52 Si dice immigrat*, ma si pronuncia expat: perché l* occidental* sono expat?
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Immigrat* e expat sono entrambe parole usate per descrivere le persone che lasciano le loro case o il loro paese per un altro posto dove vivere o lavorare, temporaneamente o permanentemente. Indubbiamente alcuni gruppi e dati demografici sono indicati e percepiti come molto più privilegiati di altri. Il paese di nascita sembra giocare un ruolo importante nel modo in cui viene percepito il gruppo o la fascia demografica.
Come atto volontario di sradicamento, il concetto di "expat" insinua tipicamente giovinezza, denaro e istruzione. Ecco perché l'espatriato è una figura così romantica: tende a essere giovane, libero e quindi completamente aperto a nuove esperienze. Un'anima solitaria che cerca l'avventura o l'avanzamento di carriera, che ce la fa da sola mentre affronta lo shock culturale, le barriere linguistiche e la minaccia molto reale della nostalgia di casa. Ma il romanticismo non può giustificare un pregiudizio generalizzato. Un americano che vive in Italia è un immigrato. Un olandese che vive a New York è un immigrato. E se vogliamo romanzare le lotte di questi immigrati, dovremmo essere in grado di estendere la stessa cortesia ad altri che affrontano le lotte nei Paesi che hanno lasciato.
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risorse
https://frenchly.us/is-the-word-expat-inherently-biased/
https://www.theguardian.com/global-development-professionals-network/2015/mar/13/white-people-expats-immigrants-migration
Erica Isotta
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