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C.F. (Novembre 2019)

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Che fastidio pazzesco avere in casa due lesbiche che ti scopano in faccia. Per uno come me è la forma massima dell'impotenza, l'espressione più fastidiosa del non sentirsi desiderati. Siamo chiari: non ce l'ho con le lesbiche, io adoro le lesbiche, vorrei essere una donna lesbica sotto certi punti di vista ma non voglio averne attorno, per ovvi motivi.
Tutto è iniziato qualche settimana prima. Presi una singola a Roma, in un appartamento nuovo e molto appariscente, volevo provare a giocarmi la carta “qualità” per poter attirare a me fortune e buoni affari, cosa che non accadde. Mi ero illuso che per fare contatti dovevo investire sulla mia figura, ovviamente mi ero dato un tempo limitato, non avendo una lira, però a fatti concreti fu l’ultimo tentativo vano, prima di mettermi al lavoro su qualcosa che avesse come obbiettivo base il mio benestare economico, mettendo da parte ogni mio ideale, sulla quale stavo già sputando inconsciamente da un pezzo.
Per chiudere con stile la mia carriera da idealista organizzai un’intervista-evento a un ex sicario della Mala del Brenta dopo 36 anni di carcere, un’esperienza che mi sfinì intellettualmente, ma questa è un’altra storia. In ogni caso fu l’inizio di una fase strettamente mirata alla mia indipendenza economica.
Presi questa casa e inizialmente c’eravamo solo io e una ragazza. Lei non la vidi subito, ma mi resi conto dal suo bagno che era abbastanza disordinata, probabilmente alla prima esperienza fuori casa e questo non era di certo un problema, se gli invasivi sono gli altri, tu sei quello che si lamenta, di conseguenza per una volta non avrei dovuto subire le lamentele di persone che non sanno che vanno trovando nella vita, bensì mi sarei potuto godere il privilegio di quel ruolo.
Era tipo la seconda sera, quando la sento rientrare, ero in bagno e avevo appena detto a me stesso che non avrei dovuto pensare alle donne per concentrarmi sui miei interessi e i miei obbiettivi.
Esco dal bagno e me la trovo davanti. Sicuramente non una bella ragazza, non grassa ma in carne ma con il volto ingenuo di chi è facilmente manipolabile.
Tre giorni e sarebbero arrivati gli altri coinquilini…Un rapporto sessuale era quello che ci voleva per la mia autostima, riuscire a conquistarla avrebbe placato i miei bollenti spiriti e mi sarei potuto concentrare su quello che davvero mi interessava.
La saluto cordialmente scambiando due chiacchiere di circostanza e poi mi rifugio in camera, era un po' alticcia ma non ero pronto per darle confidenza, attendo il giorno successivo.
Verso le 18.00 la sento muoversi in cucina: è il momento. Mi dice subito che studia per il cinema e io le dico qualsiasi cazzata da artista che potevo dire in quel momento, prendendo la sua attenzione e facendola sentire capita. Cucino una carbonara per due che lei apprezzò molto in quanto non sapeva ancora cucinare e non le andava neanche di farlo, poi le offro un paio di cannette condite con del sano alcool.
Lei è un fiume in piena di parole, inonda ogni discorso col suo bisogno di essere ascoltata e io l’ascolto fingendo interesse.
Erano le 23.00 circa e lei mi aveva già raccontato ogni cazzata sulla sua vita e sulla sua famiglia, così tira fuori una chitarra e inizia a cantare. Faccio un po' di show, un po' di freestyle utilizzando qualche mia strofa che spaccio per improvvisazione e lei si fa scappare il fatto che ultimamente aveva avuto delle esperienze sessuali con una donna. Si professa bisessuale. Non captai il pericolo, anzi, la cosa mi eccitò.
Erano le 3.00 e lei non accusava nulla delle sostanze che aveva ingerito, continuava a suonare e a cantare come fossero le 21.00 ed io stanco decisi di approcciarla.
Con il piede inizio ad accarezzarle la gamba lentamente fino a salire alle zone intime e come se nulla fosse le sto facendo “piedino” sulla sua vagina, ottenendo in cambio la più totale indifferenza.
Nessun sospiro, nessun colpetto, nessun accorgimento, davvero come se nulla fosse. Non mi era mai successo che toccando una ragazza ricevessi in cambio una reazione così apatica.
Stupefatto le chiedo se per caso i miei tentativi di abbordaggio la infastidiscono e lei mi dice no, ancora come se nulla fosse. Ma neanche le fanno piacere evidentemente.
Così parlo chiaro, le faccio sentire la presenza e le dico:
- Tra due giorni vengono gli altri, valorizziamo questa serata e poi ognuno per la sua strada.
Lei mi dice che siamo coinquilini e la cosa potrebbe recare problemi in futuro e così tento un approccio sessualmente egoista ma lei nuovamente non prova nessuna forma di eccitazione. Rinuncio e vado in camera, ringraziandola ugualmente della bella serata e chiedendole di dimenticare l’ultima frazione.
Due giorno dopo mi bussa alla stanza per ricordarmi l’appuntamento che ci eravamo dati, per andare a fare delle riprese in giro. Mi sembrava un ottimo modo per lasciarci alle spalle quello che era accaduto così mi preparo e la porto in giro un po' a Trastevere.
Devo dire che siamo stati proprio bene quella mattinata… L’ho conquistata con il mio fare da pseudo uomo di mondo qual non sono e al nostro ritorno a casa ho cucinato una semplice pasta col pesto che comunque lei gradì parecchio.
A quel punto la sbattei al muro e le dissi:
- Oggi è tutto. Se hai voglia ok, altrimenti da domani, non si può fare più nulla.
Lei mi dice che vuole ma che ha paura, ma poi invita in camera sua per vedere una cosa e lì le chiedo:
- Perché credi che tu mi abbia fatto venire qui?
Chiudiamo la porta e finalmente ci diamo dentro, ma fondamentalmente roba di preliminari, non avevo né preservativi né desideri inconsci di rischiare e quindi mi infilai giusto per raccontare a me stesso di averlo fatto, ma fondamentalmente l’atto in sé fu qualcosa di breve.
Con lei capii che a luci spente le ragazze sono quasi tutte uguali, e che qualche kilo in più a livello sessuale è meglio di qualche kilo in meno, cosa che a luci accese invece a me crea differenza.
Ora sto per dire una frase orribile ma con le ragazze in carne ho avuto rapporti più animaleschi e sessuali, con le ragazze che io reputavo bellissime invece, percepivo di farci l’amore e questo la dice lunga su quanto sia confuso il mio modo di vedere i sentimenti.
Nei giorni successivi il nostro piccolo fuoco si è spento perché lei ha iniziato a frequentare una coinquilina lesbica che l’ha completamente portata nella sua sponda e in fondo percepivo che il cambiamento era in atto già da me.
La cosa mi diede molto fastidio, mi sentivo come sconfitto da una donna in uno sport per uomini.
Ma per tornare al momento della nostra unione, guardavo il soffitto da quella stanza con lei abbracciata a me. La sentivo un po' a disagio, come se avesse appena fatto sesso con un amico mentre io ero completamente a mio agio.
Adoro quel momento, quello in cui per almeno dieci minuti non ho nessun complesso da risolvere. Quello dove sospiro liberamente guardando in alto senza pensare al futuro. Lei accende la luce riportandomi al presente.
D’un tratto mi rendo conto che sopra la mia testa c’era appesa una foto di lei da piccola con niente poco di meno che suo padre.
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Tutto è iniziato qualche settimana prima. Presi una singola a Roma, in un appartamento nuovo e molto appariscente, volevo provare a giocarmi la carta “qualità” per poter attirare a me fortune e buoni affari, cosa che non accadde. Mi ero illuso che per fare contatti dovevo investire sulla mia figura, ovviamente mi ero dato un tempo limitato, non avendo una lira, però a fatti concreti fu l’ultimo tentativo vano, prima di mettermi al lavoro su qualcosa che avesse come obbiettivo base il mio benestare economico, mettendo da parte ogni mio ideale, sulla quale stavo già sputando inconsciamente da un pezzo.
Per chiudere con stile la mia carriera da idealista organizzai un’intervista-evento a un ex sicario della Mala del Brenta dopo 36 anni di carcere, un’esperienza che mi sfinì intellettualmente, ma questa è un’altra storia. In ogni caso fu l’inizio di una fase strettamente mirata alla mia indipendenza economica.
Presi questa casa e inizialmente c’eravamo solo io e una ragazza. Lei non la vidi subito, ma mi resi conto dal suo bagno che era abbastanza disordinata, probabilmente alla prima esperienza fuori casa e questo non era di certo un problema, se gli invasivi sono gli altri, tu sei quello che si lamenta, di conseguenza per una volta non avrei dovuto subire le lamentele di persone che non sanno che vanno trovando nella vita, bensì mi sarei potuto godere il privilegio di quel ruolo.
Era tipo la seconda sera, quando la sento rientrare, ero in bagno e avevo appena detto a me stesso che non avrei dovuto pensare alle donne per concentrarmi sui miei interessi e i miei obbiettivi.
Esco dal bagno e me la trovo davanti. Sicuramente non una bella ragazza, non grassa ma in carne ma con il volto ingenuo di chi è facilmente manipolabile.
Tre giorni e sarebbero arrivati gli altri coinquilini…Un rapporto sessuale era quello che ci voleva per la mia autostima, riuscire a conquistarla avrebbe placato i miei bollenti spiriti e mi sarei potuto concentrare su quello che davvero mi interessava.
La saluto cordialmente scambiando due chiacchiere di circostanza e poi mi rifugio in camera, era un po' alticcia ma non ero pronto per darle confidenza, attendo il giorno successivo.
Verso le 18.00 la sento muoversi in cucina: è il momento. Mi dice subito che studia per il cinema e io le dico qualsiasi cazzata da artista che potevo dire in quel momento, prendendo la sua attenzione e facendola sentire capita. Cucino una carbonara per due che lei apprezzò molto in quanto non sapeva ancora cucinare e non le andava neanche di farlo, poi le offro un paio di cannette condite con del sano alcool.
Lei è un fiume in piena di parole, inonda ogni discorso col suo bisogno di essere ascoltata e io l’ascolto fingendo interesse.
Erano le 23.00 circa e lei mi aveva già raccontato ogni cazzata sulla sua vita e sulla sua famiglia, così tira fuori una chitarra e inizia a cantare. Faccio un po' di show, un po' di freestyle utilizzando qualche mia strofa che spaccio per improvvisazione e lei si fa scappare il fatto che ultimamente aveva avuto delle esperienze sessuali con una donna. Si professa bisessuale. Non captai il pericolo, anzi, la cosa mi eccitò.
Erano le 3.00 e lei non accusava nulla delle sostanze che aveva ingerito, continuava a suonare e a cantare come fossero le 21.00 ed io stanco decisi di approcciarla.
Con il piede inizio ad accarezzarle la gamba lentamente fino a salire alle zone intime e come se nulla fosse le sto facendo “piedino” sulla sua vagina, ottenendo in cambio la più totale indifferenza.
Nessun sospiro, nessun colpetto, nessun accorgimento, davvero come se nulla fosse. Non mi era mai successo che toccando una ragazza ricevessi in cambio una reazione così apatica.
Stupefatto le chiedo se per caso i miei tentativi di abbordaggio la infastidiscono e lei mi dice no, ancora come se nulla fosse. Ma neanche le fanno piacere evidentemente.
Così parlo chiaro, le faccio sentire la presenza e le dico:
- Tra due giorni vengono gli altri, valorizziamo questa serata e poi ognuno per la sua strada.
Lei mi dice che siamo coinquilini e la cosa potrebbe recare problemi in futuro e così tento un approccio sessualmente egoista ma lei nuovamente non prova nessuna forma di eccitazione. Rinuncio e vado in camera, ringraziandola ugualmente della bella serata e chiedendole di dimenticare l’ultima frazione.
Due giorno dopo mi bussa alla stanza per ricordarmi l’appuntamento che ci eravamo dati, per andare a fare delle riprese in giro. Mi sembrava un ottimo modo per lasciarci alle spalle quello che era accaduto così mi preparo e la porto in giro un po' a Trastevere.
Devo dire che siamo stati proprio bene quella mattinata… L’ho conquistata con il mio fare da pseudo uomo di mondo qual non sono e al nostro ritorno a casa ho cucinato una semplice pasta col pesto che comunque lei gradì parecchio.
A quel punto la sbattei al muro e le dissi:
- Oggi è tutto. Se hai voglia ok, altrimenti da domani, non si può fare più nulla.
Lei mi dice che vuole ma che ha paura, ma poi invita in camera sua per vedere una cosa e lì le chiedo:
- Perché credi che tu mi abbia fatto venire qui?
Chiudiamo la porta e finalmente ci diamo dentro, ma fondamentalmente roba di preliminari, non avevo né preservativi né desideri inconsci di rischiare e quindi mi infilai giusto per raccontare a me stesso di averlo fatto, ma fondamentalmente l’atto in sé fu qualcosa di breve.
Con lei capii che a luci spente le ragazze sono quasi tutte uguali, e che qualche kilo in più a livello sessuale è meglio di qualche kilo in meno, cosa che a luci accese invece a me crea differenza.
Ora sto per dire una frase orribile ma con le ragazze in carne ho avuto rapporti più animaleschi e sessuali, con le ragazze che io reputavo bellissime invece, percepivo di farci l’amore e questo la dice lunga su quanto sia confuso il mio modo di vedere i sentimenti.
Nei giorni successivi il nostro piccolo fuoco si è spento perché lei ha iniziato a frequentare una coinquilina lesbica che l’ha completamente portata nella sua sponda e in fondo percepivo che il cambiamento era in atto già da me.
La cosa mi diede molto fastidio, mi sentivo come sconfitto da una donna in uno sport per uomini.
Ma per tornare al momento della nostra unione, guardavo il soffitto da quella stanza con lei abbracciata a me. La sentivo un po' a disagio, come se avesse appena fatto sesso con un amico mentre io ero completamente a mio agio.
Adoro quel momento, quello in cui per almeno dieci minuti non ho nessun complesso da risolvere. Quello dove sospiro liberamente guardando in alto senza pensare al futuro. Lei accende la luce riportandomi al presente.
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