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267 - l’Umiltà di sant’Agostino

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Avendo meditato le parole di sant’Agostino sull’umiltà come fondamento dell’edificio spirituale, guardiamo adesso l’umiltà del santo stesso. Forse più potente di ogni sua riflessione a riguardo, è la testimonianza delle “Confessioni.” Considerato come santo già quando era in vita, scrisse quell’opera sicuramente in parte per palesare le profondità della propria malvagità prima della sua rinomata conversione. La santa sincerità e l’umiliante precisione con le quali enumera i peccati presentano il santo al lettore proprio come lui si presenta davanti a Dio: spogliato da ogni pretesa: un’anima peccatrice davanti alla Santità Stessa, un niente davanti all’Essere stesso, Somma di ogni Perfezione.
Questa visione di Dio e di sé stesso che si manifesta in ogni pagina del libro sembra come la risposta di Dio alla sua preghiera di conoscere sia l’uomo che Dio, di “conoscere me e conoscere Te”: “Domine Jesu, noverim me, noverim Te... oderim me, et amem Te... humiliem me, exaltem Te...: Signore Gesù, che io mi conosca, che io Ti conosca... che io mi odii, e Ti ami... che io mi umilii e Ti esalti...”
Citiamo il commentario della prima frase di padre Gihr nell’opera ‘Il santo sacrificio della Messa’: O Dio, concedete che io Vi conosca: Noverim Te! Datemi una conoscenza intima delle Vostre adorabili perfezioni che sono senza misura né numero – della Vostra infinita grandezza e gloria; dei Vostri inconcepibili potere, saggezza, e bontà; della Vostra inesprimibile bellezza, dolcezza, ed amabilità; penetratemi di una profonda conoscenza delle “cose pro
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Questa visione di Dio e di sé stesso che si manifesta in ogni pagina del libro sembra come la risposta di Dio alla sua preghiera di conoscere sia l’uomo che Dio, di “conoscere me e conoscere Te”: “Domine Jesu, noverim me, noverim Te... oderim me, et amem Te... humiliem me, exaltem Te...: Signore Gesù, che io mi conosca, che io Ti conosca... che io mi odii, e Ti ami... che io mi umilii e Ti esalti...”
Citiamo il commentario della prima frase di padre Gihr nell’opera ‘Il santo sacrificio della Messa’: O Dio, concedete che io Vi conosca: Noverim Te! Datemi una conoscenza intima delle Vostre adorabili perfezioni che sono senza misura né numero – della Vostra infinita grandezza e gloria; dei Vostri inconcepibili potere, saggezza, e bontà; della Vostra inesprimibile bellezza, dolcezza, ed amabilità; penetratemi di una profonda conoscenza delle “cose pro
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