Trent'anni dall’omicidio di Cheb Hasni
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Giovedi 29 settembre 1994, ore 14 un’edizione straordinaria della TV algerina annuncia l’assassinio di Cheb Hasni, sotto casa dei suoi nel quartiere Gambetta, Orano. In poche minuti la notizia fa il giro della città, nel pomeriggio il quartiere di Gambetta è invaso da migliaia di giovani, ragazzi e ragazze, sotto shock, increduli, disperati, arrabbiati. Nella vita di molti algerini c' è un prima e un dopo quella data. Eravamo in pieno decennio nero ( la guerra tra esercito e gruppi integralisti armati che fece 200 mila morti), il paese sprofondava nella violenza alla media di mille morti a settimana. Gli omicidi mirati avevano spinto intellettuali, giornalisti, artisti e accademici a cercare rifugio in Tunisia e in Francia. Cheb Hasni nonostante le minacce di morte decise di rimanere ad Orano per stare con la sua gente, regalare ogni settimane nuovi brani. In meno di otto anni registra 150 cassette e 900 canzoni. In una delle ultime interviste, l’inviato della francese TV5 gli chiede perché non vuole andare via nonostante le minacce di morte ? “ Qui sono a casa mia, ho i miei amici, i miei parenti , i giovani adorano la mia musica” - Come vedi il tuo futuro qui? “ non lo so, è El Mektoub, è già tutto scritto, è il destino” Nella rivendicazione i GIA, la corrente salafista del gruppi armati, lo accusano di " aver diffuso con la sua musica il vizio nella società". Il giorno dopo il suo assassinio Il quotidiano algerino El Watan titola in prima pagina " cantava l' amore ".
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