I migliori articoli di Medium.com su Mindfulness e meditazione in formato audio. Ogni settimana una mini storia sul tema della consapevolezza, raccontata da Alessandro Gilibini, istruttore di Mindfulness, per darti sollievo, sostenerti nella pratica e aiutarti a scoprire il meglio che c’è in te. Il tutto con un occhio all’antica tradizione buddista e ai recenti sviluppi della Mindfulness nell’ambito della salute e del benessere personale. La Mindfulness è una pratica meditativa millenaria ch ...
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Stare bene con noi stess* - #PrideMonth 🏳️🌈 - Meditazione Guidata 27
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#lgbtmindfulness #queermindfulness #meditazionelgbt
L’omofobia, ovvero tutto quell’insieme di credenze e stereotipi che discriminano una persona in base all’orientamento sessuale, non è solo un fattore che riguarda gli altri ma spesso diventa interno ed è fonte di grande sofferenza.⠀
⠀
Così una persona gay, lesbica, bisessuale o trans* può arrivare a rifiutare il proprio orientamento, a viverlo con vergogna, spietato giudizio o senso di inferiorità tanto da non riuscire a comunicare agli altri alcune parti di sè per il timore di essere rifiutat* o denigrat*.⠀
⠀
A questo si aggiunge il senso di colpa nei confronti della famiglia, per averla delusa o fatta soffrire o per aver tradito le sue aspettative. ⠀
⠀
Come sentirsi veramente bene con noi stess* in mezzo a tutto questo?⠀
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Iniziando a sentirci a casa dentro di noi. Siamo così poco abituati a questo che la sola idea di stare in contatto con le nostre sofferenze è spaventoso. Dove rischio di perdermi se lo faccio? E poi c’è quella vocina con le sue manie di perfezione che dice: “comunque tu non dovresti stare così male o essere così triste… dovresti essere/fare…”⠀
⠀
Quali altre frasi ci diciamo, nella privacy delle nostre teste?⠀
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Prendere contatto con le nostre emozioni e i nostri stati d’animo non è semplice… ma vivere tutta una vita cercando di scansarle è altrettanto faticoso. Così come è faticoso vivere tutta una vita nelle scarpe di qualcun altro.⠀
⠀
Gran parte della cultura occidentale insegna a “tenere duro” a farsi “andare bene le cose”. Ci è stato insegnato che non dobbiamo lamentarci, che c’è chi sta peggio e quindi si “deve tirare avanti”. Se ci troviamo in una situazione difficile o stressante, raramente ci concediamo il tempo di fermarci un attimo e riconoscere quanto sia difficile per noi in quel momento.⠀
⠀
Eppure siamo tutti fatti di punti di forza e di debolezza. Abbiamo tutti parti imperfette, spaventate o tristi. Non siamo sol*.⠀
E quelle parti non sono sbagliate o da cambiare o da aggiustare. Sono solo parti di noi, da riconoscere e accogliere.⠀
⠀
Invece di condannarci per sbagli, fallimenti, aspettative non corrisposte… possiamo fare esperienza di questa sofferenza per allargare il cuore. Per abbandonare le scarpe altrui e trovare finalmente le nostre, del numero e della forma giusta.⠀
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L’omofobia, ovvero tutto quell’insieme di credenze e stereotipi che discriminano una persona in base all’orientamento sessuale, non è solo un fattore che riguarda gli altri ma spesso diventa interno ed è fonte di grande sofferenza.⠀
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Così una persona gay, lesbica, bisessuale o trans* può arrivare a rifiutare il proprio orientamento, a viverlo con vergogna, spietato giudizio o senso di inferiorità tanto da non riuscire a comunicare agli altri alcune parti di sè per il timore di essere rifiutat* o denigrat*.⠀
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A questo si aggiunge il senso di colpa nei confronti della famiglia, per averla delusa o fatta soffrire o per aver tradito le sue aspettative. ⠀
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Come sentirsi veramente bene con noi stess* in mezzo a tutto questo?⠀
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Iniziando a sentirci a casa dentro di noi. Siamo così poco abituati a questo che la sola idea di stare in contatto con le nostre sofferenze è spaventoso. Dove rischio di perdermi se lo faccio? E poi c’è quella vocina con le sue manie di perfezione che dice: “comunque tu non dovresti stare così male o essere così triste… dovresti essere/fare…”⠀
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Quali altre frasi ci diciamo, nella privacy delle nostre teste?⠀
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Prendere contatto con le nostre emozioni e i nostri stati d’animo non è semplice… ma vivere tutta una vita cercando di scansarle è altrettanto faticoso. Così come è faticoso vivere tutta una vita nelle scarpe di qualcun altro.⠀
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Gran parte della cultura occidentale insegna a “tenere duro” a farsi “andare bene le cose”. Ci è stato insegnato che non dobbiamo lamentarci, che c’è chi sta peggio e quindi si “deve tirare avanti”. Se ci troviamo in una situazione difficile o stressante, raramente ci concediamo il tempo di fermarci un attimo e riconoscere quanto sia difficile per noi in quel momento.⠀
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Eppure siamo tutti fatti di punti di forza e di debolezza. Abbiamo tutti parti imperfette, spaventate o tristi. Non siamo sol*.⠀
E quelle parti non sono sbagliate o da cambiare o da aggiustare. Sono solo parti di noi, da riconoscere e accogliere.⠀
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Invece di condannarci per sbagli, fallimenti, aspettative non corrisposte… possiamo fare esperienza di questa sofferenza per allargare il cuore. Per abbandonare le scarpe altrui e trovare finalmente le nostre, del numero e della forma giusta.⠀
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L’omofobia, ovvero tutto quell’insieme di credenze e stereotipi che discriminano una persona in base all’orientamento sessuale, non è solo un fattore che riguarda gli altri ma spesso diventa interno ed è fonte di grande sofferenza.⠀
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Così una persona gay, lesbica, bisessuale o trans* può arrivare a rifiutare il proprio orientamento, a viverlo con vergogna, spietato giudizio o senso di inferiorità tanto da non riuscire a comunicare agli altri alcune parti di sè per il timore di essere rifiutat* o denigrat*.⠀
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A questo si aggiunge il senso di colpa nei confronti della famiglia, per averla delusa o fatta soffrire o per aver tradito le sue aspettative. ⠀
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Come sentirsi veramente bene con noi stess* in mezzo a tutto questo?⠀
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Iniziando a sentirci a casa dentro di noi. Siamo così poco abituati a questo che la sola idea di stare in contatto con le nostre sofferenze è spaventoso. Dove rischio di perdermi se lo faccio? E poi c’è quella vocina con le sue manie di perfezione che dice: “comunque tu non dovresti stare così male o essere così triste… dovresti essere/fare…”⠀
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Quali altre frasi ci diciamo, nella privacy delle nostre teste?⠀
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Prendere contatto con le nostre emozioni e i nostri stati d’animo non è semplice… ma vivere tutta una vita cercando di scansarle è altrettanto faticoso. Così come è faticoso vivere tutta una vita nelle scarpe di qualcun altro.⠀
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Gran parte della cultura occidentale insegna a “tenere duro” a farsi “andare bene le cose”. Ci è stato insegnato che non dobbiamo lamentarci, che c’è chi sta peggio e quindi si “deve tirare avanti”. Se ci troviamo in una situazione difficile o stressante, raramente ci concediamo il tempo di fermarci un attimo e riconoscere quanto sia difficile per noi in quel momento.⠀
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Eppure siamo tutti fatti di punti di forza e di debolezza. Abbiamo tutti parti imperfette, spaventate o tristi. Non siamo sol*.⠀
E quelle parti non sono sbagliate o da cambiare o da aggiustare. Sono solo parti di noi, da riconoscere e accogliere.⠀
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Invece di condannarci per sbagli, fallimenti, aspettative non corrisposte… possiamo fare esperienza di questa sofferenza per allargare il cuore. Per abbandonare le scarpe altrui e trovare finalmente le nostre, del numero e della forma giusta.⠀
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L’omofobia, ovvero tutto quell’insieme di credenze e stereotipi che discriminano una persona in base all’orientamento sessuale, non è solo un fattore che riguarda gli altri ma spesso diventa interno ed è fonte di grande sofferenza.⠀
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Così una persona gay, lesbica, bisessuale o trans* può arrivare a rifiutare il proprio orientamento, a viverlo con vergogna, spietato giudizio o senso di inferiorità tanto da non riuscire a comunicare agli altri alcune parti di sè per il timore di essere rifiutat* o denigrat*.⠀
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A questo si aggiunge il senso di colpa nei confronti della famiglia, per averla delusa o fatta soffrire o per aver tradito le sue aspettative. ⠀
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Come sentirsi veramente bene con noi stess* in mezzo a tutto questo?⠀
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Iniziando a sentirci a casa dentro di noi. Siamo così poco abituati a questo che la sola idea di stare in contatto con le nostre sofferenze è spaventoso. Dove rischio di perdermi se lo faccio? E poi c’è quella vocina con le sue manie di perfezione che dice: “comunque tu non dovresti stare così male o essere così triste… dovresti essere/fare…”⠀
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Quali altre frasi ci diciamo, nella privacy delle nostre teste?⠀
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Prendere contatto con le nostre emozioni e i nostri stati d’animo non è semplice… ma vivere tutta una vita cercando di scansarle è altrettanto faticoso. Così come è faticoso vivere tutta una vita nelle scarpe di qualcun altro.⠀
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Gran parte della cultura occidentale insegna a “tenere duro” a farsi “andare bene le cose”. Ci è stato insegnato che non dobbiamo lamentarci, che c’è chi sta peggio e quindi si “deve tirare avanti”. Se ci troviamo in una situazione difficile o stressante, raramente ci concediamo il tempo di fermarci un attimo e riconoscere quanto sia difficile per noi in quel momento.⠀
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Eppure siamo tutti fatti di punti di forza e di debolezza. Abbiamo tutti parti imperfette, spaventate o tristi. Non siamo sol*.⠀
E quelle parti non sono sbagliate o da cambiare o da aggiustare. Sono solo parti di noi, da riconoscere e accogliere.⠀
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Invece di condannarci per sbagli, fallimenti, aspettative non corrisposte… possiamo fare esperienza di questa sofferenza per allargare il cuore. Per abbandonare le scarpe altrui e trovare finalmente le nostre, del numero e della forma giusta.⠀
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