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Moroder - Mattia Moroder

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La nascita del complesso agricolo risale alla metà del ’700, quando i Moroder, originari della Val Gardena, si spostano ad Ancona e acquistano i terreni sui quali oggi sorge l’azienda. L’anno di fondazione della cantina risale al 1837: l’azienda continua a passare di generazione in generazione fino a quando, nei primi anni 80, Alessandro Moroder e sua moglie Serenella decidono di dedicarsi con passione e impegno all’attività vitivinicola, dandole una nuova attenzione e rilevanza.
Una scelta convinta che porta in pochi anni ad un profondo rinnovo dei processi e della gestione. Il complesso rurale viene recuperato e impreziosito da una nuova distribuzione funzionale. Il comparto agricolo si concentra nella produzione del vino e la vision mira a “portare la cantina ad essere un punto di riferimento del panorama vitivinicolo marchigiano, facendo del Rosso Conero un prodotto di eccellenza in grado di rispettare e valorizzare il territorio”. I primi riconoscimenti sono immediati, tanto che il Conero Riserva di maggior prestigio, il Dorico, è il primo vino marchigiano ad ottenere i 3 bicchieri del Gambero Rosso con la vendemmia del ’88.
Oggi, il nuovo innesto generazionale persegue e fortifica la filosofia aziendale. L’azienda si presenta perfettamente inserita nel territorio, rispettosa della tradizione ma allo stesso tempo attenta alle nuove esigenze dei consumatori.
La brezza marina proveniente dal mare, un ricco suolo calcareo, le altitudini comprese tra i 180 e i 230 metri, l’esposizione prevalentemente a sud e sud-est: ecco gli elementi che costituiscono il nostro terroir e rendono unici i vini qui prodotti. I vigneti della tenuta si distendono sinuosi lungo le colline che circondano il Monte Conero.
Il Montepulciano è l’uva utilizzata in purezza per produrre il Rosso Conero e, con un’estensione di circa 22 ettari, rappresenta il vitigno maggiormente coltivato: vanta tra i suoi filari vigne fino a 70 anni di età. La restante superficie vitata, con un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, include diverse altre varietà, tra cui spiccano le “locali” Malvasia di Candia, Verdicchio e Moscato o le “internazionali” Merlot e Sirah.
Le rese variano in funzione dell’età dei vigneti, dell’esposizione e del clima, ma si attestano mediamente sui 70-80 quintali per ettaro.
Il cuore pulsante dell’azienda è la cantina. Questa è ricavata dal settecentesco volume e attualmente, in seguito a un rispettoso restauro, ospita al piano terra gli spazi destinati alla vinificazione.
Le grandi botti di rovere francese e di Slavonia sono situate in quella che era l’antica stalla dell’azienda. Da questa si scende nell’antica grotta voltata, parzialmente scavata nelle argille sottostanti: inizialmente si trattava di una neviera, dove la neve pressata con la paglia creava un locale adatto alla conservazione degli alimenti. Oggi, grazie a condizioni ideali di temperatura ed umidità, il locale è destinato ad accogliere le piccole botti per l’affinamento e la maturazione del vino.
Con il progressivo aumento dell’estensione viticola, è nata infine l’esigenza di ampliare la cantina. La nuova struttura si sviluppa interamente nel sottosuolo: la sua architettura è studiata per ottenere il giusto equilibrio termo igrometrico. Qui si dividono più ambienti: dai locali riservati alla produzione e allo stoccaggio del vino, alla sala degustazione e la barricaia. Destinata all’affinamento e alla maturazione delle riserve, si caratterizza per il particolare soffitto voltato in terracotta e le pareti in rovere.
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Una scelta convinta che porta in pochi anni ad un profondo rinnovo dei processi e della gestione. Il complesso rurale viene recuperato e impreziosito da una nuova distribuzione funzionale. Il comparto agricolo si concentra nella produzione del vino e la vision mira a “portare la cantina ad essere un punto di riferimento del panorama vitivinicolo marchigiano, facendo del Rosso Conero un prodotto di eccellenza in grado di rispettare e valorizzare il territorio”. I primi riconoscimenti sono immediati, tanto che il Conero Riserva di maggior prestigio, il Dorico, è il primo vino marchigiano ad ottenere i 3 bicchieri del Gambero Rosso con la vendemmia del ’88.
Oggi, il nuovo innesto generazionale persegue e fortifica la filosofia aziendale. L’azienda si presenta perfettamente inserita nel territorio, rispettosa della tradizione ma allo stesso tempo attenta alle nuove esigenze dei consumatori.
La brezza marina proveniente dal mare, un ricco suolo calcareo, le altitudini comprese tra i 180 e i 230 metri, l’esposizione prevalentemente a sud e sud-est: ecco gli elementi che costituiscono il nostro terroir e rendono unici i vini qui prodotti. I vigneti della tenuta si distendono sinuosi lungo le colline che circondano il Monte Conero.
Il Montepulciano è l’uva utilizzata in purezza per produrre il Rosso Conero e, con un’estensione di circa 22 ettari, rappresenta il vitigno maggiormente coltivato: vanta tra i suoi filari vigne fino a 70 anni di età. La restante superficie vitata, con un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, include diverse altre varietà, tra cui spiccano le “locali” Malvasia di Candia, Verdicchio e Moscato o le “internazionali” Merlot e Sirah.
Le rese variano in funzione dell’età dei vigneti, dell’esposizione e del clima, ma si attestano mediamente sui 70-80 quintali per ettaro.
Il cuore pulsante dell’azienda è la cantina. Questa è ricavata dal settecentesco volume e attualmente, in seguito a un rispettoso restauro, ospita al piano terra gli spazi destinati alla vinificazione.
Le grandi botti di rovere francese e di Slavonia sono situate in quella che era l’antica stalla dell’azienda. Da questa si scende nell’antica grotta voltata, parzialmente scavata nelle argille sottostanti: inizialmente si trattava di una neviera, dove la neve pressata con la paglia creava un locale adatto alla conservazione degli alimenti. Oggi, grazie a condizioni ideali di temperatura ed umidità, il locale è destinato ad accogliere le piccole botti per l’affinamento e la maturazione del vino.
Con il progressivo aumento dell’estensione viticola, è nata infine l’esigenza di ampliare la cantina. La nuova struttura si sviluppa interamente nel sottosuolo: la sua architettura è studiata per ottenere il giusto equilibrio termo igrometrico. Qui si dividono più ambienti: dai locali riservati alla produzione e allo stoccaggio del vino, alla sala degustazione e la barricaia. Destinata all’affinamento e alla maturazione delle riserve, si caratterizza per il particolare soffitto voltato in terracotta e le pareti in rovere.
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