Francesco Vignarca - Uomini e armi. Quanto la tecnica schiaccia la vita. Maratona di Lettura di Felttre, 17 novembre 2021

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E’ uno dei bisogni più profondi dell’essere umano: sentirsi sicuri, sapere che nulla e nessuno potrà fare del male a noi o potrà turbare il nostro mondo. In una realtà segnata per contro dall’instabilità, abbiamo così necessità di sicurezza da rinunciare progressivamente alla nostra libertà a favore di un sistema minuzioso di controlli e strumenti che ci facciano sentire protetti.

Pensiamo ai droni armati che colpiscono da migliaia di chilometri, o alle sempre nuove generazioni di armi terrestri, navali e aeree sofisticate e interconnesse, in cui si perdono anche le capacità critiche e di controllo di chi le usa. E all’orizzonte già si scorgono le prime armi letali autonome (i cosiddetti “killer robots”) cui potrebbe essere demandata non solo la modalità di esecuzione di un attacco letale, ma addirittura la scelta di chi (e se) mettere al centro del mirino.

L’aspetto tecnico, ma anche quello dello sviluppo economico-industriale che porta a scelte lontane dalle politiche anche militari cui siamo abituati, sta sempre più dominando lo scenario militare-industriale dei paesi sviluppati andando ad incidere anche sui conflitti in cui vengono ancora massicciamente utilizzate armi più “banali”.

Il risultato è una disumanizzazione della guerra, sempre più asettica e meno visibile, condotta con maggiore opacità negli scopi e nelle modalità.

Forse è giunto il momento di ribaltare il paradigma che ha contraddistinto le scelte recenti di politica internazionale contribuendo alla creazione di un sistema negativo e controproducente. E’ necessario iniziare a costruire davvero la Pace con mezzi nonviolenti e politiche che abbiano come bussola la protezione dei civili, la valorizzazione delle comunità, la riduzione delle disuguaglianze, la garanzia completa di diritti umani per tutti.
Nel corso della conferenza verranno forniti dati e prospettive di analisi alla base di una questa nuova visione, concreta e realizzabile e che ha il suo punto di partenza nelle iniziative di disarmo umanitario condotte dalla società civile internazionale.

IL RELATORE

Laureato in Astrofisica all’Università dell’Insubria e con un Master in discipline sociologiche (“Qualità sociale e sviluppo locale”) conseguito all’Università Milano-Bicocca, Francesco Vignarca da oltre quindici anni si occupa in particolare di Pace e Disarmo. Dal 2004 al settembre 2021 è stato coordinatore nazionale della Rete Italiana per il Disarmo ed è oggi Coordinatore delle Campagne nella neonata Rete Italiana Pace e Disarmo, per la cui nascita gli è stato assegnato il Premio Nazionale Nonviolenza 2020 insieme a Sergio Bassoli. Promotore e coordinatore di campagne come Control Arms (per la richiesta di un Trattato internazionale sul commercio di armamenti, poid approvato dall’ONU ed entrato in vigore nel 2014), la campagna Banche Armate, la campagna “Taglia le ali alle armi!” contro l’acquisto dei caccia F-35 e l’aumento delle spese militari, dal 2014 è nel coordinamento nazionale della campagna “Un’altra difesa è possibile”, avente come obiettivo il riconoscimento anche istituzionale della Difesa Civile non amata e Nonviolenta. Una gran parte dell’attività di Rete Disarmo (ora Rete Italiana Pace e Disarmo) negli ultimi anni si è poi rivolta verso tematiche nuove (i droni armati con il Forum Europeo ad relativo, la armi completamente autonome con l’iniziativa “Stop killer robots”) e di respiro internazionale (in particolare con la Campagna per la messa al bando delle armi nucleari insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace e nell’ambito del network europeo delle realtà che si occupano di controllo degli armamenti ENAAT). Insieme ad Enrico Piovesana ha fondato e lanciato nel 2016 il progetto di “Osservatorio Mil€x“, struttura dedicata all’analisi ed alla diffusione dei dati aggiornati ed approfonditi sulla spesa militare italiana.

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