Apple, la Danimarca accoglie in un paese terzo chi chiede asilo.
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Buongiorno oggi è venerdì 4 giugno 2021 e io sono Roberto. Benvenuti su Indizi di futuro, un podcast che indaga il presente per immaginare il domani. Ogni mattina alcune notizie dei principali quotidiani si trasformano in una scintilla che accende un faro sul divenire della nostra società. Apple ha sancito la nuova modalità per il telelavoro, a partire da settembre non sarà più possibile lavorare da remoto per per più di due giorni alla settimana. Con queste parole Tim Cook riporta verso la normalità il rapporto di lavoro con i dipendenti della nota società. Sono molte le aziende che hanno valutato questa modalità ibrida di rientro verso l’attività prepandemica, perchè il senso di comunità, la creatività fatta di interazione, ma più in generale la collaborazione attraverso lo schermo non pare riuscire a fornire gli stessi risultati. Anche Google ha utilizzato una politica simile, mentre altri giganti della Silicon valley come ad esempio Twitter hanno sancito l’avvio di una telelavoro stabile. Quindi nel prossimo futuro chi sceglierà il proprio datore di lavoro, dovrà valutare come la pensa in materia di telelavoro o Smart working, quindi anche la possibilità o meno di poter svolgere la propria attività da remoto e magari nell’orario che preferisce. L’Europa non riesce a trovare un comportamento comune per ciò che attiene i migranti, l’ultima legge approvata dal parlamento danese prevede l’istituzione di centri di accoglienza fuori dal territorio danese, ovvero in in paese terzo, nei quali esaminare e accogliere le domande di asilo. Sarà poi onere di questo paese accogliere i richiedenti. Ovviamente così facendo la Danimarca inibisce il proprio territorio a qualsiasi migrante, aggirando la norma che obbliga ad accettare i richiedenti asilo. Non si conosce ancora il paese terzo che si assumerà questo onere, ma certamente lo farà in cambio di denaro e molto probabilmente non sarà in Europa. Insomma pare che il denaro, e questo non ci stupisce poi molto, permette di aggirare anche le leggi e che la lotta nei prossimi anni sarà difficile, specie per i paesi di frontiera, che non pare avranno il supporto dei paesi del centro e del nord Europa. L’alto commissariato per i rifugiati dell’Onu ha espresso il proprio disappunto, e il timore che altri paesi trovino in quella via il comportamento da tenere. Come sarà per altro probabile. Come abbiamo già detto diverse volte, le persone in età lavorativa in Europa sono sempre meno, in Danimarca ad esempio nel 2019 c’erano 19,6 persone ogni cento, che avevano superato i 65 anni, valore leggermente inferiore alla media europea che è del 20,3%, ma nettamente inferiore all’Italia che è del 22,8%. In ogni caso il dato è in aumento di circa lo 0,3% annuo, il che fa presagire che l’indice di dipendenza, ovvero il rapporto fra il numero di persone in età lavorative e le persone che si sono ritirarti del lavoro, vede già oggi un pensionato ogni tre lavoratori, una situazione già piuttosto difficile, e sicuramente in peggioramento. Eppure, gli immigrati, spesso molto giovani, e quindi capaci di abbassare le medie in modo positivo per la società, non vengono accettati. Bene anche oggi abbiamo trovato qualche indizio di futuro A domani
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