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J-TACTICS - Le Iene (S04 E08)

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ll titolo dell'ottava puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da​ “Le iene" (Reservoir Dogs), che è un film del 1992 scritto e diretto da Quentin Tarantino.
La storia è ambientata a Los Angeles dove Joe Cabot boss mafioso, insieme al figlio Eddie “il bello" assume sei rapinatori, conosciuti “nell'ambiente” per la loro scaltrezza e determinazione.
Ognuno di loro è estraneo all‘altro, ha l'obbligo di non parlare di sé stesso e mantenere un distacco ben preciso, chiamandosi per nome con un colore: Larry, è Mr. White (Harvey Keitel), professionista del crimine; Vic, è Mr. Blonde (Michael Madsen), sa bene come uccidere; Nussy, il polemico è Mr. Pink (Steve Buscemi), inquietante paranoico; l'estroso Denny è Mr. Brown (Quentin Tarantino); Roy, il silenzioso, è Mr. Blue (Edward Bunker); Freddy è Mr. Orange (Tim Roth).
La banda, Le iene, è completa, pronta ad organizzare nei minimi dettagli un colpo grosso ai danni di un importatore di diamanti.
Tutto è calcolato, l’entità della refurtiva, i rischi, ognuno ha il suo compito, Joe ha perfino stabilito un luogo strategico dove rincontrarsi: un vecchio deposito, un capannone in disuso.
Nessun dubbio sulla riuscita del colpo.
Ma qualcosa non funziona.
All'inizio della rapina la polizia irrompe cogliendo di sorpresa Le Iene armate pesantemente e in procinto di rubare i diamanti.
Forse una soffiata, una trappola dove inevitabilmente si scatena l'inferno.
Con una fuga concitata, ciò che rimane dei Cani da Rapina corre ai riparari nel capannone che sarà teatro di sconcertanti scenari.
Sangue, torture, dubbi, menzogne, sapientemente mixati con flashback ci porteranno verso un finale sorprendente.
Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare la sconcertante sconfitta maturata nel pomeriggio di domenica al Bentegodi di Verona dove i padroni di casa dell' Hellas hanno letteralmente brutalizzato i bianconeri di Allegri, 2-1 il risultato finale.
Ingannevole per entità se si pensa allo strapotere mostrato dai padroni di casa in vantaggio di ben due reti dopo appena 13 minuti dall'inizio del match.
Notte fonda per la Juventus,
senza idee, senza voglia e senza forza.
Seconda sconfitta consecutiva per gli ex campioni d'Italia dopo il disastro dello Stadium contro il Sassuolo di qualche giorno prima.
I bianconeri erano chiamati al riscatto ed invece hanno offerto una prestazione da incubo, facendosi travolgere dai gialloblù scaligeri.
Proprio come la banda "Le Iene" della pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS, i giocatori bianconeri appaiono come un'accozzaglia di singoli mal amalgamata, un gruppo di mercenari dove l'uno ignora ciò che riguarda l'altro.
La partita di Verona ha messo a nudo tutti i limiti della Juventus, con l'atteggiamento dei giocatori a tratti imbarazzante in campo.
Alcuni sono apparsi demotivati e il quadro che ne esce sembra confermare i problemi di uno spogliatoio poco unito nel perseguire la vittoria.
La società dal canto suo si è schierata al fianco di Allegri, puntando sul ritiro.
Un progetto tecnico e le scelte del mister quanto possono incidere se poi i protagonisti in campo sono troppo molli e tirano indietro la gamba?
Oltre al risultato ovviamente deludente, sono tante le istantanee del match del Bentegodi, che hanno fatto pensare ad un gruppo non coeso, con alcuni bianconeri troppo "morbidi" e quasi scarichi che contro un avversario fisico e dinamico, hanno deciso di utilizzare il fioretto invece della necessaria sciabola, per dirla alla Allegri.
Basti pensare ad esempio all'azione del primo gol del Verona, in cui ci si è concentrati sull'errore più evidente ovvero l'insensatezza del tocco sciagurato di Arthur, quando in realtà c'è un'altra situazione assolutamente imbarazzante, inaccettabile a certi livelli e inquietante se si considera la necessità disperata della squadra di non commettere ulteriori passi falsi e perdere terreno in classifica.
Si nota chiaramente infatti l'assenza totale di aggressività e di movimento, anche in fase difensiva, già prima del retropassaggio del brasiliano (in fase di uscita, al suo fianco Bentancur passeggia), con Barak che seppure circondato da 4 bianconeri tutti fermi, s'incunea in area facilmente così come un coltello caldo penetra nel burro.
Addirittura poi Rabiot continua a camminare anche dopo che il ceco ha preso palla, senza alcuna opposizione iniziale.
A prescindere dalle indicazioni tattiche, da questa situazione (che ha l'aggravante di essersi concretizzata in avvio di partita, ovvero quando non c'è ancora la stanchezza ad annebbiare le idee) e da altre, traspare in maniera chiara come l'atteggiamento in campo di molti giocatori della Juventus non sia stato all'altezza della situazione.
Basti pensare che complessivamente sono stati appena 8 gli interventi fallosi sanzionati ai bianconeri, contro i ben 22 dei padroni di casa, ad evidenziare la leggerezza degli ospiti che nonostante la necessità di rincorrere in classifica e di sbagliare il meno possibile, sono sembrati tutt'altro che coesi e soprattutto non intenzionati a seguire le indicazioni sia tattiche che diciamo così "di atteggiamento" di Allegri, al quale non è bastato togliersi la giacca nel finale come fece in un celeberrimo pomeriggio in quel di Carpi.
La quarta sconfitta in campionato è pesante non solo per l'asfittica classifica, ma per come gioca la squadra di Allegri.
Che in realtà squadra non è.
Non c'è uno schema e contro il Verona anche la testa è andata in tilt, mentre la difesa dopo 11 giornate non prendeva così tanti gol (15) dal 1961/62.
Ora si apre il tempo delle riflessioni in una Juve che ha già detto addio allo scudetto a fine ottobre e continua a collezionare figuracce.
Noi tifosi juventini possiamo chiedere rivolgendoci a questo gruppo senz'anima, così come Mr. Bionde si rivolge a Mr. White durante una scena del capolavoro di Tarantino: «Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino... o comincerai a mordere?»
Noi ci auguriamo che i nostri giocatori inizino finalmente a mordere, anche se forse ora potrebbe già essere tardi.
Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!
​​Ecco i link dei nostri social:
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Ognuno di loro è estraneo all‘altro, ha l'obbligo di non parlare di sé stesso e mantenere un distacco ben preciso, chiamandosi per nome con un colore: Larry, è Mr. White (Harvey Keitel), professionista del crimine; Vic, è Mr. Blonde (Michael Madsen), sa bene come uccidere; Nussy, il polemico è Mr. Pink (Steve Buscemi), inquietante paranoico; l'estroso Denny è Mr. Brown (Quentin Tarantino); Roy, il silenzioso, è Mr. Blue (Edward Bunker); Freddy è Mr. Orange (Tim Roth).
La banda, Le iene, è completa, pronta ad organizzare nei minimi dettagli un colpo grosso ai danni di un importatore di diamanti.
Tutto è calcolato, l’entità della refurtiva, i rischi, ognuno ha il suo compito, Joe ha perfino stabilito un luogo strategico dove rincontrarsi: un vecchio deposito, un capannone in disuso.
Nessun dubbio sulla riuscita del colpo.
Ma qualcosa non funziona.
All'inizio della rapina la polizia irrompe cogliendo di sorpresa Le Iene armate pesantemente e in procinto di rubare i diamanti.
Forse una soffiata, una trappola dove inevitabilmente si scatena l'inferno.
Con una fuga concitata, ciò che rimane dei Cani da Rapina corre ai riparari nel capannone che sarà teatro di sconcertanti scenari.
Sangue, torture, dubbi, menzogne, sapientemente mixati con flashback ci porteranno verso un finale sorprendente.
Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare la sconcertante sconfitta maturata nel pomeriggio di domenica al Bentegodi di Verona dove i padroni di casa dell' Hellas hanno letteralmente brutalizzato i bianconeri di Allegri, 2-1 il risultato finale.
Ingannevole per entità se si pensa allo strapotere mostrato dai padroni di casa in vantaggio di ben due reti dopo appena 13 minuti dall'inizio del match.
Notte fonda per la Juventus,
senza idee, senza voglia e senza forza.
Seconda sconfitta consecutiva per gli ex campioni d'Italia dopo il disastro dello Stadium contro il Sassuolo di qualche giorno prima.
I bianconeri erano chiamati al riscatto ed invece hanno offerto una prestazione da incubo, facendosi travolgere dai gialloblù scaligeri.
Proprio come la banda "Le Iene" della pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS, i giocatori bianconeri appaiono come un'accozzaglia di singoli mal amalgamata, un gruppo di mercenari dove l'uno ignora ciò che riguarda l'altro.
La partita di Verona ha messo a nudo tutti i limiti della Juventus, con l'atteggiamento dei giocatori a tratti imbarazzante in campo.
Alcuni sono apparsi demotivati e il quadro che ne esce sembra confermare i problemi di uno spogliatoio poco unito nel perseguire la vittoria.
La società dal canto suo si è schierata al fianco di Allegri, puntando sul ritiro.
Un progetto tecnico e le scelte del mister quanto possono incidere se poi i protagonisti in campo sono troppo molli e tirano indietro la gamba?
Oltre al risultato ovviamente deludente, sono tante le istantanee del match del Bentegodi, che hanno fatto pensare ad un gruppo non coeso, con alcuni bianconeri troppo "morbidi" e quasi scarichi che contro un avversario fisico e dinamico, hanno deciso di utilizzare il fioretto invece della necessaria sciabola, per dirla alla Allegri.
Basti pensare ad esempio all'azione del primo gol del Verona, in cui ci si è concentrati sull'errore più evidente ovvero l'insensatezza del tocco sciagurato di Arthur, quando in realtà c'è un'altra situazione assolutamente imbarazzante, inaccettabile a certi livelli e inquietante se si considera la necessità disperata della squadra di non commettere ulteriori passi falsi e perdere terreno in classifica.
Si nota chiaramente infatti l'assenza totale di aggressività e di movimento, anche in fase difensiva, già prima del retropassaggio del brasiliano (in fase di uscita, al suo fianco Bentancur passeggia), con Barak che seppure circondato da 4 bianconeri tutti fermi, s'incunea in area facilmente così come un coltello caldo penetra nel burro.
Addirittura poi Rabiot continua a camminare anche dopo che il ceco ha preso palla, senza alcuna opposizione iniziale.
A prescindere dalle indicazioni tattiche, da questa situazione (che ha l'aggravante di essersi concretizzata in avvio di partita, ovvero quando non c'è ancora la stanchezza ad annebbiare le idee) e da altre, traspare in maniera chiara come l'atteggiamento in campo di molti giocatori della Juventus non sia stato all'altezza della situazione.
Basti pensare che complessivamente sono stati appena 8 gli interventi fallosi sanzionati ai bianconeri, contro i ben 22 dei padroni di casa, ad evidenziare la leggerezza degli ospiti che nonostante la necessità di rincorrere in classifica e di sbagliare il meno possibile, sono sembrati tutt'altro che coesi e soprattutto non intenzionati a seguire le indicazioni sia tattiche che diciamo così "di atteggiamento" di Allegri, al quale non è bastato togliersi la giacca nel finale come fece in un celeberrimo pomeriggio in quel di Carpi.
La quarta sconfitta in campionato è pesante non solo per l'asfittica classifica, ma per come gioca la squadra di Allegri.
Che in realtà squadra non è.
Non c'è uno schema e contro il Verona anche la testa è andata in tilt, mentre la difesa dopo 11 giornate non prendeva così tanti gol (15) dal 1961/62.
Ora si apre il tempo delle riflessioni in una Juve che ha già detto addio allo scudetto a fine ottobre e continua a collezionare figuracce.
Noi tifosi juventini possiamo chiedere rivolgendoci a questo gruppo senz'anima, così come Mr. Bionde si rivolge a Mr. White durante una scena del capolavoro di Tarantino: «Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino... o comincerai a mordere?»
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