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Da Gostneth alla raccolta di plasma in Italia: le buone notizie di oggi

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Partiamo, oggi, dall’operazione “Gostneth” dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, messa in atto recentemente lungo la costa siciliana tra Augusta e Siracusa. In soli 60mila metri quadrati di fondale ispezionati sono state recuperate oltre 30 reti da pesca abbandonate in mare, lunghe fino a 260 metri, come un grattacielo di 100 piani, a una cinquantina di metri di profondità che minacciavano fauna e flora marine, in particolare le piante di Posidonia oceanica.

Il recupero delle “reti fantasma”, finanziato dal Pnrr, prevede la rimozione, la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclo di queste attrezzature come reti a strascico, da posta, grovigli di cime, lenze e nasse - non solo in Sicilia ma anche lungo le coste di Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Marche, Emilia-Romagna e Veneto.

Grazie all’uso di robot sottomarini filoguidati con braccia meccaniche per tagliare, manipolare e rimuovere le reti in profondità, i subacquei altamente specializzati non realizzeranno solo una semplice pulizia ma praticheranno un intervento preciso e meticoloso simile al restauro di un dipinto.

Un progetto ambizioso, quello di “Gostneth” di ISPRA, che fino al 30 giugno 2026 punta a tutelare l’immenso patrimonio naturalistico che popola i fondali italiani.

Sono oltre 900 mila i kg di plasma raccolti lo scorso anno nel nostro Paese e impiegati nella produzione di farmaci salvavita. Per l’esattezza sono 906.938, pari a un aumento del 3% rispetto agli 880.000 del 2023.

Un traguardo importantissimo raggiunto per la prima volta nel nostro Paese grazie alla solidarietà di centinaia di migliaia di italiani, che avvicina sempre di più l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale. L’Italia, infatti, è ancora costretta a importare dall’estero - e in particolare dagli Stati Uniti - circa il 25% di questi medicinali ed è fondamentale - oggi più che mai, anche in considerazione degli attuali equilibri internazionali - cercare di ottenere la piena autonomia.

Il plasma è la parte liquida del sangue, ampiamente utilizzata per curare le gravi ustioni o per produrre medicinali somministrati a pazienti affetti da emofilia, per curare malattie del fegato come la cirrosi oppure nella terapia di patologie in cui il sistema immunitario perde, totalmente o in parte, la sua funzionalità. Non bisogna, poi, dimenticare che dal plasma si ottengono i vaccini contro infezioni come l'epatite B o il tetano.

Ma come si dona? Mediante una procedura che separa il plasma da tutti gli altri componenti (cioè i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine) i quali vengono restituiti al donatore. I requisiti per compiere questo gesto sono semplici: bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, pesare almeno 50 kg e godere di buona salute.

A rendere possibile il raggiungimento di questo risultato è stato l’impegno congiunto di tutti gli attori del sistema trasfusionale italiano: istituzioni, sanità e associazioni. Centrale è stato il ruolo di AVIS, che più di 6 anni fa lanciò la prima campagna nazionale per la promozione della donazione di plasma di cui vi facciamo ascoltare, in chiusura di puntata, uno spot. Per sapere più nei dettagli come fare per diventare donatori di sangue e plasma e per cercare la sede a voi più vicina, visitate il sito avis.it

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Il recupero delle “reti fantasma”, finanziato dal Pnrr, prevede la rimozione, la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclo di queste attrezzature come reti a strascico, da posta, grovigli di cime, lenze e nasse - non solo in Sicilia ma anche lungo le coste di Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Marche, Emilia-Romagna e Veneto.

Grazie all’uso di robot sottomarini filoguidati con braccia meccaniche per tagliare, manipolare e rimuovere le reti in profondità, i subacquei altamente specializzati non realizzeranno solo una semplice pulizia ma praticheranno un intervento preciso e meticoloso simile al restauro di un dipinto.

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Sono oltre 900 mila i kg di plasma raccolti lo scorso anno nel nostro Paese e impiegati nella produzione di farmaci salvavita. Per l’esattezza sono 906.938, pari a un aumento del 3% rispetto agli 880.000 del 2023.

Un traguardo importantissimo raggiunto per la prima volta nel nostro Paese grazie alla solidarietà di centinaia di migliaia di italiani, che avvicina sempre di più l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale. L’Italia, infatti, è ancora costretta a importare dall’estero - e in particolare dagli Stati Uniti - circa il 25% di questi medicinali ed è fondamentale - oggi più che mai, anche in considerazione degli attuali equilibri internazionali - cercare di ottenere la piena autonomia.

Il plasma è la parte liquida del sangue, ampiamente utilizzata per curare le gravi ustioni o per produrre medicinali somministrati a pazienti affetti da emofilia, per curare malattie del fegato come la cirrosi oppure nella terapia di patologie in cui il sistema immunitario perde, totalmente o in parte, la sua funzionalità. Non bisogna, poi, dimenticare che dal plasma si ottengono i vaccini contro infezioni come l'epatite B o il tetano.

Ma come si dona? Mediante una procedura che separa il plasma da tutti gli altri componenti (cioè i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine) i quali vengono restituiti al donatore. I requisiti per compiere questo gesto sono semplici: bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, pesare almeno 50 kg e godere di buona salute.

A rendere possibile il raggiungimento di questo risultato è stato l’impegno congiunto di tutti gli attori del sistema trasfusionale italiano: istituzioni, sanità e associazioni. Centrale è stato il ruolo di AVIS, che più di 6 anni fa lanciò la prima campagna nazionale per la promozione della donazione di plasma di cui vi facciamo ascoltare, in chiusura di puntata, uno spot. Per sapere più nei dettagli come fare per diventare donatori di sangue e plasma e per cercare la sede a voi più vicina, visitate il sito avis.it

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