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La storia di Olha e Hanna, i vini pugliesi per l'inclusione, il progetto digitale Gatekeeper

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Olha e Hanna sono due sorelle ucraine. Hanno lasciato la loro città e raggiunto il nostro Paese grazie al corridoio umanitario attivato da AVIS Nazionale insieme al Comune di Cernusco sul Naviglio, alla sede locale dell’Avis e a “Sister Dalila”, una fondazione ucraina nata per sostenere e proteggere adulti e bambini affetti dalla malattia di Olha: l’ipertensione polmonare. Il loro arrivo nel nostro Paese segue quello di Svitlana, Oleksander e i loro figli, avvenuto alcune settimane fa.
Negli occhi hanno ancora la disperazione, il disorientamento e la sofferenza proprie e di tutte le persone incontrate in questo viaggio. L’arrivo di Olha e Hanna è stato reso possibile grazie a una raccolta fondi di AVIS che, di fronte al terribile e assurdo dramma della guerra, ha voluto offrire il suo contributo incondizionato e manifestare concretamente la sua vicinanza e solidarietà. Quella stessa generosità e quell’altruismo tipici dei donatori i quali, già in occasione di altre calamità come terremoti e alluvioni, si sono impegnati in prima linea e hanno coordinato gli aiuti alle popolazioni colpite. In questa occasione, attraverso i fondi raccolti si intende finanziare l’acquisto di medicinali, dispositivi sanitari e attivare, come dicevamo in apertura, dei corridoi umanitari per consentire ad alcuni pazienti bisognosi di urgenti cure di proseguire le proprie terapie all’estero. Chiunque può dare il proprio contributo effettuando un bonifico bancario sul conto corrente intestato ad AVIS Nazionale e riportato sull’ homepage del sito avis.it, inserendo la causale “Donatori per la pace”. Non facciamo mancare il nostro contributo. Grazie di cuore da AVIS

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Vini rossi, bianchi e rosati che portano il nome delle vittime innocenti di mafia e vengono realizzati su terreni un tempo appartenuti alla criminalità organizzata. Succede in Puglia, dove grazie alla legge sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, questi luoghi sono diventati generatori di occasioni di lavoro, economia, sviluppo e inclusione. Tra questi pregiati vini troviamo il “Rosso Libero”, intitolato a Michele Cianci, ucciso la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto ad un tentativo di rapina. Hiso Teleray è dedicato al giovane migrante albanese che lavorava nei campi del foggiano ucciso nel settembre del 1999, per non aver ceduto alle minacce dei caporali. “Renata Forte”, porta il nome dell’assessora al Comune di Nardò assassinata nel 1984 per aver cercato di difendere la sua terra. “Antò”, un Primitivo dedicato Antonio Montinaro, Caposcorta del giudice Giovanni Falcone morto nel 1992 nella strage di Capaci. Oltre alla quantità e alle qualità organolettiche eccellenti dei vini messi sul mercato, alla base del percorso produttivo l’aspetto più rilevante è quello dell’inserimento socio-lavorativo di persone che provengono dal circuito della giustizia riparativa, migranti strappati dalle mani dei caporali e che arrivano da situazioni di profondo disagio sociale.

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Ha preso il via il progetto Gatekeeper, un portale online per il coinvolgimento di quasi 10.000 cittadini pugliesi over55 per la sperimentazione di app abbinate a smartphone per la promozione dei corretti stili di vita e soprattutto per l'individuazione precoce di problemi di salute che rendono necessario il ricovero ospedaliero. Il progetto è il più vasto mai realizzato e vede la Puglia protagonista insieme ad altri nove siti pilota di tutta Europa, con il campione più numeroso, 10.000 cittadini coinvolti sui 40.000 totali. Gatekeeper va nella direzione della medicina predittiva e della diagnosi precoce, contribuendo a includere tutta la popolazione nell'utilizzo diffuso dei sistemi digitali.

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Negli occhi hanno ancora la disperazione, il disorientamento e la sofferenza proprie e di tutte le persone incontrate in questo viaggio. L’arrivo di Olha e Hanna è stato reso possibile grazie a una raccolta fondi di AVIS che, di fronte al terribile e assurdo dramma della guerra, ha voluto offrire il suo contributo incondizionato e manifestare concretamente la sua vicinanza e solidarietà. Quella stessa generosità e quell’altruismo tipici dei donatori i quali, già in occasione di altre calamità come terremoti e alluvioni, si sono impegnati in prima linea e hanno coordinato gli aiuti alle popolazioni colpite. In questa occasione, attraverso i fondi raccolti si intende finanziare l’acquisto di medicinali, dispositivi sanitari e attivare, come dicevamo in apertura, dei corridoi umanitari per consentire ad alcuni pazienti bisognosi di urgenti cure di proseguire le proprie terapie all’estero. Chiunque può dare il proprio contributo effettuando un bonifico bancario sul conto corrente intestato ad AVIS Nazionale e riportato sull’ homepage del sito avis.it, inserendo la causale “Donatori per la pace”. Non facciamo mancare il nostro contributo. Grazie di cuore da AVIS

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Vini rossi, bianchi e rosati che portano il nome delle vittime innocenti di mafia e vengono realizzati su terreni un tempo appartenuti alla criminalità organizzata. Succede in Puglia, dove grazie alla legge sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, questi luoghi sono diventati generatori di occasioni di lavoro, economia, sviluppo e inclusione. Tra questi pregiati vini troviamo il “Rosso Libero”, intitolato a Michele Cianci, ucciso la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto ad un tentativo di rapina. Hiso Teleray è dedicato al giovane migrante albanese che lavorava nei campi del foggiano ucciso nel settembre del 1999, per non aver ceduto alle minacce dei caporali. “Renata Forte”, porta il nome dell’assessora al Comune di Nardò assassinata nel 1984 per aver cercato di difendere la sua terra. “Antò”, un Primitivo dedicato Antonio Montinaro, Caposcorta del giudice Giovanni Falcone morto nel 1992 nella strage di Capaci. Oltre alla quantità e alle qualità organolettiche eccellenti dei vini messi sul mercato, alla base del percorso produttivo l’aspetto più rilevante è quello dell’inserimento socio-lavorativo di persone che provengono dal circuito della giustizia riparativa, migranti strappati dalle mani dei caporali e che arrivano da situazioni di profondo disagio sociale.

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Ha preso il via il progetto Gatekeeper, un portale online per il coinvolgimento di quasi 10.000 cittadini pugliesi over55 per la sperimentazione di app abbinate a smartphone per la promozione dei corretti stili di vita e soprattutto per l'individuazione precoce di problemi di salute che rendono necessario il ricovero ospedaliero. Il progetto è il più vasto mai realizzato e vede la Puglia protagonista insieme ad altri nove siti pilota di tutta Europa, con il campione più numeroso, 10.000 cittadini coinvolti sui 40.000 totali. Gatekeeper va nella direzione della medicina predittiva e della diagnosi precoce, contribuendo a includere tutta la popolazione nell'utilizzo diffuso dei sistemi digitali.

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