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Focolaio a Guangzhou

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Benvenuti su Indizi di futuro. Oggi è giovedì 10 giugno 2021 Lo sanno tutti che nulla tornerà come prima, la nostra vita prepandemica è come un quotidiano dopo che si sono iniziate a vendere le prime televisioni televisioni. Uno sfacelo, e chi, ad esempio, pensava di continuare a vendere i giornali combattendo il nuovo nemico puntando sulla freschezza delle notizie, quando in tempo reale i concorrenti informavano e spesso mostravano l’accaduto con bellissimi filmati, ha chiuso i battenti della propria attività. Però i giornali ci sono ancora, hanno cambiato il proprio ruolo, e così qualcosa dobbiamo cambiare anche noi. Prendendo in prestito la definizione di Eraclito, potremmo dire “tutto scorre”. E sempre entrando nell’intimo dell’esistenza potremmo anche affermare che abbiamo tutti da sempre avuto paura del buio, un sentore vago ma ben presente che si è annidato chissà quanti millenni fa nei nostri più reconditi pensieri, e ora sappiamo che nel buio c’è un nuovo mostro che può ucciderci, e questo mostro è nascosto in una persona che si muove accanto a noi al supermarket, oppure è dentro al papà di un compagno di scuola di nostro figlio, che senza volerlo, in una catena senza fine lo farà entrare in casa nostra e poi dentro di noi. Forse facendoci rimpiangere il mostro che si vedeva bene quando si avvicinava e lo si poteva combattere con una lancia ben affilata. Comunque le cose stanno andando meglio, come a dire che abbiamo colpito il mostro in una sua parte vitale, anche se ieri ho letto di un focolaio in Cina a Guangzhou con le conseguenti precauzioni, quali la chiusura dei locali pubblici adibiti all’intrattenimento, e all’isolamento di alcuni quartieri dove le precauzioni sono ancora più severe. Pare che la severità abbia avuto un buon esito nel trattare la pandemia. Nulla tornerà come prima perché il mondo ha dato il via a processi che forse si sarebbero realizzati ugualmente, ma con tempistiche ben diverse. Tutto è accaduto in un attimo. Il mondo della scuola deve iniziare a ripensarsi, e sebbene la grande trasformazione si era preannunciata con l’acquisto di banchi singoli, speriamo si possa essere più attenti alle necessità degli studenti. L’educazione nella fase della preadolescenza è frutto delle pressioni verticali della famiglia, degli insegnati e dei media, e delle pressioni orizzontali degli amici e dei compagni di scuola. Con il tempo il peso di ciascuno di questi attori della formazione dell’individuo muta, ma in ogni caso ognuno continua a dare il proprio apporto. Quindi invece che i banchi magari compriamo degli iPad, e istituiamo corsi di studio che facciano comprendere l’importanza della relazioni umane, perché si può comperare il gioco più bello del mondo, ma ci si diverte di più a stare con gli amici e a giocare con loro. Probabilmente l’aver compreso il malessere della solitudine, dovrebbe aiutarci a muoverci in questa direzione, e per quanto riguarda le aziende anche se hanno compreso che con il telelavoro forse si risparmia, l’evoluzione professionale del lavoratore si costruisce respirando e vivendo il clima aziendale, nei bei momenti e nei brutti momenti, perché abbiamo necessità dell’aiuto degli altri, e se l’uomo è divenuto il dominatore della terra, almeno in questo momento, lo è divenuto non perché è il più forte, ma perché ha saputo unire le forze. Inoltre abbiamo compreso quale può essere il ruolo di uno Stato, la necessità di demandare a organizzazioni più grandi, alcuni compiti che altrimenti non si possono assolvere nel proprio piccolo. Siamo diventati più europeisti, e anche i venti di secessione alimentati dai vari nazionalismi sembrano sopiti. Siamo consci della nostra fragilità, più di quanto non lo fossimo prima della pandemia, quasi facesse parte della nostra evoluzione questa consapevolezza.
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