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Step into the mysterious and visually stunning world of The Electric State as host Francesca Amiker takes you behind the scenes with the creative masterminds who brought Simon Stålenhag’s dystopian vision to life. In this premiere episode, directors Joe and Anthony Russo, stars Millie Bobby Brown and Chris Pratt, writers Christopher Markus and Stephen McFeely, and producers Angela Russo-Otstot and Chris Castaldi reveal how they transformed a haunting graphic novel into an epic cinematic experience. Watch The Electric State coming to Netflix on March 14th. Check out more from Netflix Podcasts . State Secrets: Inside the Making of The Electric State is produced by Netflix and Treefort Media.…
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“Voci della memoria”, la serie podcast con i racconti di chi è sopravvissuto alla Shoah. Voci potenti e preziose raccolte e narrate da chi vuole che il passato non venga dimenticato. Un podcast prodotto e curato dalla redazione de Il Sole 24 Ore e di Radio 24 in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah
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“Voci della memoria”, la serie podcast con i racconti di chi è sopravvissuto alla Shoah. Voci potenti e preziose raccolte e narrate da chi vuole che il passato non venga dimenticato. Un podcast prodotto e curato dalla redazione de Il Sole 24 Ore e di Radio 24 in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah
In questo episodio di “Voci della memoria” ripercorriamo la storia di Tosca Di Segni Tagliacozzo, deportata durante l’occupazione di Roma. Un lungo peregrinaggio prima a Fossoli, in provincia di Modena, poi ad Auschwitz, Wilischthal e Theresienstadt. La liberazione e il rocambolesco ritorno a Roma non portano Tosca a riabbracciare i figli perché sono già emigrati in Israele. Tosca riparte alla volta di Tel Aviv dove finalmente li ritrova. Una vicenda narrata da due nipoti di Tosca, Tamara Tagliacozzo e Giordana Tagliacozzo, quest’ultima autrice di un monologo “Tosca racconta” e di un libro tratto dal diario della nonna dal titolo “Il ritorno di Tosca”. Il podcast è prodotto in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.…
Esattamente 80 anni fa le truppe dell’Armata Rossa entravano ad Auschwitz Birkenau. Era il 27 gennaio del 1945, quello che sarebbe diventato il Giorno della Memoria. Ma cosa si trovarono di fronte i soldati di Stalin? Cosa pensarono quando videro l’ammasso di cadaveri, di uomini e di donne, ridotti a larve? Manuele Gianfrancesco, ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma e della Fondazione Museo della Shoah, in questo episodio di “Voci della memoria” ci svela cosa successe in quel momento storico mentre Ariela Piattelli, autrice del libro “Il Futuro e La Memoria, Shoah, antisemitismo e generazione Z” per Rai Libri e direttrice di Shalom, il magazine della comunità ebraica di Roma, ci racconta la storia tramite le immagini che rimarranno per sempre impresse nella nostra mente. Il podcast è prodotto in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.…
Franco Schönheit aveva solo 17 anni quando è stato arrestato nel 1944 con la sua famiglia e deportato nel lager nazista di Buchenwald. È sopravvissuto, ma ha avuto incubi per tutta la vita. Non ne ha parlato per anni, finché non ha preso coraggio. Il coraggio di capire che la sua storia poteva servire a un fine più alto. Attraverso le parole di suo figlio Gadi, entriamo nel silenzio di un uomo che, disobbedendo ai nazisti, diede un bacio alla cuginetta prima di vederla partire su un treno diretto in Germania. Franco è morto nel 2020 e Gadi si chiede ogni giorno come avrebbe reagito di fronte agli orrori di quel 7 ottobre 2023, così come di fronte alla tragedia di Gaza. E prova a darsi qualche risposta. Il podcast è prodotto in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah. --------…
Che suono ha oggi la parola Auschwitz per chi non ha ancora vent’anni? “Silenzio, freddo, paura, disumanità”. Queste le parole che ricorrono di più nella bocca dei ragazzi e delle ragazze di alcune scuole da tutta Italia con cui abbiamo visitato i campi di sterminio vicino a Cracovia e che abbiamo raccolto in questo episodio di “Voci della memoria”, il podcast di Radio 24 e de Il Sole 24 Ore per non dimenticare quello che accadde esattamente 80 anni fa. Il podcast è prodotto in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.…
Questa è la storia di una famiglia numerosa diventata un piccolo nucleo composto da mamma, papà e Liana. Questo piccolo nucleo famigliare ha fatto un lungo viaggio, nove anni, su treni, camion e carri bestiame. Questo viaggio è iniziato da Lwow, ora Leopoli, ed è terminato a Bologna, passando per Praga, Tarnopol, ora Ternopil, la Siberia, il Mar Caspio, Teheran, Karachi, la Palestina, Messina, Monte Cassino. A Monte Cassino un medico ebreo nato a Vienna ha contribuito a liberare l’Italia combattendo assieme ai suoi commilitoni di un battaglione polacco sotto comando inglese. A Bologna una giovane ragazza ebrea ha ottenuto la sua prima cittadinanza attorno ai vent’anni, perché suo padre si era innamorato dell’Italia. Questa giovane ragazza, non più apolide dai suoi vent’anni, è Liana Lwow Tedeschi e racconta tutto con una lucidità da ventenne, appunto, ora che è nonna di cinque nipoti grandi. Il podcast è prodotto in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah. Un ringraziamento speciale e Gionata Tedeschi per la preziosa partecipazione.…
Sergio De Simone aveva appena compiuto sette anni quando i nazisti lo prelevarono con l’inganno dal campo di concentramento di Auschwitz. “Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti” dissero. E lui lo fece finendo nel campo di concentramento di Neuengamme presso Amburgo, nel quale morirà un anno dopo. Il piccolo Sergio, assieme ad altri diciannove bambini, fu sottoposto a esperimenti medici compiuti dal dottor Kurt Heissmeyer. In questo nuovo episodio del podcast «Voci della memoria» a cura di Cristina Carpinelli giornalista di Radio 24, il racconto di Mario De Simone che ripercorre la storia del fratello Sergio e che da anni va nelle scuole per ricordare il dolore e l’atrocia subita dalla sua famiglia nella speranza che tutto questo non accada mai più.…
Tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre del 1943 le forze d’occupazione naziste compiono la prima strage di ebrei sul territorio italiano. Gli arresti e le stragi avvennero sulle sponde del lago Maggiore, tra le attuali province di Novara e Verbano Cusio Ossola: a Meina, piccolo comune della provincia novarese, si consumò l’eccidio più noto, nell’Hotel Meina, di proprietà dell’imprenditore ebreo turco Alberto Behar. Proprio Behar, e la sua famiglia, furono tra i pochi a salvarsi dalla strage. Tra i superstiti c’era anche la piccola Becky Behar, allora tredicenne. E oggi sua figlia, Rossana Ottolenghi, racconta in questo nuovo episodio del podcast «Voci della memoria» a cura di Alessia Tripodi, giornalista de Il Sole 24 Ore, la sua storia. Che dal lontano 1943 arriva fino a oggi, fino a pochi mesi fa, quando Rossana ha incontrato una discendente di uno dei carnefici di Meina.…
Il padre, Dino, è stato salvato da un gruppo di dipendenti della fabbrica di famiglia. Per molti anni non ha voluto raccontare la sua esperienza per una forma di rispetto nei confronti di chi non era riuscito a salvarsi, ma tutte le sere, alla fine della giornata di lavoro, passava sempre in un luogo molto particolare. Il figlio, Giorgio, venne poi a sapere la storia della casa segreta quasi per caso e alla fine anche Dino decise di raccontare, soprattutto per l'estrema gratitudine nei confronti di quella pattuglia composta da sei giusti.…
Suo padre, Arminio, come interprete diede voce e aiuto prima agli ebrei deportati dai nazifascisti dal ghetto di Roma, poi a chi ad Auschwitz veniva, prima che annichilito, reificato anche dalla Balele incomprensibile delle lingue del lager, primo strumento di violenza e divisione. Oggi è sua figlia Clara a raccoglierne il testimone, a raccontare il destino del padre, a dover usare parole e linguaggio nuovi per raccontare ai giovani ciò che è stato, affinché non accada mai più.…
Andra e Tatiana Bucci avevano quattro e sei anni quando sono state deportate nel campo di sterminio di Auschwitz insieme ad una parte della loro famiglia. I ricordi di quel periodo buio della loro vita sono a tratti nitidi. L'arresto una sera di fine marzo del 1944; il pianto della nonna che in ginocchio prega l'ufficiale delle SS di prendere solo lei e non le bambine; il viaggio estenuante verso Auschwitz a bordo di un vero e proprio carro bestiame e quel numero impresso sulla pelle che Andra, nonostante tutto, non vuole cancellare. “É un segno che in fondo ce l'abbiamo fatta che siamo riuscite ad uscirne -racconta nell'intervista realizzata da Federico Taddia- Abbiamo vinto noi, che siamo rimaste, che siamo tornate, che raccontiamo.” Le due bambine sono riuscite a sopravvivere a quell'orrore grazie a una guardiana della “baracca dei bambini” che aveva preso a cuore le loro vite, salvandole dagli esperimenti del dottor Mengele. Non solo ricordi nella mente di Andra e Tatiana, ma anche tanti rimorsi che fanno ancora male, a distanza di anni. Uno fra tutti: l'aver rifiutato ogni contatto fisico con la madre che non riconoscevano più perché profondamente cambiata nell'aspetto dalle privazioni disumane del campo di sterminio. Oggi Andra e Tatiana sono felicemente nonne, hanno ricostruito tassello dopo tassello la loro vita ma non dimenticano quello che hanno subito e continuano ad essere testimoni di quella tragedia per fare in modo che quello che è stato non riaccada mai più.…
“Dopo la Liberazione dal nazi fascismo, ricordo che le persone andavano in stazione a Roma ad attendere i treni, sperando di riabbracciare i propri cari che erano stati deportati”. Ricorda così Lia Levi, giornalista e scrittrice. Aveva 11 anni quando nella sua vita irrompe la furia nazi fascista
Dalla bellezza dell'isola di Rodi all'inferno di Auschwitz-Birkenau: Sami Modiano ha 14 anni quando, nell'agosto 1944, viene rinchiuso nel campo di sterminio. È con papà Giacobbe e la sorella Lucia che non ce la faranno a sopravvivere. Sami è prostrato, debolissimo, viene selezionato per le camere a gas ma lo salva un treno di patate da scaricare. Il 27 gennaio 1945 ritrova la libertà con l'ingresso dell'Armata Rossa ad Auschwitz. Arriva in Italia, a Ostia, cerca fortuna nel Congo Belga e ritrova la sua amata Rodi. Dal 2005, è instancabile testimone della Shoah e a tutti noi ripete la frase che papà Giacobbe gli disse nel lager: “Tieni duro, Sami, tieni duro: tu ce la devi fare”.…
“Io stessa lo racconto, lo vedo. E penso che non sia possibile essere sopravvissuti a cose simili. Vedo e sento. Ma voi, voi vedete?” In tutta la vita del dopo, Ginette Kolinka ha visto e sentito in modo diverso. Diverso, da prima. Prima della guerra, prima dei nazisti, prima di Birkenau e prima della perdita di quello che era. Il bisogno di ricordare, di rivivere e di condividere quello che ha vissuto inizia per caso e dopo una telefonata della Fondazione Schindler. Da allora, Ginette Kolinka non ha mai smesso di accompagnare i giovani a vedere e sentire quello che è stato. Direttamente tra quelle baracche del campo di Birkenau, dove lei, alla loro età, è stata schiava, affamata e violata nella sua intimità.…
Non ha neppure 12 anni Edith Bruck quando, nel 1944, arriva al lager di Auschwitz con la sua famiglia, originaria di un piccolo villaggio dell'Ungheria. Soffre la fame, il freddo, la brutalità delle SS. Vede il fumo alzarsi dal camino dei crematori. La sorella Judit la conforta, così come piccoli gesti di umanità. Tanti i campi di sterminio in cui vive e sa trovare forza in una gavetta che un tedesco le lancia e dentro cui c'è della marmellata o in un cuoco che le chiede come si chiama, a lei che era diventata solo un numero. Riesce a sopravvivere alla Marcia della morte e al dolore, sceglie l'Italia come patria adottiva e l'italiano come lingua-corazza per raccontare l'orrore. È scrittrice e poetessa e ci ricorda che, anche all'inferno, balugina la speranza…
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