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Il corpo senza organi

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Il corpo senza organi (tratto da: IL TOCCO SUPERNO. La via della sensualità multidimensionale, di Franco Santoro)

Per informazioni info@institutum.org

Tutte le informazioni fornite in questo podcast sono presentate unicamente per stimolare la consapevolezza e le intuizioni del lettore, e non sono intese a sostituire la sua ricerca ed esperienza diretta. Questo podcast non costituisce l’enunciazione di verità assolute, bensì di un punto di vista limitato, parte di una visione più ampia o di un messaggio strategico inteso a scuotere la coscienza dall’assuefazione a pregiudizi e idee fisse.

Il corpo senza organi è un corpo privo di alcun limite, in totale unità con la realtà dell’esistenza. Sul versante opposto il corpo fisico, dominato dal funzionamento precario dei suoi organi interni, rappresenta l'identità separata intrappolata in un mondo predatorio. L'essere umano confonde in continuazione il corpo senza organi, con quello fisico provvisto di organi. Ogni tragedia personale e collettiva, così come ogni possibile conflitto, si fonda su questa confusione. Ciascun essere umano dispone di un corpo senza organi, ma attribuisce questo corpo alla realtà separata dei corpi con organi, per cui di fatto vive intrappolato nella realtà virtuale e meccanica fondata sull’organicità.

Osservando bene il funzionamento del corpo con organi si può notare che la sua struttura è organizzata in maniera meccanica, gerarchica e dittatoriale. Al di là delle sue copiose mistificazioni romantiche e religiose, si tratta di un regime fondato sulla schiavitù e il terrore.

Gli organi digestivi richiedono cibo in continuazione, per cui occorre lavorare per procurarselo. I residui del corpo organico necessitano di essere eliminati e gestiti pena il rischio di epidemie e infezioni. Bisogna proteggersi da circostanze ambientali dannose o da altri corpi con organi che possono aggredirti. Inoltre, da un momento all’altro, il funzionamento di un organo può venire meno e richiedere sforzi e dolori aggiuntivi, destinati a incentivarsi con il passare del tempo fino a conseguenze fatali inevitabili. Poi ci sono gli organi di riproduzione che esigono sesso per garantire la sopravvivenza della specie e per fornire allo stesso tempo un’evasione provvisoria dalle frustrazioni organiche della vita.

Il termine corpo senza organi, coniato dal drammaturgo Antonin Artaud, rappresenta l’elemento centrale del pensiero dei filosofi Gilles Deleuze e Félix Guattari. Al di là delle loro considerazioni la consapevolezza di questo corpo è un dato scontato sin dagli albori dello sciamanesimo. Del resto, una delle cerimonie d’iniziazione sciamanica più diffuse (e non necessariamente metaforica) comporta proprio lo smembramento o svuotamento degli organi interni del corpo.

Antonin Artaud si riferì al corpo senza organi dicendo: “Legatemi pure se volete, ma non c’è nulla di più inutile di un organo. Quando gli avrete fatto un corpo senza organi, l’avrete liberato di tutti i suoi automatismi e restituito alla sua vera libertà”.

Deleuze e Guattari descrivono il corpo senza organi da diverse prospettive e con un’ampia varietà di significati, per cui le loro posizioni sfuggono a qualunque possibilità di classificazione, appunto perché hanno una valenza multidimensionale.

In particolare, questi filosofi distinguono tra due sistemi organizzativi: gerarchici e rizomatici. Il primo sistema è autoritario, tipico della realtà consensuale, strutturato gerarchicamente e in modo verticale, lineare e unilaterale, come la conformazione di un albero genealogico. Questa struttura arborescente è caratterizzata da rigorosi elementi binari e si fonda sull’identificazione incessante di due polarità.

Il secondo è multidimensionale, in rapporto metaforico con il rizoma, una modificazione del fusto di una pianta generalmente da verticale a orizzontale. La caratteristica del rizoma è di adattarsi a circostanze avverse sviluppando nuove piante dal suo fusto. La struttura rizomatica può stabilire molteplici connessioni sia verticali sia orizzontali, senza gerarchie interne e priva dell’asservimento a punti di entrata e uscita stabiliti. A differenza della struttura dell’albero, che fissa un ordine preciso dotato di specifici punti distribuiti gerarchicamente, ogni punto di un rizoma può essere connesso a qualsiasi altro. La sua natura è multidimensionale e si manifesta esplicitamente nella molteplicità:

Le molteplicità sono rizomatiche e denunciano le pseudomolteplicità arborescenti. Nessuna unità che serva da perno nell’oggetto né che si divida nel soggetto. Nessuna unità se non per abortire nell’oggetto e per ritornare nel soggetto. Una molteplicità non è né soggetto né oggetto, ma soltanto determinazioni, grandezze, dimensioni.

Il corpo senza organi è multidimensionale, privo della dipendenza da organi interni, così come dall’asservimento alla dinamica soggetto e oggetto. Ne deriva che ogni corpo possibile può essere anche il suo. Il desiderio per un altro corpo è quindi immediatamente soddisfatto perché svincolato dall’asservimento organico allo spazio e al tempo. Il corpo senza organi è l’antitesi del paradigma umano, il corpo negato e perduto per eccellenza. La domanda è “come farsi un corpo senza organi?”. Deleuze e Guattari rispondono che:

In qualsiasi caso ne avete uno (o molti), non tanto perché preesista o sia dato già fatto anche se, sotto certi aspetti, preesiste - ma ne fate uno comunque, non potete desiderare senza farne uno – E vi aspetta, è un esercizio, una sperimentazione inevitabile, già compiuta nel momento in cui l’intraprendete e che non si compie finché non l’intraprendete. Non è rassicurante perché potete fallire. Oppure può essere terrificante, può condurvi alla morte. […] Il Corpo senza Organi non lo si raggiunge, non si può raggiungere, non si finisce mai di accedervi, è un limite.

Da un lato c’è il corpo fisico convenzionale, quello con cui legalmente e di fatto ogni essere umano s’identifica. La principale caratteristica di questo corpo è la sua dipendenza dalla linearità del tempo e dal genere sessuale, per cui esso nasce con una polarità maschile o femminile, cresce, invecchia e muore. Il suo aspetto estetico dipende solo in minima parte dalla volontà del soggetto. Questi, sebbene possa talvolta intervenire per cambiare o preservare alcune caratteristiche del suo corpo, non può impedirne l’invecchiamento, la malattia e la morte, così come è pressoché impotente riguardo ad altre circostanze che possono influenzare la sua esistenza fisica...

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Il corpo senza organi è un corpo privo di alcun limite, in totale unità con la realtà dell’esistenza. Sul versante opposto il corpo fisico, dominato dal funzionamento precario dei suoi organi interni, rappresenta l'identità separata intrappolata in un mondo predatorio. L'essere umano confonde in continuazione il corpo senza organi, con quello fisico provvisto di organi. Ogni tragedia personale e collettiva, così come ogni possibile conflitto, si fonda su questa confusione. Ciascun essere umano dispone di un corpo senza organi, ma attribuisce questo corpo alla realtà separata dei corpi con organi, per cui di fatto vive intrappolato nella realtà virtuale e meccanica fondata sull’organicità.

Osservando bene il funzionamento del corpo con organi si può notare che la sua struttura è organizzata in maniera meccanica, gerarchica e dittatoriale. Al di là delle sue copiose mistificazioni romantiche e religiose, si tratta di un regime fondato sulla schiavitù e il terrore.

Gli organi digestivi richiedono cibo in continuazione, per cui occorre lavorare per procurarselo. I residui del corpo organico necessitano di essere eliminati e gestiti pena il rischio di epidemie e infezioni. Bisogna proteggersi da circostanze ambientali dannose o da altri corpi con organi che possono aggredirti. Inoltre, da un momento all’altro, il funzionamento di un organo può venire meno e richiedere sforzi e dolori aggiuntivi, destinati a incentivarsi con il passare del tempo fino a conseguenze fatali inevitabili. Poi ci sono gli organi di riproduzione che esigono sesso per garantire la sopravvivenza della specie e per fornire allo stesso tempo un’evasione provvisoria dalle frustrazioni organiche della vita.

Il termine corpo senza organi, coniato dal drammaturgo Antonin Artaud, rappresenta l’elemento centrale del pensiero dei filosofi Gilles Deleuze e Félix Guattari. Al di là delle loro considerazioni la consapevolezza di questo corpo è un dato scontato sin dagli albori dello sciamanesimo. Del resto, una delle cerimonie d’iniziazione sciamanica più diffuse (e non necessariamente metaforica) comporta proprio lo smembramento o svuotamento degli organi interni del corpo.

Antonin Artaud si riferì al corpo senza organi dicendo: “Legatemi pure se volete, ma non c’è nulla di più inutile di un organo. Quando gli avrete fatto un corpo senza organi, l’avrete liberato di tutti i suoi automatismi e restituito alla sua vera libertà”.

Deleuze e Guattari descrivono il corpo senza organi da diverse prospettive e con un’ampia varietà di significati, per cui le loro posizioni sfuggono a qualunque possibilità di classificazione, appunto perché hanno una valenza multidimensionale.

In particolare, questi filosofi distinguono tra due sistemi organizzativi: gerarchici e rizomatici. Il primo sistema è autoritario, tipico della realtà consensuale, strutturato gerarchicamente e in modo verticale, lineare e unilaterale, come la conformazione di un albero genealogico. Questa struttura arborescente è caratterizzata da rigorosi elementi binari e si fonda sull’identificazione incessante di due polarità.

Il secondo è multidimensionale, in rapporto metaforico con il rizoma, una modificazione del fusto di una pianta generalmente da verticale a orizzontale. La caratteristica del rizoma è di adattarsi a circostanze avverse sviluppando nuove piante dal suo fusto. La struttura rizomatica può stabilire molteplici connessioni sia verticali sia orizzontali, senza gerarchie interne e priva dell’asservimento a punti di entrata e uscita stabiliti. A differenza della struttura dell’albero, che fissa un ordine preciso dotato di specifici punti distribuiti gerarchicamente, ogni punto di un rizoma può essere connesso a qualsiasi altro. La sua natura è multidimensionale e si manifesta esplicitamente nella molteplicità:

Le molteplicità sono rizomatiche e denunciano le pseudomolteplicità arborescenti. Nessuna unità che serva da perno nell’oggetto né che si divida nel soggetto. Nessuna unità se non per abortire nell’oggetto e per ritornare nel soggetto. Una molteplicità non è né soggetto né oggetto, ma soltanto determinazioni, grandezze, dimensioni.

Il corpo senza organi è multidimensionale, privo della dipendenza da organi interni, così come dall’asservimento alla dinamica soggetto e oggetto. Ne deriva che ogni corpo possibile può essere anche il suo. Il desiderio per un altro corpo è quindi immediatamente soddisfatto perché svincolato dall’asservimento organico allo spazio e al tempo. Il corpo senza organi è l’antitesi del paradigma umano, il corpo negato e perduto per eccellenza. La domanda è “come farsi un corpo senza organi?”. Deleuze e Guattari rispondono che:

In qualsiasi caso ne avete uno (o molti), non tanto perché preesista o sia dato già fatto anche se, sotto certi aspetti, preesiste - ma ne fate uno comunque, non potete desiderare senza farne uno – E vi aspetta, è un esercizio, una sperimentazione inevitabile, già compiuta nel momento in cui l’intraprendete e che non si compie finché non l’intraprendete. Non è rassicurante perché potete fallire. Oppure può essere terrificante, può condurvi alla morte. […] Il Corpo senza Organi non lo si raggiunge, non si può raggiungere, non si finisce mai di accedervi, è un limite.

Da un lato c’è il corpo fisico convenzionale, quello con cui legalmente e di fatto ogni essere umano s’identifica. La principale caratteristica di questo corpo è la sua dipendenza dalla linearità del tempo e dal genere sessuale, per cui esso nasce con una polarità maschile o femminile, cresce, invecchia e muore. Il suo aspetto estetico dipende solo in minima parte dalla volontà del soggetto. Questi, sebbene possa talvolta intervenire per cambiare o preservare alcune caratteristiche del suo corpo, non può impedirne l’invecchiamento, la malattia e la morte, così come è pressoché impotente riguardo ad altre circostanze che possono influenzare la sua esistenza fisica...

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