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Diario Narcisistico

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Arriva sempre prima o poi il giorno in cui un bambino si stanca di essere adulto. Uno studio antropologico potrebbe teorizzare il perché ma sarebbe comunque una mezza verità. Non esiste una spiegazione reale che conduce al come mai dalle radici di un seme cresca il fiore in un determinato tempo, ma è solo questione di attimi e c'è chi verrà a nutrirsi della sua essenza. Il limite che un cuore può sopportare prima di fermarsi è meno interessante del racconto delle azioni che lo hanno spinto a battere fino a quel momento. Nell'epoca dove si è perduta la libertà di vivere la solitudine germoglia rabbia: genesi di vita che diventa malsana quando si va disperdendo la scia dell'impatto che l'ha generata; da qui lo stupore quando dal pozzo del rancore emerge un bizzarro ometto sorridente che fa sorridere e ricorda, a chi è in grado di osservarlo, che non è mai davvero troppo tardi.
Credo che la fine della vita e la fine del matrimonio dei miei genitori siano fatti strettamente collegati in un senso logico, se il filo che li lega è quello dei miei problemi sentimentali e affettivi. Non riesco ad accettare che una cosa finisca ma non ho alcun dubbio sul fatto che nulla possa durare per sempre, e l'idea di dover lasciare la stanza mi fa intendere ogni luogo in cui mi appoggio come un albergo e non come casa, compromettendo duramente il mio senso di proprietà e le mie possibilità.
Del resto la vita è una questione di stimoli, vince chi sa fare a meno, ma vince che cosa? Io so fare a meno, questo l'ho imparato tristemente col tempo, chi dura in un rapporto è chi finge di saper fare a meno e si lega a chi invece a meno non può fare. Utopica la visione di un rapporto sano e reale in questa vita, tutti quelli che ho stretto si sono infranti, l'unico amore reale è l'amicizia.
L'amore dovrebbe essere una grande amicizia, sincera e onesta ma questo non è possibile perché un amore per essere tale non deve conoscere limite o confine.
L'amore esiste, ma è come la felicità, una rapida sensazione, un'illusione reale. Tuttavia... Come posso, come potrei.... Ah. Mi vergogno di quello che sto per scrivere. Vorrei girarci attorno ma come si fa a non offuscarsi dentro davanti alle ingiustizie del mondo? Non sto parlando di guerre che non mi toccano, tanto meno di malati che non mi competono. Queste sono tragedie che non mi offuscano, mi annientano a tal punto da riuscire a guardare oltre. Quello che tocca, quello che mi compete è vedere tutti i giorni la legge dei rapporti sbattuta in faccia al mio cuore. Ragazze e donne bellissime, intelligenti e così vivaci, consumare la propria esistenza a caccia di attenzioni di bambocci immaturi, devastatori di se stessi e del prossimo. Da quando ho preso consapevolezza delle verità dei comportamenti umani mi sento fuori dalle dinamiche della società, non riesco a inserirmi in un legame sano quando il contesto è malato. Rivedo parti di me stesso quando ero in declino essere normalità in altri, vedo il vittimismo prendere il sopravvento attraverso persone che danno importanza a cose inutili. Il mio Io si affanna, vorrei diventare violento, dire a chi di dovere. Non sanno cosa meriterebbero di perdere.
Il mio modus operandi è sempre lo stesso, mi comporto come un re e attorno a me voglio regine ma nessuna ha mai tollerato il peso di una corona a lungo, sono rimaste solo quelle a cui ho sventolato lo scettro da giullare, costringendomi ad andare via per riprendere la stima di me stesso.
Ci sono periodi in cui ho forti crampi all'intestino e dormire è impossibile, nessuna posizione è comoda e allora sono costretto a digiunare per ripulirmi un po dallo stress che causa il gonfiore. Senza nulla in corpo iniziano a uscire fuori le verità. Erano le 7 del mattino ormai e non riuscivo a spegnermi, senza forza per alzarmi ma troppo agitato per dormire prendo altra melatonina, ma non arriva il sonno senza tranquillità. D'un tratto, in un flash vedo tutte le ragazze che mi hanno lasciato nella vita e mi rendo conto che ognuna di queste ha omesso il motivo ma ha detto le stesse cose.
Conservo in un vecchio hardisk foto ricordo di quasi tutte le mie conquiste. Alcune bellissime, altre interessanti. Nessuna delle ragazze con cui sono stato era completamente banale. Foto che non rivedo mai tranne quelle delle donne che ho amato e in certi scatti vedo aspetti che sembrano sempre così distanti tranne quando li vivo: precisamente tre mesi all'anno circa, compreso il dolore della perdita, incessabile per ventuno giorni e poi via via svanendo. Ventuno giorni, lo stesso tempo che sono durato gli ultimi due lavori che ho fatto sotto padrone. Lo stesso tempo che sono stato in Spagna per disintossicarmi autonomamente dalla cocaina anni fa. Io non credo al caso.
Fossi nato negli anni '60 sarei sposato e avrei dei figli, ad oggi ho tutto tranne una famiglia. .
Poi ci sono gli anni ‘70, ‘80… Un completo disastro dal punto di vista sociale. Eroina, BR, assalti, attentati, la Mafia al massimo regime. Giravano un sacco di soldi. Ai tempi se ti drogavi morivi: overdose, AIDS, epatite. Sensi colpa. Oggi si muore molto meno per droga, oggi si vive di droga morendo dentro. I problemi? Genitori ovviamente. Molti rifiutano questa realtà ma in fondo erano solo incapaci di gestire quello che stava succedendo e che sarebbe successo poi negli anni a venire, così ci hanno trattato come strani, sbagliati.
Non importa se adolescenti o già adulti, se vogliamo completare le generazioni moderne dobbiamo mostrar loro Toy Story, Red e Toby, Re Leone. Ricordo la mia maestra delle elementari che ci leggeva La Gabbianella e il Gatto. Lo faceva con tenerezza e noi capivamo tutto seppur annoiati. Ne ricordo un’altra che per spiegarci la morte ci fece ascoltare Samarcanda, per farci capire la pace Imagine di John Lennon. Dobbiamo mostrarci fragili mentre assistiamo inermi a certi aspetti delle emozioni, coltivare il bambino che è in loro affinché cresca. Liberarli da quella maledizione che li porta a essere la caricatura dei finti adulti che imitano. Sarei un buon padre, ma a quanto ho capito è molto probabile che non lo sarò mai.
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Credo che la fine della vita e la fine del matrimonio dei miei genitori siano fatti strettamente collegati in un senso logico, se il filo che li lega è quello dei miei problemi sentimentali e affettivi. Non riesco ad accettare che una cosa finisca ma non ho alcun dubbio sul fatto che nulla possa durare per sempre, e l'idea di dover lasciare la stanza mi fa intendere ogni luogo in cui mi appoggio come un albergo e non come casa, compromettendo duramente il mio senso di proprietà e le mie possibilità.
Del resto la vita è una questione di stimoli, vince chi sa fare a meno, ma vince che cosa? Io so fare a meno, questo l'ho imparato tristemente col tempo, chi dura in un rapporto è chi finge di saper fare a meno e si lega a chi invece a meno non può fare. Utopica la visione di un rapporto sano e reale in questa vita, tutti quelli che ho stretto si sono infranti, l'unico amore reale è l'amicizia.
L'amore dovrebbe essere una grande amicizia, sincera e onesta ma questo non è possibile perché un amore per essere tale non deve conoscere limite o confine.
L'amore esiste, ma è come la felicità, una rapida sensazione, un'illusione reale. Tuttavia... Come posso, come potrei.... Ah. Mi vergogno di quello che sto per scrivere. Vorrei girarci attorno ma come si fa a non offuscarsi dentro davanti alle ingiustizie del mondo? Non sto parlando di guerre che non mi toccano, tanto meno di malati che non mi competono. Queste sono tragedie che non mi offuscano, mi annientano a tal punto da riuscire a guardare oltre. Quello che tocca, quello che mi compete è vedere tutti i giorni la legge dei rapporti sbattuta in faccia al mio cuore. Ragazze e donne bellissime, intelligenti e così vivaci, consumare la propria esistenza a caccia di attenzioni di bambocci immaturi, devastatori di se stessi e del prossimo. Da quando ho preso consapevolezza delle verità dei comportamenti umani mi sento fuori dalle dinamiche della società, non riesco a inserirmi in un legame sano quando il contesto è malato. Rivedo parti di me stesso quando ero in declino essere normalità in altri, vedo il vittimismo prendere il sopravvento attraverso persone che danno importanza a cose inutili. Il mio Io si affanna, vorrei diventare violento, dire a chi di dovere. Non sanno cosa meriterebbero di perdere.
Il mio modus operandi è sempre lo stesso, mi comporto come un re e attorno a me voglio regine ma nessuna ha mai tollerato il peso di una corona a lungo, sono rimaste solo quelle a cui ho sventolato lo scettro da giullare, costringendomi ad andare via per riprendere la stima di me stesso.
Ci sono periodi in cui ho forti crampi all'intestino e dormire è impossibile, nessuna posizione è comoda e allora sono costretto a digiunare per ripulirmi un po dallo stress che causa il gonfiore. Senza nulla in corpo iniziano a uscire fuori le verità. Erano le 7 del mattino ormai e non riuscivo a spegnermi, senza forza per alzarmi ma troppo agitato per dormire prendo altra melatonina, ma non arriva il sonno senza tranquillità. D'un tratto, in un flash vedo tutte le ragazze che mi hanno lasciato nella vita e mi rendo conto che ognuna di queste ha omesso il motivo ma ha detto le stesse cose.
Conservo in un vecchio hardisk foto ricordo di quasi tutte le mie conquiste. Alcune bellissime, altre interessanti. Nessuna delle ragazze con cui sono stato era completamente banale. Foto che non rivedo mai tranne quelle delle donne che ho amato e in certi scatti vedo aspetti che sembrano sempre così distanti tranne quando li vivo: precisamente tre mesi all'anno circa, compreso il dolore della perdita, incessabile per ventuno giorni e poi via via svanendo. Ventuno giorni, lo stesso tempo che sono durato gli ultimi due lavori che ho fatto sotto padrone. Lo stesso tempo che sono stato in Spagna per disintossicarmi autonomamente dalla cocaina anni fa. Io non credo al caso.
Fossi nato negli anni '60 sarei sposato e avrei dei figli, ad oggi ho tutto tranne una famiglia. .
Poi ci sono gli anni ‘70, ‘80… Un completo disastro dal punto di vista sociale. Eroina, BR, assalti, attentati, la Mafia al massimo regime. Giravano un sacco di soldi. Ai tempi se ti drogavi morivi: overdose, AIDS, epatite. Sensi colpa. Oggi si muore molto meno per droga, oggi si vive di droga morendo dentro. I problemi? Genitori ovviamente. Molti rifiutano questa realtà ma in fondo erano solo incapaci di gestire quello che stava succedendo e che sarebbe successo poi negli anni a venire, così ci hanno trattato come strani, sbagliati.
Non importa se adolescenti o già adulti, se vogliamo completare le generazioni moderne dobbiamo mostrar loro Toy Story, Red e Toby, Re Leone. Ricordo la mia maestra delle elementari che ci leggeva La Gabbianella e il Gatto. Lo faceva con tenerezza e noi capivamo tutto seppur annoiati. Ne ricordo un’altra che per spiegarci la morte ci fece ascoltare Samarcanda, per farci capire la pace Imagine di John Lennon. Dobbiamo mostrarci fragili mentre assistiamo inermi a certi aspetti delle emozioni, coltivare il bambino che è in loro affinché cresca. Liberarli da quella maledizione che li porta a essere la caricatura dei finti adulti che imitano. Sarei un buon padre, ma a quanto ho capito è molto probabile che non lo sarò mai.
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