sulla crescita delle piante, tutte cose che mi hanno lasciato un segno. Se chiudo gli occhi e torno bambino vedo questo».
Un programma di Lavinia Farnese
  continue reading

11 episodi

Artwork
iconCondividi
 
Manage episode 244770126 series 2559798
Contenuto fornito da Vanity Fair Italia. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Vanity Fair Italia o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
L’infanzia è un acquerello fertile in cui spesso nascono le nostre passioni, quelle che in noi metteranno le radici più profonde a sviluppo futuro, quelle che non potremo proprio esimerci dal seguire, dall’annaffiare, dal coltivare, quelle che, come in questo caso, metteranno ogni mattino foglie nuove da nuovi rami e fiori che si faranno frutti e diventeranno un lavoro, il nostro che ci definirà, per sempre.
Lontani, lontanissimi, in quegli anni Trenta in cui in cielo scoprivano l’esistenza di Plutone e in uno scantinato veniva prodotta la prima pellicola in Technicolor, in quegli anni Trenta in cui Hitler diventava cancelliere tedesco, e in America c’è la Grande Depressione, e in un cinema di Atlanta viene presentato in anteprima mondiale Via Col Vento, così lontano ci porta un uomo che almeno una volta tutti abbiamo amato perché è stato capace di spiegarci – con Superquark in televisione, nei suoi libri – storie complessissime – come l’origine dell’universo, le particelle sub-nucleari, l’evoluzione dell’umanità – con uno sguardo così semplice da confondersi con il nostro.
Nato a Torino il 22 dicembre 1928, papà medico psichiatra antifascista che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò tanti ebrei dai lager insegnandogli a fingersi malati, anche pazzi, cosa importa, così da poterli nascondere nella sua clinica, e mamma che invece «voleva a tutti i costi che studiasse musica», oggi ha un asteroide intestato a suo nome.
Gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Piero Angela.
«Sono stato un bambino molto educato, non ribelle, disciplinato: a scuola andavo bene e se rivedo la mia infanzia è stata un’infanzia semplice, normale, non come tanti scrittori che raccontano dei loro tormenti di ieri che li perseguitano poi per tutta la vita. I miei ricordi sono legati al fare i compiti, alle lezioni, all’essere ubbidiente. A quell’epoca eravamo molto solitari, non c’era niente di quello che c’è oggi, neanche la tv, a dar spettacolo era la radio, si giocava poco, non si usciva mai, men che meno la sera, gli amici venivano a casa. Avevo un padre all’antica, poi, quando sono nato aveva già 54 anni, faceva il medico: la sera andava a letto alle 9 per alzarsi alle 6 del mattino ed era un’età, la mia, in cui si aspettava di crescere, e man mano venivano le cose, banali. Ricordo i pochi giocattoli, due l’anno, uno a Natale e uno al compleanno. Ricordo il Meccano sul quale mi divertivo molto. Il cavallo a dondolo, la divisa del corazziere, insieme al cavallo a dondolo. Erano questi gli oggetti del mio tempo. Poi un giorno i miei mi hanno regalato l’Enciclopedia dei ragazzi. Dieci grandi volumi, dentro un mobiletto con le porte scorrevoli, dove c’era il libro dei perché: il più usurato, quello che andavo a leggere di più, lì è nata la curiosità di sapere, di informarmi. E poi con un’insegnante delle Elementari, che portava in classe esperimenti di fisica sull’elettricità, l’elettrolisi, sulla crescita delle piante, tutte cose che mi hanno lasciato un segno. Se chiudo gli occhi e torno bambino vedo questo».
Un programma di Lavinia Farnese
  continue reading

11 episodi

Tutti gli episodi

×
 
Loading …

Benvenuto su Player FM!

Player FM ricerca sul web podcast di alta qualità che tu possa goderti adesso. È la migliore app di podcast e funziona su Android, iPhone e web. Registrati per sincronizzare le iscrizioni su tutti i tuoi dispositivi.

 

Guida rapida