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Vaccini per tutti, più di 560 000 pensioni da oltre 40 anni, cercasi stagionali.

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Buongiorno oggi è Domanica 30 gennaio 2021 e io sono Roberto. Indizi di futuro è un podcast che indaga il presente per immaginare il futuro. Tutti i giorni scegliamo alcune notizie dei principali quotidiani per immaginare quali conseguenze esse porteranno. Dal 3 giugno si potrà prenotare la vaccinazione in Farmacia, nell’azienda in cui si lavora ove questa abbia organizzato il servizio, dal proprio medico di base e dai portali online. La discriminante è l’organizzazione regionale. pare quindi che coloro che avranno in tal giorno compiuti i 16 anni potranno effettuare la prenotazione, salvo specifiche indicazioni nessuno potrà scegliere quale tipo di composto farsi iniettare, ovvero AstraZeneca, Pfizer, Moderna o Jhonson e Jhonson. Questa apertura dovrebbe incrementare il numero dei vaccinati che comunque sono arrivati a essere vicini al 40% se ci riferiamo alla prima dose e circa la metà se ci riferiamo ad entrambe le dosi . I dati sono di lab24 che che aggiorna in tempo reale l’avanzare della vaccinazione, un dato che ci porta ad essere al terzo posto in Europa dopo Germania e Spagna, entrambe comunque distanziate di pochi punti percentuali. I numeri insomma paiono dare conforto a chi scommette in un’estate e un autunno ricchi di speranze di vedere archiviata questa triste stagione. In Italia ci sono 561000 pensioni che vengono erogate da più di 40 anni, ciò viene riportato dall’osservatorio INPS, un dato che preoccupa chi dovrà andare in pensione, perchè indubbiamente le cose per il futuro non sembrano essere rosee. tra la piramide demografica che pare sempre più una sfera, tra la quantità di pensioni retributive, tra la quantità di pensioni come abbiamo visto che vengono date da più di quarant’anni, l’Italia è il paese in Europa dove si va in pensione più tardi, superato di pochi mesi dalla Grecia. Mentre la media europea si attesta intorno ai 64 anni e 4 mesi per gli uomini, in Italia la pensione si raggiunge a 66 anni e 7 mesi, ma ci sono in corso aggiustamenti in base all’aspettativa di vita. Il paese migliore da questo punti di vista è la Svezia, dove l’età in cui si va in pensione sono 61 anni, e non male la Norvegia a 62 anni. Insomma pare chiaro chi pagherà le pensione a tutti quelli che nel corso di questi anni con scivoli, o i famosi 35 anni di attività lavorativa è andato in pensione ben prima dell’età media europea, e per di più con un calcolo della stessa fatto con i parametri ben più vantaggiosi del retributivo. Intanto che viene orchestrato un nuovo bonus per alcune categorie tra le più colpite dalla pandemia, e dopo la querelle fra il presidente della regione Campania e i lavoratori, perchè uno denunciava il fatto che molti preferiscono prendere il reddito di cittadinanza senza doversi svegliare presto alla mattina per andare al lavoro, dal Trentino giunge un allarme, ma non mancheranno appelli simili da altre parti d’Italia. Quindi se nella zona di Trento la disoccupazione giovanile si aggira intorno al 24% come è possibile che l80% dei ristoratori e albergatori lamenta carenza di personale? Il fatto che in Alto Adige non si abbiano gli stessi problemi del Trentino, ma vi sia un contratto che favorisce maggiormente i lavoratori, fa pensare che molti lavoratori del settore abbiano orientato la propria attività verso altri settori. Insomma i lavoratori chiedono più denaro, i datori di lavoro che almeno il 50% del costo vada in busta paga. Insomma, il lavoro deve permettere al lavoratore di svolgere una vita dignitosa, e la politica dovrà presto intervenire, altrimenti una importante professionalità si andrà a disperdere verso altri luoghi, o settori. A domani
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