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Episodio 69. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Russia

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Iniziamo subito con il ricordare che il ruolo che i Carabinieri Reali ricoprirono in prima battuta fu quello di polizia militare al seguito dei reparti inviati sul fronte russo.

Dunque, vediamo qual era la situazione in URSS.

Giorgio Rochat segnala correttamente che la partecipazione italiana all’operazione Barbarossa (all’invasione dell’URSS) non fu richiesta da Hitler né pensata, ma si iscrive nel solco di quella cosiddetta “guerra subalterna” con l’Italia mussoliniana che correva dietro le iniziative tedesche. In questo senso si consideri sempre che Mussolini fu informato dell’invasione a cose fatte (Rochat)

Quale fu il contributo dell'Arma. Andiamo a vedere cosa riserva a questo fronte uno dei testi più noti anche se un pò datato di Storia dell'Arma dei Carabinieri. Il volumone "Carabinieri 1814-1980", ci dice che 45 sezioni Carabinieri furono impiegate in servizio di polizia militare a supporto delle unità del CSIR e poi dell’ARMIR. Inoltre, fu dislocato sul fronte russo anche il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali che partecipò alla difesa del fronte tra il 26 dicembre 1942 e il 17 gennaio 1943, nella zona di Belowodsk, procedendo poi al ripiegamento verso Gomel successivamente.

Nel frattempo, due considerazioni di carattere generale sul volume "Carabinieri 1814-1980" che riporta in 3 pagine una sintesi estrema della presenza dei Carabinieri sul Fronte Orientale.

Bene, iniziamo con il dire che dal punto di vista editoriale il volume presenta solo 4 immagini relative a quel teatro operativo: 3 fotografie che ritraggono i Carabinieri sorvegliare la popolazione locale in occasione di qualche attività nelle retrovie: controllo documenti e assistenza e vigilanza durante la distribuzione di generi alimentari.

La quarta immagine è una rappresentazione pittorica di Vittorio Pisani del gesto del Carabiniere Giuseppe Plado Mosca. Il Carabiniere nisseno Insieme ad un soldato teatino, Mario Iacovitti, saltò su di un cavallo il 22 dicembre 1942 ad Arbusow gridando “Savoia, avanti, avanti” e riuscendo così a trascinare gli altri militari presenti nella sacca, i resti della 52a divisione di Fanteria Torino che erano sottoposti alla pressione nemica.

Le loro grida, il galoppo dei cavalli, la bandiera tricolore sventolata furono l’innesco per una azione tanto disperata quanto fortunata. Sul loro esempio, i reparti, i soldati, gli uomini che poterono mossero in un assalto all’arma bianca che riuscì a rompere l’accerchiamento. Il Carabiniere Mosca cadde ucciso da una raffica di mitragliatrice mentre il suo cavallo tornò indietro verso i reparti italiani, mentre il soldato Iacovitti rimase in sella sull'altra cavallo senza essere ferito, venendo poi catturato in una fase successiva. Entrambi i militari furono decorati di MOVM ma ciò che è più importante fu il loro esempio che permise ai resti della grande unità di potersi congiungere con l’VIII armata italiana che stava ripiegando.

Per quanto riguarda invece il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali fu inviato nell'ottobre 1942 in Russia e partecipò, in qualità di unità combattente, a tutte le fasi delle battaglie di arretramento che videro la costante avanzata dei russi.

Buon ascolto!

Per approfondire: Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005. I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980. Russia: i Carabinieri proteggono la ritirata in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n.2/2017, pp. 30-41.

ma anche il blog di Piervittorio Buffa sulle vicende del XXVI Battaglione Carabinieri Reali. Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

--- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/storiadeicarabinieri/message
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Dunque, vediamo qual era la situazione in URSS.

Giorgio Rochat segnala correttamente che la partecipazione italiana all’operazione Barbarossa (all’invasione dell’URSS) non fu richiesta da Hitler né pensata, ma si iscrive nel solco di quella cosiddetta “guerra subalterna” con l’Italia mussoliniana che correva dietro le iniziative tedesche. In questo senso si consideri sempre che Mussolini fu informato dell’invasione a cose fatte (Rochat)

Quale fu il contributo dell'Arma. Andiamo a vedere cosa riserva a questo fronte uno dei testi più noti anche se un pò datato di Storia dell'Arma dei Carabinieri. Il volumone "Carabinieri 1814-1980", ci dice che 45 sezioni Carabinieri furono impiegate in servizio di polizia militare a supporto delle unità del CSIR e poi dell’ARMIR. Inoltre, fu dislocato sul fronte russo anche il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali che partecipò alla difesa del fronte tra il 26 dicembre 1942 e il 17 gennaio 1943, nella zona di Belowodsk, procedendo poi al ripiegamento verso Gomel successivamente.

Nel frattempo, due considerazioni di carattere generale sul volume "Carabinieri 1814-1980" che riporta in 3 pagine una sintesi estrema della presenza dei Carabinieri sul Fronte Orientale.

Bene, iniziamo con il dire che dal punto di vista editoriale il volume presenta solo 4 immagini relative a quel teatro operativo: 3 fotografie che ritraggono i Carabinieri sorvegliare la popolazione locale in occasione di qualche attività nelle retrovie: controllo documenti e assistenza e vigilanza durante la distribuzione di generi alimentari.

La quarta immagine è una rappresentazione pittorica di Vittorio Pisani del gesto del Carabiniere Giuseppe Plado Mosca. Il Carabiniere nisseno Insieme ad un soldato teatino, Mario Iacovitti, saltò su di un cavallo il 22 dicembre 1942 ad Arbusow gridando “Savoia, avanti, avanti” e riuscendo così a trascinare gli altri militari presenti nella sacca, i resti della 52a divisione di Fanteria Torino che erano sottoposti alla pressione nemica.

Le loro grida, il galoppo dei cavalli, la bandiera tricolore sventolata furono l’innesco per una azione tanto disperata quanto fortunata. Sul loro esempio, i reparti, i soldati, gli uomini che poterono mossero in un assalto all’arma bianca che riuscì a rompere l’accerchiamento. Il Carabiniere Mosca cadde ucciso da una raffica di mitragliatrice mentre il suo cavallo tornò indietro verso i reparti italiani, mentre il soldato Iacovitti rimase in sella sull'altra cavallo senza essere ferito, venendo poi catturato in una fase successiva. Entrambi i militari furono decorati di MOVM ma ciò che è più importante fu il loro esempio che permise ai resti della grande unità di potersi congiungere con l’VIII armata italiana che stava ripiegando.

Per quanto riguarda invece il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali fu inviato nell'ottobre 1942 in Russia e partecipò, in qualità di unità combattente, a tutte le fasi delle battaglie di arretramento che videro la costante avanzata dei russi.

Buon ascolto!

Per approfondire: Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005. I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980. Russia: i Carabinieri proteggono la ritirata in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n.2/2017, pp. 30-41.

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