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Cent'anni a Nordest, presentazione a Trieste, part 1

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La prima presentazione del «Ventre della Bestia Tour» si è tenuta al Lunatico Festival di Trieste, nel parco di S. Giovanni (dove un tempo c’era il manicomio, quello smantellato da Basaglia e compagni), la sera dell’8 agosto 2015. Sono arrivate non meno di duecentocinquanta persone, il dibattito è stato intenso e ne proponiamo la registrazione, divisa in due parti, ciascuna dotata di un indice ragionato. Durata complessiva: un’ora e quarantacinque minuti.

PRIMA PARTE. SI FA PRESTO A DIRE NORDEST

Introduzione di Alessandro Metz: La scrittura collettiva nell’interconnessione tra Giap e i libri – Il contributo della comunità dei giapster – I fantasmi della Grande guerra aleggiano nella nostra città e nel Nordest – Perché Trieste, perché il confine a Nordest, da 54 in avanti.
WM1. Un “regnicolo” a Trieste – Come si presentano qui le tendenze che attraversano l’intero Paese – Di Trieste la maggioranza degli italiani ignora quasi tutto – Sul confine orientale le tendenze sono più marcate – La continuità tra Grande guerra e fascismo: il fascismo non come conseguenza della Grande guerra ma, ante litteram, come suo elemento scatenante – L’ideologia della “memoria condivisa” si capisce meglio parlando del confine orientale – Persino la questione del “degrado” urbano si presenta in modo parossistico – Da Point Lenana a Cent’anni a Nordest – Che cos’è il “Nordest”? È l’irrisolto della Grande guerra – Com’è nato il reportage – Il centenario e il pus – La ministra Pinotti e «l’esercito marciava».
Andrea Olivieri. Il modo di lavorare della comunità che si ritrova su GiapL’accusa di “esagerare” nel guardare agli epifenomeni – La visione “eccezionalistica” dei triestini – Il lavoro di WM1 è prima di tutto geografico, di racconto del paesaggio – La devastazione del paesaggio del Nordest durante la Grande guerra e oggi – “Poche pagine” – Nel libro Trieste è costretta a stare dentro una narrazione corale, a stare dentro il Nordest – Su Giap «si parla troppo di Trieste» o no? – Un altro modo di vedere la realtà triestina.
Metz. Quali sono le reazioni quando, in altre parti d’Italia, racconti della destra austronostalgica e del neoindipendentismo triestino?

WM1. Venetisti e neoborbonici – In entrambi i casi si parte da alcuni dati di verità per arrivare a conclusioni grottesche – Le “due destre” del Nordest, la loro complementarità e le loro differenze – La questione dello sguardo obliquo: mai guardare i fenomeni in modo frontale – Il centro è cieco, la visione dell’insieme si ha dal margine – Ancora una volta: la mattonella di Piazza del Nettuno – [N.B. A questo momento della presentazione si è ispirato Fausto Vilevich per il video Carolo Sex, che proponiamo più sotto] – Anche su Giap funziona così – Nella frase “il centro è cieco”, quel centro è il discorso dominante – Che cos’è la Wu Ming Foundation: i gruppi di lavoro nati intorno a GiapCent’anni a Nordest non sarebbe stato possibile senza questa dimensione collettiva – Che cos’è Cent’anni a Nordest? È un resoconto psicanalitico – Si prenda ad esempio la scrittura di Sigmund Freud – L’inconscio collettivo del Nordest: gli aneddoti sono i sogni, le variazioni nei racconti sono i lapsus – «Scrive di cose futili», ma quelle «cose futili» sono le manifestazioni dell’inconscio del Nordest – I quattro fucilati di Cercivento e i “lapsus” degli Alpini – Un altro esempio di lapsus è l’uso dell’espressione “multiculturalismo triestino” come arma contro i migranti – Bisogna saperci fare, col sintomo – L’austronostalgia è diffusa in tutto il Nordest – Cosa c’entra l’austronostalgia con i venetisti “serenissimi”? C’entra – L’anno chiave è il 1866 – Come il Veneto fu annesso all’Italia in modo truffaldino – La battaglia navale di Lissa come “ultima grande vittoria della Serenissima” – Nella visione degli indipendentisti veneti, l’impero di Franz Joseph fu un continuatore della Serenissima – L’audiodocumentario Gott über alles di Jonathan Zenti – Di cosa è sintomo l’austronostalgia? – Stiamo continuando a pagare la corsa a nord e a est dell’imperialismo italiano.


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PRIMA PARTE. SI FA PRESTO A DIRE NORDEST

Introduzione di Alessandro Metz: La scrittura collettiva nell’interconnessione tra Giap e i libri – Il contributo della comunità dei giapster – I fantasmi della Grande guerra aleggiano nella nostra città e nel Nordest – Perché Trieste, perché il confine a Nordest, da 54 in avanti.
WM1. Un “regnicolo” a Trieste – Come si presentano qui le tendenze che attraversano l’intero Paese – Di Trieste la maggioranza degli italiani ignora quasi tutto – Sul confine orientale le tendenze sono più marcate – La continuità tra Grande guerra e fascismo: il fascismo non come conseguenza della Grande guerra ma, ante litteram, come suo elemento scatenante – L’ideologia della “memoria condivisa” si capisce meglio parlando del confine orientale – Persino la questione del “degrado” urbano si presenta in modo parossistico – Da Point Lenana a Cent’anni a Nordest – Che cos’è il “Nordest”? È l’irrisolto della Grande guerra – Com’è nato il reportage – Il centenario e il pus – La ministra Pinotti e «l’esercito marciava».
Andrea Olivieri. Il modo di lavorare della comunità che si ritrova su GiapL’accusa di “esagerare” nel guardare agli epifenomeni – La visione “eccezionalistica” dei triestini – Il lavoro di WM1 è prima di tutto geografico, di racconto del paesaggio – La devastazione del paesaggio del Nordest durante la Grande guerra e oggi – “Poche pagine” – Nel libro Trieste è costretta a stare dentro una narrazione corale, a stare dentro il Nordest – Su Giap «si parla troppo di Trieste» o no? – Un altro modo di vedere la realtà triestina.
Metz. Quali sono le reazioni quando, in altre parti d’Italia, racconti della destra austronostalgica e del neoindipendentismo triestino?

WM1. Venetisti e neoborbonici – In entrambi i casi si parte da alcuni dati di verità per arrivare a conclusioni grottesche – Le “due destre” del Nordest, la loro complementarità e le loro differenze – La questione dello sguardo obliquo: mai guardare i fenomeni in modo frontale – Il centro è cieco, la visione dell’insieme si ha dal margine – Ancora una volta: la mattonella di Piazza del Nettuno – [N.B. A questo momento della presentazione si è ispirato Fausto Vilevich per il video Carolo Sex, che proponiamo più sotto] – Anche su Giap funziona così – Nella frase “il centro è cieco”, quel centro è il discorso dominante – Che cos’è la Wu Ming Foundation: i gruppi di lavoro nati intorno a GiapCent’anni a Nordest non sarebbe stato possibile senza questa dimensione collettiva – Che cos’è Cent’anni a Nordest? È un resoconto psicanalitico – Si prenda ad esempio la scrittura di Sigmund Freud – L’inconscio collettivo del Nordest: gli aneddoti sono i sogni, le variazioni nei racconti sono i lapsus – «Scrive di cose futili», ma quelle «cose futili» sono le manifestazioni dell’inconscio del Nordest – I quattro fucilati di Cercivento e i “lapsus” degli Alpini – Un altro esempio di lapsus è l’uso dell’espressione “multiculturalismo triestino” come arma contro i migranti – Bisogna saperci fare, col sintomo – L’austronostalgia è diffusa in tutto il Nordest – Cosa c’entra l’austronostalgia con i venetisti “serenissimi”? C’entra – L’anno chiave è il 1866 – Come il Veneto fu annesso all’Italia in modo truffaldino – La battaglia navale di Lissa come “ultima grande vittoria della Serenissima” – Nella visione degli indipendentisti veneti, l’impero di Franz Joseph fu un continuatore della Serenissima – L’audiodocumentario Gott über alles di Jonathan Zenti – Di cosa è sintomo l’austronostalgia? – Stiamo continuando a pagare la corsa a nord e a est dell’imperialismo italiano.


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