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Eutanasia

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Buongiorno, io sono Roberto e questo è “Indizi di futuro” il podcast che indaga il presente per immaginare come sarà il domani. Ogni mattina alcune notizie apparse sui principali quotidiani, si trasformano in una scintilla che accende un faro sul divenire della nostra società. Oggi parleremo di eutanasia, la parola proviene dal greco e significa buona morte, un paradosso perché una morte non può essere mai buona, a meno che, una terribile è inguardabile malattia, ad esempio, condanni a una lunga e senza speranza agonia. In questo caso si può fare un’eutanasia passiva, smettendo di somministrare i farmaci che terrebbero in vita la persona, oppure attiva somministrando una sostanza capace di uccidere. Quando è richiesta dal paziente è volontaria. Chissà se è giusto o meno aiutare qualcuno a cercare una “buona morte”, ovvero commettere un omicidio. Non dimentichiamo che esistono in diversi paesi degli omicidi legali, ad esempio la pena di morte, e in quasi tutti i paesi la legittima difesa, ma non divaghiamo. La Spagna ha introdotto ieri la legge sull’eutanasia. Il paziente deve farne richiesta, ovvero dare il proprio consenso per ben quattro volte, in un processo che dura cinque settimane e che prevede siano due medici estranei al caso a essere testimoni. Resta imprescindibile che il richiedente deve essere affetto da una malattia incurabile o da dolori cronici tali da rendere insopportabile il vivere. Ovviamente il personale addetto a tale procedura, sia attiva o passiva, sia che interessi la sola prescrizione del farmaco al paziente che lo utilizza per suo conto, o che attivamente lo somministra, potrà essere obiettore di coscienza. Qui si deve fare una profonda riflessione sul noto giuramento di Ippocrate che ogni medico recita prima di iniziare la professione, da cui estrapolo una parte saliente per il nostro oggetto: “Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, ne suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.” Senza ulteriori indagini, già a prima vista direi che i due dettami stridono, sia per con alcune realtà presenti, quali l’aborto, che con realtà future come potrebbe essere l’eutanasia. Non si tratta della prima volta, che una nazione compie questo passo, sono ben sette le nazioni al mondo dove tale procedura è consentita, il primo fu l’Olanda circa venti anni fa. Per rimanere in Europa anche Belgio e Lussemburgo ammettono l’eutanasia, e se invece guardiamo al mondo intero, dobbiamo aggiungere Canada e Nuova Zelanda. In diversi paesi, tra cui la Svizzera, il suicidio assistito è praticato, ma non c’è una legge che ne regoli i metodi. In Italia l’eutanasia è illegale, se ne discute da tempo, ovvero si discute o meno per ciò che attiene alla disponibilità della propria vita, perché di questo si tratta, di poter disporre della propria vita, di poter autodeterminare la propria esistenza. L’articolo 579 del codice penale vieta l’omicidio del consenziente, e quindi questo deve essere abrogato per far si che anche nel nostro paese l’eutanasia possa avere corso legale. L’associazione Coscioni si batte in Italia affinché l’eutanasia diventi legale. La stessa associazione si è battuta a lungo per il testamento biologico che il 14 dicembre 2017, è divenuto legge, ovvero da quella data è possibile dichiarare le proprie disposizioni anticipate di trattamento, ossia si possono dare disposizioni per un momento futuro in cui non si sarà capaci di intendere e di volere. Bene il mondo cambia. A domani.
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