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Storia di due monete - EPT #43

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Taluni ritengono la moneta un non senso, una semplice convenzione legale senza alcun fondamento in natura, perché, cambiato l’accordo tra quelli che se ne servono, non ha più valore alcuno e non è più utile per alcuna necessità della vita…”. Nella “Politica” il sommo Aristotele aveva già messo a fuoco l’intrinseca inconsistenza, la forza meramente convenzionale della moneta.
Ma questa congenita gracilità non ha impedito alla moneta di arrivare fino ad oggi. Miracolo? Forse no.
Forse la spiegazione risiede piuttosto nell’affascinante teoria mediante la quale Yuval Noah Harari spiega, nell’ormai celeberrimo “Da animali a Dei”, come l’Homo sapiens è riuscito a dominare il mondo: sono la forza dell’immaginazione e la capacità di creare storie a cui tutti credono, secondo Harari, gli elementi che hanno reso gli uomini dominatori incontrastati. Ecco, tra queste storie, la moneta è una delle più potenti ed antiche, una narrazione che si rinnova, ma non si estingue, radicata com’è in alcuni incomprimibili bisogni del vivere associato.
Ad “Economia per tutti”, lo sapete, amiamo le storie. Le storie laterali rispetto al fatto economico, certo, quelle con le quali ci piace arrivare a parlare di economia attraverso percorsi trasversali e (ci auguriamo) sorprendenti, ma anche le storie che illuminano direttamente il nocciolo duro delle vicende economico-finanziarie.
Questa settimana, quindi, abbiamo scelto di dedicare la “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester a ripercorrere, alla maniera nostra, la storia della moneta.
Se avrete voglia di unirvi a noi, vi condurremo in un viaggio che muove dal palazzo del Re Creso, che ha forse visto il conio della prima moneta, e attraverso le note di banco, aka banconote partorite dal genio mercantile toscano, arriva fino al Ferragosto forse più gravido di conseguenze della storia economica recente. 15 agosto 1971: Nixon annuncia la fine della parità aurea e inaugura una nuova fase della storia della moneta.
Che cosa significò quella svolta? Come e perché da allora la fiducia riposta nelle Banche Centrali, che emettono denaro e ne fissano il valore, è diventata elemento basilare e intrinseco della moneta?
Ed ora, con l’avvento delle criptovalute - strumenti basati sulla trustless, cioè sulla sostituzione dell’elemento fiduciario con l’algida blockchain - stiamo vivendo una disruption paragonabile a quella svolta? Ma sono davvero da considerarsi nuove monete le criptovalute? Possono essere riserve di valore con la loro esasperata volatilità? Possono fungere come unità di conto e mezzo di scambio finché beni e si scambiano e si prezzano sulla base delle valute tradizionali? O forse sarà proprio la versione digitale, ormai incombente, delle monete tradizionali a sdognare le criptovalute e a rendercele meno esotiche? Ma come si concilia, infine, questa corsa alla digitalizzazione della moneta con l’idea antica e geniale, che profuma di Banca di ferro di Braavos in Game of Thrones, di far coniare dal Tesoro Usa, in unico esemplare, una moneta da un trilione di dollari per uscire dallo stallo politico sulla medievale regola del debt ceiling?
Se vi incuriosiscono alcune delle risposte che abbiamo abbozzato, non occorrono né euro né bitcoin. Basta scegliere di ascoltarci sulla piattaforma che preferite

web: http://www.PianoInclinato.it

email: redazione@pianoinclinato.it

Newsletter di Economia per tutti: https://tinyletter.com/PianoInclinato

Sottofondo musicale e sigla by Kevin MacLeod https://incompetech.filmmusic.io/song/4450-sweeter-vermouth License: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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Ma questa congenita gracilità non ha impedito alla moneta di arrivare fino ad oggi. Miracolo? Forse no.
Forse la spiegazione risiede piuttosto nell’affascinante teoria mediante la quale Yuval Noah Harari spiega, nell’ormai celeberrimo “Da animali a Dei”, come l’Homo sapiens è riuscito a dominare il mondo: sono la forza dell’immaginazione e la capacità di creare storie a cui tutti credono, secondo Harari, gli elementi che hanno reso gli uomini dominatori incontrastati. Ecco, tra queste storie, la moneta è una delle più potenti ed antiche, una narrazione che si rinnova, ma non si estingue, radicata com’è in alcuni incomprimibili bisogni del vivere associato.
Ad “Economia per tutti”, lo sapete, amiamo le storie. Le storie laterali rispetto al fatto economico, certo, quelle con le quali ci piace arrivare a parlare di economia attraverso percorsi trasversali e (ci auguriamo) sorprendenti, ma anche le storie che illuminano direttamente il nocciolo duro delle vicende economico-finanziarie.
Questa settimana, quindi, abbiamo scelto di dedicare la “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester a ripercorrere, alla maniera nostra, la storia della moneta.
Se avrete voglia di unirvi a noi, vi condurremo in un viaggio che muove dal palazzo del Re Creso, che ha forse visto il conio della prima moneta, e attraverso le note di banco, aka banconote partorite dal genio mercantile toscano, arriva fino al Ferragosto forse più gravido di conseguenze della storia economica recente. 15 agosto 1971: Nixon annuncia la fine della parità aurea e inaugura una nuova fase della storia della moneta.
Che cosa significò quella svolta? Come e perché da allora la fiducia riposta nelle Banche Centrali, che emettono denaro e ne fissano il valore, è diventata elemento basilare e intrinseco della moneta?
Ed ora, con l’avvento delle criptovalute - strumenti basati sulla trustless, cioè sulla sostituzione dell’elemento fiduciario con l’algida blockchain - stiamo vivendo una disruption paragonabile a quella svolta? Ma sono davvero da considerarsi nuove monete le criptovalute? Possono essere riserve di valore con la loro esasperata volatilità? Possono fungere come unità di conto e mezzo di scambio finché beni e si scambiano e si prezzano sulla base delle valute tradizionali? O forse sarà proprio la versione digitale, ormai incombente, delle monete tradizionali a sdognare le criptovalute e a rendercele meno esotiche? Ma come si concilia, infine, questa corsa alla digitalizzazione della moneta con l’idea antica e geniale, che profuma di Banca di ferro di Braavos in Game of Thrones, di far coniare dal Tesoro Usa, in unico esemplare, una moneta da un trilione di dollari per uscire dallo stallo politico sulla medievale regola del debt ceiling?
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