Riccardo Fiore: Caldeggiamo il candeggio
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L’OPERA: Sarebbe già complicato così, barcamenarsi con una sola coscienza, spesso rasentando lo squilibrio, ma proporsi di gestirne addirittura due, la propria e quella della persona con cui ci s’appariglia, è un’impresa ai limiti della temerarietà, opera destinata a essere greve e buffa, un acciabattamento sull’orlo dello scivolone. Sono queste prodezze incongrue allo stupidimento (frainteso per finezza d’intelletto singolare), all’indolenza morale, all’impenitente egocentrismo oltreché alla fiacchezza di membra.
Ai consorti Nunzio Coppolone e Gilberta Arbizzola spetta e tocca l’azzardo di far combaciare le proprie tessere; tentativi tanto imperfetti quanto necessari, una sfida alla quale non si è mai del tutto attrezzati, una materia su cui la scuola della vita ben poco istruisce. Ecco le biografie che attraversano la Storia e la Storia che diviene poca cosa o cosa da poco di fronte all’epos dell’uomo.
Col suo secondo romanzo Riccardo Fiore riconferma una prosa complessa e articolata, infarcita di ironia pungente e sottile comicità, che lo rende paragonabile senza tema di smentita ai maggiori prosatori del Novecento (da Bufalino a Manganelli, da Landolfi a D’Arrigo), offrendo al lettore un connubio perfetto tra stile, narrazione e sovrasignificazione simbolizzata.
L’AUTORE: Riccardo Fiore (Torino, 1969) vive a Mosca, dove insegna lingua italiana. Ha esordito nel 2021 per Fallone Editore con Voce del verbo essere.
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L’OPERA: Sarebbe già complicato così, barcamenarsi con una sola coscienza, spesso rasentando lo squilibrio, ma proporsi di gestirne addirittura due, la propria e quella della persona con cui ci s’appariglia, è un’impresa ai limiti della temerarietà, opera destinata a essere greve e buffa, un acciabattamento sull’orlo dello scivolone. Sono queste prodezze incongrue allo stupidimento (frainteso per finezza d’intelletto singolare), all’indolenza morale, all’impenitente egocentrismo oltreché alla fiacchezza di membra.
Ai consorti Nunzio Coppolone e Gilberta Arbizzola spetta e tocca l’azzardo di far combaciare le proprie tessere; tentativi tanto imperfetti quanto necessari, una sfida alla quale non si è mai del tutto attrezzati, una materia su cui la scuola della vita ben poco istruisce. Ecco le biografie che attraversano la Storia e la Storia che diviene poca cosa o cosa da poco di fronte all’epos dell’uomo.
Col suo secondo romanzo Riccardo Fiore riconferma una prosa complessa e articolata, infarcita di ironia pungente e sottile comicità, che lo rende paragonabile senza tema di smentita ai maggiori prosatori del Novecento (da Bufalino a Manganelli, da Landolfi a D’Arrigo), offrendo al lettore un connubio perfetto tra stile, narrazione e sovrasignificazione simbolizzata.
L’AUTORE: Riccardo Fiore (Torino, 1969) vive a Mosca, dove insegna lingua italiana. Ha esordito nel 2021 per Fallone Editore con Voce del verbo essere.
47 episodi