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Episodio 72. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri all'8 settembre

12:05
 
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Dunque partiamo dall’8 settembre 1943. O forse dovremmo consigliarvi prima di ascoltare almeno le due puntate precedenti (70 e 71) dedicate alla morte del Comandante Generale, al cosiddetto arresto di Mussolini e alla situazione generale dell’Italia in un periodo davvero drammatico. Se mi permettere una battuta triste: il peggio deve ancora venire.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali. La perdita delle due più importanti figure dell’Arma di quel periodo, il comandante generale proveniente dai Carabinieri e il suo capo di stato maggiore, una fine mente dotata di grandi capacità, mette in crisi il piccolo centro nevralgico dei Carabinieri. Il generale Angelo Cerica subentra ad Hazon e svolge il ruolo di Comandante sino all’8/9 settembre 1943. La dichiarazione d’armistizio lo coglie a Roma ed egli, dopo aver esortato gli ufficiali e i sottufficiali della legione allievi Carabinieri a difendere la capitale, si sottrasse alla cattura e si nascose in Abruzzo, venendogli poi riconosciuta la qualifica di “partigiano isolato”.

Il nuovo capo di stato maggiore, il colonnello Dino Tabellini, assunse l’incarico qualche tempo dopo la morte di Barengo ed era presente a Roma quando fu diramato il proclama di Badoglio. Ebbe un ruolo anche nei mesi successivi al quella data.

Il Comando Generale fu dichiarato sciolto, a voce, dallo stesso Comandante Generale anche se poi Tabellini ne dispose il riavvio, consentendo poi lo spostamento del medesimo al Nord dove fu poi assorbito definitivamente dal comando generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ibrido malformato della Repubblica Sociale Italiana.

Diversa fu la situazione per l'Arma territoriale, le Stazioni Carabinieri e i comandi superiori fino alla legione. Questi reparti dei Carabinieri ebbero vita distinta rispetto a quella dei reparti mobilitati, battaglioni e sezioni Carabinieri Reali mobilitati. Diverse furono le vicende per i Carabinieri che si trovavano all'estero, specialmente nei Balcani.

Ci trovate anche su YouTube dove abbiamo caricato sul nostro canale qualche episodio dedicato all'8 settembre a Roma.

Per approfondire: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Il Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri (vari articoli).

Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino.

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Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali. La perdita delle due più importanti figure dell’Arma di quel periodo, il comandante generale proveniente dai Carabinieri e il suo capo di stato maggiore, una fine mente dotata di grandi capacità, mette in crisi il piccolo centro nevralgico dei Carabinieri. Il generale Angelo Cerica subentra ad Hazon e svolge il ruolo di Comandante sino all’8/9 settembre 1943. La dichiarazione d’armistizio lo coglie a Roma ed egli, dopo aver esortato gli ufficiali e i sottufficiali della legione allievi Carabinieri a difendere la capitale, si sottrasse alla cattura e si nascose in Abruzzo, venendogli poi riconosciuta la qualifica di “partigiano isolato”.

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Il Comando Generale fu dichiarato sciolto, a voce, dallo stesso Comandante Generale anche se poi Tabellini ne dispose il riavvio, consentendo poi lo spostamento del medesimo al Nord dove fu poi assorbito definitivamente dal comando generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ibrido malformato della Repubblica Sociale Italiana.

Diversa fu la situazione per l'Arma territoriale, le Stazioni Carabinieri e i comandi superiori fino alla legione. Questi reparti dei Carabinieri ebbero vita distinta rispetto a quella dei reparti mobilitati, battaglioni e sezioni Carabinieri Reali mobilitati. Diverse furono le vicende per i Carabinieri che si trovavano all'estero, specialmente nei Balcani.

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