Silvano Formigli Chianti Classico Figlio di Mezzadro (2 di 3) Da fine 1800 alla DOCG
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Prosegue la storia del Chianti Classico raccontata da Silvano Formigli per la presentazione del suo libro,. In questo video si racconta della formula ricasoliana, l'attenzione alla "malvagia" e non tanto al trebbiano e soprattutto le ricette di due vini di cui uno da invecchiamento solo con sangiovese.
Si analizza le zone dove sorgono le cantine di imbottigliamento che nascono su linee ferroviarie non solo per venderli ma anche per arrivo di vini dal sud... Nel 1932 arriva l’allargamento con scelta molto particolare politica e non territoriale, tanto bosco e poca vigna per la zona "Classico" e un assurdo allargamento del termine Chianti a mezza Toscana contro la storia.
La gestione della vigna con i mezzadri a governare i campi, castelli diventati ville di campagna e riserve di caccia ...
Coltivazione promiscua , l’acero maritato alla vite, in alto le terrazze
La fine della mezzadria dopo gelata 1956 e grandine a luglio 1959
Vigne abbandonate poi rinate con fondi Feoga e macchine , salari e tecnica, biotech, grappoli più grandi ma niente qualità e infine DOC negli anni ‘60 che tutelava tutto tranne qualità ...rese per ettaro e densità pianta fatta per usare 🚜 pensato per pianura padana, possibilità di usare vini fuori zona...
Venne anche imposta uva bianca ...
Il tutto porta a crisi di qualità pazzesca anni 70 ma sono anche anni che vedono nascere brand e marche ma non certo vini buoni (raddoppiando produzione...)
Primo cambio qualità per legge solo nel 1984 e comincia nel Chianti classico con resa a pianta e non per ettaro ...
Ma la strada da fare è lunga e le sottozone con ancora minacciate e invise ai grandi imbottigliatori.
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