Le buone notizie della settimana
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Siamo ancora capaci di confrontarci con gli altri, soprattutto se abbiamo opinioni divergenti su temi delicati e importanti come i diritti civili o l’immigrazione? La risposta non è semplice in un’epoca come quella attuale, dove i social network hanno polarizzato molto il dibattito pubblico, favorendo la creazione di reti sociali basate sulla condivisione di interessi, passioni e stessi punti di vista.
Partendo proprio dall’esigenza di creare dialogo tra persone che la pensano diversamente, il settimanale tedesco Die Zeit (pronuncia “dii zait”) ha lanciato nel 2017 l’iniziativa My country talks. L’idea è semplice: su una piattaforma online gli utenti rispondono a 10 domande e un algoritmo crea dei match, cioè delle coppie, che hanno una visione opposta invitandole a incontrarsi e confrontarsi per scambiare i propri punti di vista. Il successo non si è fatto attendere: quasi 300mila partecipanti si sono registrati in Germania e hanno accettato di partecipare a questi confronti.
L’iniziativa è stata esportata in altri Paesi come la Francia, dove in un solo mese sono state coinvolte ben 6.500 persone!
Ma al di là del numero degli iscritti, qual è il reale impatto di questo progetto nella vita non online? Secondo le stime, più della metà dei partecipanti - per l’esattezza il 60% - è rimasto in contatto con il suo binomio dopo l’incontro e il 90% sarebbe pronto a fare e a consigliare una conversazione con un’altra persona.
Con l'apertura della Porta Santa, lo scorso 24 dicembre, si è dato inizio all’anno santo che, secondo la CEI - Conferenza episcopale italiana , rappresenta anche un’occasione speciale per abbattere i confini e permettere a tutti di beneficiare dell’immenso patrimonio non solo religioso, ma anche culturale e artistico del Paese, a partire da chi è in una condizione di disabilità.
Partendo da questi presupposti, alcune diocesi hanno realizzato il progetto "Giubileo for all”, che raccoglie diversi itinerari sul territorio italiano pensati per persone con e senza disabilità. Attraverso percorsi che si sviluppano tra Calabria, Campania, Marche, Molise ed Emilia-Romagna, i pellegrini andranno alla scoperta di santuari, luoghi d'arte e di culto caratteristici delle zone interne del nostro Paese, entrando in contatto con gli abitanti di questi luoghi e con le loro tradizioni.
Tutta la segnaletica è stata progettata in modo che chiunque, indipendentemente dalla lingua o dalle capacità fisiche, sensoriali e cognitive, possa comprendere cosa troverà lungo il cammino. Un modo per rendere ancora più inclusivo questo viaggio alla scoperta di luoghi talvolta remoti, spesso lontani dalle grandi rotte del turismo, ma pieni di fascino e spiritualità senza tempo e, soprattutto, senza barriere.
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