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Manca la roba (prima parte) - EPT #42
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Per primi cominciarono a mancare i wafer di silicio. I semiconduttori furono, nella scorsa primavera, una sorta di paziente zero del "Covid delle cose": l’epidemia di scarsità che ben presto si è propagata alle merci più svariate, cosicché oggi sembra mancare tutto: dalle auto, le cui consegne registrano tempi biblici, alla carta su cui stampare i libri, fino persino ai tacchini del giorno del Ringraziamento.
#mancalaroba, insomma, e potremmo avere la tentazione di cavarcela con la soddisfazione di aver creato noi questo hashtag, che oggi dilaga su Twitter per sintetizzare nella maniera più asciutta e realistica un’intera fase economica, e di avervi avvisati, già in una “conversazione inclinata” dei primi di aprile, che i wafer erano finiti e ciò era solo un’avvisaglia di quel che si preparava.
Ma qui ad “Economia per “tutti” sappiamo, con Popper, che “all’uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All’uomo razionale interessa imparare”.
Ora quindi che il #mancalaroba è deflagrato, è ormai un vissuto comune a tutti e sembra allungare un’ombra sinistra anche sul nostro Natale, quasi non bastasse un virus ancora non del tutto domato, abbiamo ancora più voglia di esplorare insieme le cause, ma ancor più la rete di nessi, di implicazioni economico-finanziarie di questa situazione.
Tra Milano e Manchester, dunque, questa settimana siamo andati dentro e oltre il #mancalaroba.
Da dove questo scaturisce questo vero e proprio infarto, cui stiamo assistendo, della supply chain, ossia di quella delicatissima e complessa catena di approvvigionamento su scala planetaria che di fatto, in tempi normali, serve a farci arrivare la roba che oggi latita?
Ha davvero senso l’ostinata narrazione di un’inflazione temporanea in una simile situazione di totale squilibrio tra domanda ed offerta con consumatori che ricercano beni e prodotti che non vengono forniti in tempi e quantitativi adeguati, cosi da far scattare anche autentiche corse all’accaparramento?
Quale nesso c’è tra questa congiuntura e la sempre più sguarnita cassetta degli attrezzi delle Banche Centrali, intrappolate in una sorta di dilemma del prigioniero, divise tra la necessità di continuare a tenere sotto controllo i rendimenti (quindi il costo del debito al quale tutti i governi hanno fatto ampiamente ricorso per fronteggiare le ricadute della pandemia) e al tempo stesso di dismettere strumenti monetari non convenzionali che, continuando a pompare liquidità in un sistema già surriscaldato, avrebbero un effetto vieppiù inflazionistico?
Che c’azzecca con tutto ciò il mantra dell’indifferibile transizione ecologica?
Qual è il paradigma classico della moneta e di che genere sarà il dazio da pagare alla realtà quando l’inversione di tale paradigma si rivelerà, con l’inflazionata tornata tra noi per restarci, un clamoroso abbaglio collettivo di questi ultimi anni?
Come vedete, mancherà pure la roba, ma abbondano le domande, la materia prima “priceless” alla quale ci piace maggiormente attingere. Se volete saccheggiarla insieme a noi, vi aspettiamo come sempre.
web: http://www.PianoInclinato.it
email: redazione@pianoinclinato.it
Newsletter di Economia per tutti: https://tinyletter.com/PianoInclinato
Sottofondo musicale e sigla by Kevin MacLeod https://incompetech.filmmusic.io/song/4450-sweeter-vermouth License: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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Per primi cominciarono a mancare i wafer di silicio. I semiconduttori furono, nella scorsa primavera, una sorta di paziente zero del "Covid delle cose": l’epidemia di scarsità che ben presto si è propagata alle merci più svariate, cosicché oggi sembra mancare tutto: dalle auto, le cui consegne registrano tempi biblici, alla carta su cui stampare i libri, fino persino ai tacchini del giorno del Ringraziamento.
#mancalaroba, insomma, e potremmo avere la tentazione di cavarcela con la soddisfazione di aver creato noi questo hashtag, che oggi dilaga su Twitter per sintetizzare nella maniera più asciutta e realistica un’intera fase economica, e di avervi avvisati, già in una “conversazione inclinata” dei primi di aprile, che i wafer erano finiti e ciò era solo un’avvisaglia di quel che si preparava.
Ma qui ad “Economia per “tutti” sappiamo, con Popper, che “all’uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All’uomo razionale interessa imparare”.
Ora quindi che il #mancalaroba è deflagrato, è ormai un vissuto comune a tutti e sembra allungare un’ombra sinistra anche sul nostro Natale, quasi non bastasse un virus ancora non del tutto domato, abbiamo ancora più voglia di esplorare insieme le cause, ma ancor più la rete di nessi, di implicazioni economico-finanziarie di questa situazione.
Tra Milano e Manchester, dunque, questa settimana siamo andati dentro e oltre il #mancalaroba.
Da dove questo scaturisce questo vero e proprio infarto, cui stiamo assistendo, della supply chain, ossia di quella delicatissima e complessa catena di approvvigionamento su scala planetaria che di fatto, in tempi normali, serve a farci arrivare la roba che oggi latita?
Ha davvero senso l’ostinata narrazione di un’inflazione temporanea in una simile situazione di totale squilibrio tra domanda ed offerta con consumatori che ricercano beni e prodotti che non vengono forniti in tempi e quantitativi adeguati, cosi da far scattare anche autentiche corse all’accaparramento?
Quale nesso c’è tra questa congiuntura e la sempre più sguarnita cassetta degli attrezzi delle Banche Centrali, intrappolate in una sorta di dilemma del prigioniero, divise tra la necessità di continuare a tenere sotto controllo i rendimenti (quindi il costo del debito al quale tutti i governi hanno fatto ampiamente ricorso per fronteggiare le ricadute della pandemia) e al tempo stesso di dismettere strumenti monetari non convenzionali che, continuando a pompare liquidità in un sistema già surriscaldato, avrebbero un effetto vieppiù inflazionistico?
Che c’azzecca con tutto ciò il mantra dell’indifferibile transizione ecologica?
Qual è il paradigma classico della moneta e di che genere sarà il dazio da pagare alla realtà quando l’inversione di tale paradigma si rivelerà, con l’inflazionata tornata tra noi per restarci, un clamoroso abbaglio collettivo di questi ultimi anni?
Come vedete, mancherà pure la roba, ma abbondano le domande, la materia prima “priceless” alla quale ci piace maggiormente attingere. Se volete saccheggiarla insieme a noi, vi aspettiamo come sempre.
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