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LO STRUFFALLOCERO BLU di Ursula Wölfel e Roger Olmos (focus)

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Vedi libro: https://www.libri.it/struffallocero-blu Nella calda savana, i facoceri grufolano contenti alla ricerca di gustose radici da mangiare e al tramonto si concedono rilassanti bagni di fango… tutti tranne uno, che se ne sta in disparte, disgustato da quei corpi tozzi e grigi e da quei grugni pieni di verruche. Ignaro di essere esattamente come loro, questo facocero si tiene alla larga dai suoi simili, finché un giorno, specchiandosi nell’acqua del lago, scopre l’amara verità. Affranto per il suo aspetto così rozzo e ordinario, il facocero scorge nello stagno uno splendido pesce blu. Da quell’istante non riesce a pensare ad altro che a quel colore così elegante… e lo desidera tanto ardentemente che, risvegliandosi dopo una notte di sonno, scopre di essere diventato dello stesso blu brillante di quel pesce! Orgoglioso e soddisfatto, il facocero blu corre a pavoneggiarsi in giro, ma incontra tanti altri animali che gli sembrano più belli, più eleganti e più maestosi di lui. Così, notte dopo notte, il facocero desidera un collo da giraffa, una criniera da leone, lunghe zampe da struzzo… Il facocero vede tutti i suoi desideri esauditi, ciò nonostante è sempre insoddisfatto: l’erba del vicino gli sembra più verde, e l’invidia non gli permette di apprezzare quello che ha. A forza di volersi diverso, si trasforma al punto di smarrire la propria identità. Per ritrovarla, corre fiducioso in città dagli uomini, che conoscono il nome di ogni cosa, e infatti una bambina gli svela il suo: è uno struffallocero blu! Entusiasta di avere di nuovo un nome, l’animale danza fino allo sfinimento e si addormenta, finalmente felice… salvo risvegliarsi l’indomani mattina in una gabbia. È diventato un animale straordinario, da mettere in mostra, e tutti gli umani accorrono ad ammirarlo e a vederlo danzare, ma dietro le sbarre lo struffallocero è triste. Non mangia, non beve e non si muove. Non ha voglia di fare niente. Vorrebbe essere libero e avere un paio di ali per volare via come un uccello. Per fortuna, anche questa volta viene accontentato: può spiccare il volo e, tornando verso casa, lanciare doni dal cielo a tutti gli animali di cui ha preso in prestito un pezzo, per ringraziarli. Giunto allo stagno dei facoceri, lo struffallocero prova perfino un po’ di nostalgia: loro si divertono tanto insieme, e lui invece è sempre solo! È l’unico esemplare della sua specie e non ha compagni con cui trascorrere il tempo. Ma, ancora una volta, gli basta addormentarsi per risolvere il problema… e capire che a volte bisogna imparare ad accontentarsi di ciò che si ha, e stare molto ma molto attenti a ciò che si desidera! Dalla penna della premiata autrice tedesca Ursula Wölfel (1922-2014), un racconto surreale e divertente per capire che voler essere speciali a tutti i costi può farci sentire molto soli e che, anche se a volte pensiamo di essere ordinari, ciascuno di noi è unico. Definita “la Rodari tedesca”, Ursula Wölfel ha lavorato come insegnante e educatrice, per poi dedicarsi alla narrativa a tempo pieno. Ha scritto una quarantina di libri per bambini ricevendo numerosi premi, tra cui il prestigioso Jugendliteraturpreis, il più importante riconoscimento tedesco nell’ambito della letteratura per l’infanzia. Le sue storie non narrano le gesta di personaggi magici e straordinari, ma raccontano la realtà quotidiana con tanto senso dell’umorismo e un pizzico di assurdo. Il suo Struffallocero blu (Das blaue Wagilö) arriva finalmente in edizione italiana, arricchito dalle spassose illustrazioni a olio di Roger Olmos. Innamoratissimo degli animali, l’artista catalano interpreta alla perfezione l’ironia del testo, accompagnandoci in un mondo pieno di animali buffissimi e variopinti. La biblioteca della Ciopi presenta una nuova storia che farà riflettere adulti e bambini sul modo in cui ciascuno percepisce il proprio corpo, e sull’importanza di accettarsi e volersi bene così come si è. Mirta Cimmino
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