J-TACTICS (S06 E19)
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Diciannovesima puntata della sesta stagione di J-TACTICS, la rubrica di radiomegliodiniente.com, dedicata alla vecchia signora bianconera.
Focus sul big match andato in scena allo stadio San Siro di Milano tra la capolista Inter la più immediata inseguitrice, la Juve.
Il derby d'Italia se lo aggiudicano i padroni di casa.
Il gol nella propria porta di Gatti permette il primo vero e proprio tentativo di fuga ai nerazzurri, che potrebbe essere decisiva per la vittoria finale, con 4 punti di vantaggio.
Una sfida delicata e molto sentita, una partita a scacchi in cui sbagliare una mossa può condannare tutto il cammino di questo campionato.
Dopo il pareggio della gara di andata questa volta alla Scala del calcio l'Inter si prende l'intera posta.
Una vittoria non netta ma pesantissima per la classifica e soprattutto con effetti potenzialmente devastanti a livello psicologico per gli avversari.
Le due squadre giocano sul filo dell'equilibrio specchiandosi a vicenda con un classico 3-5-2 prudente.
La squadra di Allegri cerca di pungere ma resta sempre attenta, a volte eccessivamente, a non sbilanciarsi troppo.
Dall'altra parte però i nerazzurri pressano alto, si portano in avanti, e cercano il gol.
Nonostante ciò paradossalmente l'occasione più clamorosa capita a Vlahovic alla mezz'ora di gioco, il quale cerca il diagonale a pochi metri dalla porta ma viene fermato da Pavard.
La rete però sembra imminente, ed infatti arriva solo che a realizzarla è un giocatore bianconero, ma nella porta sbagliata.
Pavard prova a segnare in acrobazia, il pallone finisce a Gatti che colpisce fortuitamente e sfortunatamente di petto ingannando Szczesny.
Inter in vantaggio, più o meno meritatamente.
Per la squadra di Allegri è il danno e la beffa che condizionerà anche tutta la ripresa.
Nel secondo tempo la Juve prova a fare qualcosa di più, ma i padroni di casa risultano essere sempre più concreti ed incisivi sfiorando il raddoppio con il turco Calhanoglu, tra i migliori in campo, che calcia al volo dal limite dell'area colpendo clamorosamente il palo.
Le due squadre si allungano e la partita si accende dopo l'ora di gioco con diverse occasioni da ambo le parti.
Inzaghi intorno al settantesimo cambia l'assetto della sua squadra con gli ingressi Dumfries, Thuram e Arnautovic, per provare con forze fresche a chiudere una partita che restava comunque in bilico, contro un avversario fino a quel momento sterile ma sempre potenzialmente pericoloso.
Allegri attende i minuti finali tra l'88 e il '90 per provare ad agguantare il pareggio con forze fresche, entrano Miretti, Alex Sandro e il nuovo arrivato Alcaraz.
Sembrano tuttavia sostituzioni conservative che non producono l'effetto di cambiare l'assetto della squadra bianconera.
La vecchia signora prova a spingere nei minuti di recupero, cercando il gol che quantomeno lascerebbe lo status quo in classifica, ma alla fine viene condannata dall'autorete di Gatti nel primo tempo che decide il derby d'Italia.
L'Inter allunga di 4 punti, (essendoci in ballo la gara con l'Atalanta a fine mese, potenzialmente di 7) al momento non è la fuga decisiva ma sicuramente quanto basta per creare il primo solco in classifica tra le due principali contendenti per il titolo.
A Milano una Juve troppo guardinga, arruffona in fase offensiva e che a tratti quasi non sapeva cosa fare con la palla, più attenta a non farsi male che a farlo all'avversario lontana, lontanissima parente di quella che qualche anno prima aveva fatto urlare a squarcia gola Francesco Repice dopo il gol del 3-2 da infarto di Gonzalo Higuain: "La Juve non muore letteralmente mai!"
Di questo e altro parleremo in questa puntata! Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!
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Focus sul big match andato in scena allo stadio San Siro di Milano tra la capolista Inter la più immediata inseguitrice, la Juve.
Il derby d'Italia se lo aggiudicano i padroni di casa.
Il gol nella propria porta di Gatti permette il primo vero e proprio tentativo di fuga ai nerazzurri, che potrebbe essere decisiva per la vittoria finale, con 4 punti di vantaggio.
Una sfida delicata e molto sentita, una partita a scacchi in cui sbagliare una mossa può condannare tutto il cammino di questo campionato.
Dopo il pareggio della gara di andata questa volta alla Scala del calcio l'Inter si prende l'intera posta.
Una vittoria non netta ma pesantissima per la classifica e soprattutto con effetti potenzialmente devastanti a livello psicologico per gli avversari.
Le due squadre giocano sul filo dell'equilibrio specchiandosi a vicenda con un classico 3-5-2 prudente.
La squadra di Allegri cerca di pungere ma resta sempre attenta, a volte eccessivamente, a non sbilanciarsi troppo.
Dall'altra parte però i nerazzurri pressano alto, si portano in avanti, e cercano il gol.
Nonostante ciò paradossalmente l'occasione più clamorosa capita a Vlahovic alla mezz'ora di gioco, il quale cerca il diagonale a pochi metri dalla porta ma viene fermato da Pavard.
La rete però sembra imminente, ed infatti arriva solo che a realizzarla è un giocatore bianconero, ma nella porta sbagliata.
Pavard prova a segnare in acrobazia, il pallone finisce a Gatti che colpisce fortuitamente e sfortunatamente di petto ingannando Szczesny.
Inter in vantaggio, più o meno meritatamente.
Per la squadra di Allegri è il danno e la beffa che condizionerà anche tutta la ripresa.
Nel secondo tempo la Juve prova a fare qualcosa di più, ma i padroni di casa risultano essere sempre più concreti ed incisivi sfiorando il raddoppio con il turco Calhanoglu, tra i migliori in campo, che calcia al volo dal limite dell'area colpendo clamorosamente il palo.
Le due squadre si allungano e la partita si accende dopo l'ora di gioco con diverse occasioni da ambo le parti.
Inzaghi intorno al settantesimo cambia l'assetto della sua squadra con gli ingressi Dumfries, Thuram e Arnautovic, per provare con forze fresche a chiudere una partita che restava comunque in bilico, contro un avversario fino a quel momento sterile ma sempre potenzialmente pericoloso.
Allegri attende i minuti finali tra l'88 e il '90 per provare ad agguantare il pareggio con forze fresche, entrano Miretti, Alex Sandro e il nuovo arrivato Alcaraz.
Sembrano tuttavia sostituzioni conservative che non producono l'effetto di cambiare l'assetto della squadra bianconera.
La vecchia signora prova a spingere nei minuti di recupero, cercando il gol che quantomeno lascerebbe lo status quo in classifica, ma alla fine viene condannata dall'autorete di Gatti nel primo tempo che decide il derby d'Italia.
L'Inter allunga di 4 punti, (essendoci in ballo la gara con l'Atalanta a fine mese, potenzialmente di 7) al momento non è la fuga decisiva ma sicuramente quanto basta per creare il primo solco in classifica tra le due principali contendenti per il titolo.
A Milano una Juve troppo guardinga, arruffona in fase offensiva e che a tratti quasi non sapeva cosa fare con la palla, più attenta a non farsi male che a farlo all'avversario lontana, lontanissima parente di quella che qualche anno prima aveva fatto urlare a squarcia gola Francesco Repice dopo il gol del 3-2 da infarto di Gonzalo Higuain: "La Juve non muore letteralmente mai!"
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