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Quando ZIDANE UMILIO' il Brasile di Ronaldo, Kakà e Ronaldinho

12:22
 
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◾ La partita perfetta di Zidane contro il Brasile ◾ Il 25 aprile 2006, a un mese dalla fine di una Liga che ha ormai preso la via di Barcelona, Zinedine Zidane dice basta. Uno dei migliori giocatori della storia lascia il calcio. La notizia era nell’aria da tempo. Zizou e’ a pochi passi dal compiere trentaquattro anni. La classe non si discute, ma il ciclo dei “Galacticos”, una squadra spaventosa solo a leggere la formazione, che avrebbe potuto e dovuto vincere molto di piu’, e’ finito. I “Blancos” arrivano da tre stagioni disastrose. Un via vai di tecnici, giocatori e dirigenti che non ha portato a nessun successo, se non una misera Supercopa del Rey. L’ultima Liga e’ datata 2003. La decima Champions non si e’ vista nemmeno da lontano. Inoltre, aggiungeteci il fatto che a febbraio Florentino Perez, artefice del rinascimento madridista, si e’ dimesso, aprendo la strada a nuove elezioni. C’e’ aria di rifondazione e il numero 5 francese capisce che il cerchio si sta chiudendo. Il 7 maggio, in quella che e’ stata la sua casa per cinque anni, gioca il suo match d’addio. I suoi compagni indossano una maglietta commemorativa e i tifosi srotolano uno striscione che recita: “Thanks for the magic”. Lui non si scompone piu’ di tanto, non e’ tipo che lascia trasparire emozioni. Un mediterraneo freddo, che le emozioni, semmai, le regala al pubblico. Segna una rete, la partita finisce in parita’ e la stagione, fallimentare, del Real termina li’. Non quella di Zizou, che da capitano e uomo squadra vola in ritiro con la Francia. Quella Francia dalla quale si era gia’ separato dopo la debacle di Euro 2004. I campioni in carica sconfitti dalla Grecia. Lui non ci sta e saluta il gruppo, ma dodici mesi dopo ci ripensa. Il Mondiale e’ alle porte e lui ci tiene tantissimo. Non si immagina una triste tournee’ di addio. Si e’ preparato per essere al top un mese intero, per arrivare fino in fondo. Niente Sunset Boulevard, anzi. Come una rockstar del pallone, vuole chiudere con un ultimo torneo da vincente. Vuole che sia indimenticabile. Vuole la seconda coppa, dopo quella del ‘98.

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