Player FM - Internet Radio Done Right
Checked 3h ago
Aggiunto cinque anni fa
Contenuto fornito da Giulio Cavalli. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Giulio Cavalli o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Player FM - App Podcast
Vai offline con l'app Player FM !
Vai offline con l'app Player FM !
Podcast che vale la pena ascoltare
SPONSORIZZATO
Vicki Sokolik refuses to be an Ostrich. Her son brought to her attention the crisis of unhoused youth — youth unhoused, not living with a parent/guardian, and not in foster care — in America, and she has been fighting to support this vulnerable population every since. Most active in Tampa Bay, Florida, Vicki is the founder and CEO of the nonprofit Starting Right, Now, which removes barriers for unaccompanied homeless youth to cultivate long-term well-being and self-sufficiency. She is also the author of the new book, “If You See Them: Young, Unhoused, and Alone in America.” Vicki Sokolik joined host Jay Ruderman to discuss the many ways unhoused youth fall through the cracks in our society, how her organization helps them, and also how to build trust with people who could use your help. Episode Chapters (00:00) Intro (01:10) Vicki’s origin story (02:40) What is “unhoused youth?” (06:40) What should a person do if they worry they see an unhoused youth? (08:19) How have conversations around unhoused youth changed in Vicki’s 20 years working with them? (11:02) How do people get the word out and help unhoused youth? (14:55) Vicki’s new book (16:48) How Vicki builds trust (20:10) What do students receive at Starting Right, Now? (22:58) How does Vicki balance advocacy and direct support? (27:53) Starting Right, Now alumni (29:10) Goodbye For video episodes, watch on www.youtube.com/@therudermanfamilyfoundation Stay in touch: X: @JayRuderman | @RudermanFdn LinkedIn: Jay Ruderman | Ruderman Family Foundation Instagram: All About Change Podcast | Ruderman Family Foundation To learn more about the podcast, visit https://allaboutchangepodcast.com/…
Converrebbe parlare dei temi, più che della loro ministra
Manage episode 419920615 series 2638122
Contenuto fornito da Giulio Cavalli. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Giulio Cavalli o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Mentre la ministra Roccella polarizzava le tifoserie sul diritto di parola e agli Stati generali della natalità teneva banco la polemica sul limite tra contestazione e censura, i professionisti provavano a ragionare su quella che da alcuni viene definita una “glaciazione demografica”. Percorsi di secondo welfare ad esempio ha realizzato una ricerca con Fondazione Lottomatica che dice come la denatalità in Italia rispecchia un serio divario tra desideri e realtà. “Le difficoltà economiche sono l’ostacolo prevalente tra le coppie dove la donna resta in casa (entrate insufficienti). Le difficoltà di conciliazione, invece, ostacolano la procreazione quando la donna è occupata (troppi impegni e poco tempo). I padri italiani danno ancora scarso contributo alle incombenze di casa e di cura”, scrive l’associazione. Sono tutti problemi noti, nonostante certa politica sia convinta di poterli ignorare. C’è il sostegno alle famiglie che continua a essere troppo poco e troppo breve. C’è il congedo parentale che è troppo oneroso per le famiglie meno abbienti. Ci sono gli asili nido che continuano a mancare (nonostante si nasca sempre meno e nonostante i soldi del Pnrr) mentre in Germania, Paese Bassi, Danimarca, Slovenia addirittura il posto viene garantito dal momento in cui finisce il congedo di maternità. Il professore di scienze politiche all’Università di Milano Maurizio Ferrera fa notare che anche i mancati servizi agli anziani non autosufficienti influiscono su giovani che devono dedicarsi ai propri genitori prima di poter essere genitori. E poi c’è ovviamente il lavoro che occupa moltissimo tempo non sempre garantendo uno stipendio adeguato. La denatalità è un argomento molto serio e urgente, molto più delle uscite pubbliche della ministra. Forse converrebbe parlare di quello.
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
…
continue reading
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
1001 episodi
Manage episode 419920615 series 2638122
Contenuto fornito da Giulio Cavalli. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da Giulio Cavalli o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Mentre la ministra Roccella polarizzava le tifoserie sul diritto di parola e agli Stati generali della natalità teneva banco la polemica sul limite tra contestazione e censura, i professionisti provavano a ragionare su quella che da alcuni viene definita una “glaciazione demografica”. Percorsi di secondo welfare ad esempio ha realizzato una ricerca con Fondazione Lottomatica che dice come la denatalità in Italia rispecchia un serio divario tra desideri e realtà. “Le difficoltà economiche sono l’ostacolo prevalente tra le coppie dove la donna resta in casa (entrate insufficienti). Le difficoltà di conciliazione, invece, ostacolano la procreazione quando la donna è occupata (troppi impegni e poco tempo). I padri italiani danno ancora scarso contributo alle incombenze di casa e di cura”, scrive l’associazione. Sono tutti problemi noti, nonostante certa politica sia convinta di poterli ignorare. C’è il sostegno alle famiglie che continua a essere troppo poco e troppo breve. C’è il congedo parentale che è troppo oneroso per le famiglie meno abbienti. Ci sono gli asili nido che continuano a mancare (nonostante si nasca sempre meno e nonostante i soldi del Pnrr) mentre in Germania, Paese Bassi, Danimarca, Slovenia addirittura il posto viene garantito dal momento in cui finisce il congedo di maternità. Il professore di scienze politiche all’Università di Milano Maurizio Ferrera fa notare che anche i mancati servizi agli anziani non autosufficienti influiscono su giovani che devono dedicarsi ai propri genitori prima di poter essere genitori. E poi c’è ovviamente il lavoro che occupa moltissimo tempo non sempre garantendo uno stipendio adeguato. La denatalità è un argomento molto serio e urgente, molto più delle uscite pubbliche della ministra. Forse converrebbe parlare di quello.
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
…
continue reading
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
1001 episodi
Tutti gli episodi
×L
La Sveglia di Giulio Cavalli
C’è quell’imbarazzante immagine di Mark Zuckerberg che con occhi da cane bastonato annuncia di liberare Facebook e Instagram contro “l’oppressione della cultura woke”. Il proprietario di Meta, che distilla gli algoritmi di quello che dobbiamo vedere su Instagram e Facebook, ha affermato che la società e il mondo aziendale sono diventati "castrati" ed "emasculati", sottolineando che la cultura aziendale si è allontanata dall'energia maschile, che lui considera positiva e necessaria accanto a quella femminile. Jeff Bezos, proprietario di Amazon, aveva acquistato il Washington Post per promettere di rispettare lo slogan sotto la testata: “la democrazia muore nell’oscurità”. Poi ha abbracciato l’oscurità perché l’importante è che non muoia il fatturato. Walt Disney corre a baciare la pantofola a Trump. Ieri il NY Times ci ha fatto sapere che ke grandi banche abbandonano i gruppi che lottano contro i cambiamenti climatici prima del mandato di Trump, Federal reserve inclusa. L’idealizzazione delle aziende nella speranza che potessero diventare alfieri dei diritti civili si è sgretolata nel giro di qualche settimana. È il risultato della politica che manca. Affidarsi a Walt Disney per chiedere la valorizzazione dei diritti Lgbt significa lasciare le mani libere ai partiti che chiedono voti per la difesa dei diritti. Ai politici bastava indicare cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato, dove acquistare, cosa boicottare. Le aziende costruivano narrazione per vendere e la politica la scambiava per idealismo. La politica deve fare politica, non narrazione. Altrimenti chi ha la narrazione che solletica meglio gli intestini vince. Come Meloni, come Trump. E i diritti passano di moda. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Il New York Times l’ha chiamata *retribution list*: l’elenco dei nemici che Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, punterebbe a colpire per vendicarsi di quattro anni che il tycoon chiama, senza ironia, una crociata contro il “deep state”. Dentro ci sono alti funzionari, giudici, giornalisti e persino ex alleati repubblicani colpevoli di aver tentennato davanti alle sue derive più estreme. Non è solo Trump: è il marchio del revanscismo che questa destra dissemina da Washington a Roma, portando il conflitto personale al centro della politica. Nel mirino ci finiranno innanzitutto le istituzioni che hanno osato indagare, ostacolare o regolamentare: l’FBI, il Dipartimento di Giustizia, chiunque rappresenti quel bilanciamento dei poteri che Trump ha sempre letto come una scomoda burocrazia. La sua ossessione non è nuova. La novità, semmai, sta nella normalizzazione della vendetta come strategia politica. E qui, guardando oltreoceano, non serve grande fantasia per vedere gli echi di Giorgia Meloni: basti pensare agli attacchi sistematici contro la magistratura, i media critici, o le organizzazioni che difendono i diritti civili. La domanda, però, è un’altra: cosa accade quando il nemico diventa il collante del consenso? Si crea un vuoto in cui l’agenda politica si riduce a una lunga lista di bersagli. Più che una crociata, è l’autobiografia di un progetto senza futuro, dove chi osa dissentire non viene contestato ma delegittimato. E forse è proprio questo che fa più paura: non i nemici di Trump, ma il silenzio che verrà dopo.. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
C’è il cessate il fuoco, sempre che tenga. C’è la promessa di cessate il fuoco ma ieri sono stati uccisi almeno 20 bambini e 25 donne. C’è il cessate il fuoco e ci sono le macerie. Le macerie di Gaza non sono solo pietre. Ogni frammento è il testimone muto di un'infanzia rubata, di famiglie spezzate, di sogni mai nati. I numeri dell'UNICEF sono un grido sordo: 14.500 bambini morti, migliaia di feriti, 17.000 orfani di guerra. Nella Striscia, meno della metà degli ospedali è operativa, l’acqua scarseggia, le scuole sono ombre di ciò che erano. Quasi un milione di persone è sfollato, e l'insicurezza alimentare è una condanna per tutti. Il cessate il fuoco è arrivato come un sussurro in mezzo al frastuono delle bombe, ma da solo non basta. È un fragile spiraglio che può chiudersi in un attimo, a meno che non si trasformi in una via verso una soluzione politica reale. La direttrice dell’UNICEF, Catherine Russell, ha parlato di una risposta umanitaria massiccia, indispensabile per curare le ferite di una terra agonizzante. Vaccini per 420.000 bambini, acqua potabile, assistenza psicologica, scuole da ricostruire. Ma nulla di questo avrà senso senza un impegno globale che metta fine a questo perpetuo sterminio. Ogni giorno di ritardo è un colpo inferto a chi già vive nel baratro. Le macerie di Gaza ci guardano, con il peso della nostra inadeguatezza. Non basta conteggiare i morti o inviare aiuti. La guerra è stata un fallimento e le macerie stanno lì a ricordarci che abbiamo fallito. C’è il cessate il fuoco ma la ricostruzione di Gaza non ha bisogno di mattoni e di cemento. Ha bisogno di una comunità internazionale che smentisca tutto quello che ha fatto fin qui. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Alberto Trentini, operatore umanitario di Venezia Lido, è stato fermato in Venezuela il 15 novembre scorso e da allora non si hanno sue notizie. La famiglia racconta che Trentini era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 ed il 15 novembre mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito è stato fermato ad un posto di blocco, insieme all’autista della Ong per cui lavora. Dalle scarse e informali informazioni ricevute sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Alberto sia stato trasferito a Caracas e, ad oggi, alla famiglia risulta “prigioniero” in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione. Racconta la famiglia: “In realtà nessuna notizia ufficiale ci è mai stata comunicata da nessuna autorità Venezuelana né Italiana e di fatto, da quasi due mesi, nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità. Dal suo arresto e cioè dal 15 novembre ad oggi, a quanto sappiamo, nessuno è riuscito a vederlo, né a parlargli. Neppure il nostro Ambasciatore è riuscito a comunicare con lui né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi”. Un’interrogazione parlamentare presentata da Provenzano e Cuperlo (Pd) chiede che il governo si attivi subito per la liberazione. Dice Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21: “nessuno può e deve immaginare che dei cittadini italiani all’estero - reclusi o detenuti per ragioni politiche - possano avere un trattamento differente e diverso”. Salvare tutte le persone, tutte, prima di tutto, al di là delle convenienze politiche, al di là del fragore mediatico. Questa è giustizia. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
61.852 detenuti. 46.839 posti disponibili. La capienza regolamentare sarebbe di 51.312, ma quasi 5.000 spazi sono inagibili. Il sovraffollamento medio nelle carceri italiane è al 132%. A Milano San Vittore il tasso arriva al 218%, un record. In 148 carceri su 200 il sovraffollamento supera i limiti previsti. In 59 strutture tocca o supera il 150%. Il problema è generalizzato. In Puglia il sovraffollamento è al 171%, in Lombardia al 151%, in Lazio al 146%. Solo Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige sono sotto la soglia regolamentare, ma la prossimità ai familiari impedisce trasferimenti. 23.461 detenuti hanno una pena residua inferiore a 3 anni. Di questi, 19.592 potrebbero accedere a misure alternative, ma non succede. Tra loro, 8.443 hanno pene inflitte inferiori a 3 anni. Nonostante il sovraffollamento, il sistema penale non interviene. Celle chiuse, sezioni inutilizzabili, strutture inadeguate completano un quadro di abbandono. Secondo il Garante delle persone private della libertà, serve un piano nazionale per l’edilizia penitenziaria. Nulla è stato fatto. La recidiva rimane alta, la rieducazione fallisce. L’Italia ignora i suoi 61.852 detenuti, condannandoli a un sistema che non protegge e non reintegra. I numeri gridano, ma il silenzio delle istituzioni è assordante. Poi quando arrivano i numeri e le storie dei suicidi in carcere sono già caldi i comunicati stampa, le pose afflitte, le promesse del “mai più”. Se le carceri italiane fossero illuminate dalla stampa e dal dibattito pubblico sarebbero un quotidiano sigillo infame. Non servono nemmeno giudizi, non servono opinioni: bastano i numeri. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
L
La Sveglia di Giulio Cavalli
“Pattume mediatico su mio padre, reagiremo”, tuona Marina Berlusconi dopo la puntata di Report. La trasmissione di Sgfrido Ranucci ha fatto quello che dovrebbe fare il giornalismo: evitare che il potere riscriva la storia, evitare che la memoria ammuffisca sotto il peso delle convenienze politiche. Per raccontare i rapporti tra Silvio Berlusconi e la mafia basta raccontare la storia del suo braccio destro Marcello Dell’Utri. Dell’Utri, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato assolto nel 2023 nel processo sulla trattativa Stato-mafia, ma la sua intermediazione tra i vertici di Cosa Nostra e Berlusconi è stata confermata da una sentenza definitiva. È stato riconosciuto come mediatore tra Berlusconi e Cosa nostra. La sua attività ha incluso la garanzia di protezione per Berlusconi e la sua famiglia, nonché il sostegno all'attività imprenditoriale dell'ex premier, in cambio di favori politici. Secondo le indagini, Dell'Utri avrebbe facilitato l'appoggio elettorale della mafia a Forza Italia in cambio di promesse politiche favorevoli a Cosa nostra, contribuendo così a consolidare il potere politico di Berlusconi. Marina Berlusconi dice che suo padre “è sempre stato in prima fila contro le mafie” mentre le sentenze raccontano una storia diversa. Forza Italia - il partito della famiglia Berlusconi - rincara la dose parlando di scempio. Dall’opposizione se appoggiate l’orecchio si sente solo un flebile bisbiglio. Per riscrivere la storia bisogna prima cancellare la memoria. Per cancellare la memoria bisogna calunniare chi ricorda. Per questo il giornalismo serve. Oggi più che mai. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
L
La Sveglia di Giulio Cavalli
Al di là delle baruffe politiche, al di là delle colpe che in Italia sono sempre “dei governi precedenti”, c’è un dato incontrovertibile che misura l’isolamento di Matteo Salvini. Nel sabato nero dei trasporti ferroviari, mentre Trenitalia chiedeva ai viaggiatori di astenersi dal viaggiare, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture leghista non ha ricevuto un solo messaggio di difesa dai suoi alleati di governo. Escluse le note stampa dei compagni di partito - richiamati all’ordine proprio dal ministro - nessuno di Forza Italia e nessuno di Fratelli d’Italia ha considerato una buona idea scrivere nemmeno una mezza parola. Silenzio anche da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha chiuso il leader leghista nel suo ufficio, lasciandolo solo. Non che Salvini non abbia contribuito al clima. La scelta di trasformare il Mit in un’enclave leghista sognando di avere una truppa completamente fedele al suo faraone. L’unico viceministro di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, ha fatto le valigie per occupare il posto da capogruppo lasciato libero dal neo ministro Tommaso Foti. E che Meloni abbia lasciato vuota la casella da vice dell’alleato leghista è un particolare che parla. A fine mese lascerà la sedia da amministratore delegato di Rfi - la presunta società colpevole degli ultimi disastri - Giuseppe Strisciuglio. È il vuoto che fa rimbombare la solitudine. Salvini rimane attaccato al mastodontico ponte che forse non si farà mai. E tra poco arriva il congresso della Lega. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
L
La Sveglia di Giulio Cavalli
“Qualcuno ha contatti con dei pompieri privati per proteggere la nostra casa a Pacific Palisades? Bisogna agire in fretta qui. Tutte le case dei vicini stanno bruciando. Paghiamo qualsiasi cifra. Grazie”. A lanciare l’appello su X è Keith Wasserman, un imprenditore immobiliare statunitense, co-fondatore e managing partner di Gelt Venture Partners, una società di investimento immobiliare con sede a Los Angeles. Dal 2008, Wasserman ha supervisionato l'acquisizione di proprietà multifamiliari e di self-storage per un valore complessivo di oltre 3 miliardi di dollari, principalmente negli Stati Uniti occidentali. Ad aiutare i Vigli del fuoco per l’enorme incendio scoppiato in questi giorni in California ci sono centinaia di detenuti della California che tagliano e segano le linee di contenimento per gli equipaggi. L’ultima riforma carceraria ha ridotto i detenuti considerati idonei e così in California al picco di 4.250 persone detenute lavoranti si è passati a 1.800, proprio nel periodo dei suoi incendi più mortali. Le persone detenute impiegate con i Vigili del fuoco guadagnano dai 6 ai 12 euro al giorno e oggi sono circa il 30% del personale impiegato nell’emergenza. Mentre quelli guadagnano 6 euro il miliardario sogna dei pompieri privati, riservati solo ai ricchi. Forse qualcuno nei prossimi giorni chiederà una legge per salvare prima i più ricchi. Del resto la situazione non è molto diversa da Letizia Moratti che ai tempi della pandemia ai tempi proponeva di “distribuire i vaccini per il coronavirus tra le regioni anche in base al contributo che danno al Pil”. Sovranismo sfrenato: salvarsi, mica salvare. È il capitalismo, bellezza. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
L
La Sveglia di Giulio Cavalli
Il primo femminicidio del 2025 si è consumato vicino a Perugia, a Gualdo Tadino, il 5 gennaio. Daniele Bordicchio ha sparato e ucciso la moglie Eliza Stefania Feru, ventinovenne cittadina italiana ma originaria della Romania, per poi suicidarsi.Bordicchio ha ucciso con l’arma di ordinanza. È una guardia giurata. Giorgio Beretta - analista ed esperto in armi, commercio di armamenti e politiche di disarmo - fa notare che il primo femminicidio con arma da fuoco del 2024 è stato compiuto con un’arma di ordinanza. Era il 13 febbraio e il maresciallo della Guardia di Finanza Christian Sodano dopo un litigio con la ex fidanzata Desiree Amato ha ucciso la mamma di lei, Nicoletta Zomparelli di 46 anni e la sorella Renèe di 19 anni. Beretta spiega che “il possesso di un’arma d’ordinanza non è un elemento secondario in questi femminicidi. L’arma da fuoco non costituisce infatti solo lo strumento per eseguire un assassinio, ma rappresenta un elemento centrale nell’ideazione e nella progettazione del femminicidio”. Il cosiddetto Decreto sicurezza (DdL 1660) in discussione in Parlamento permette a tutti gli agenti di pubblica sicurezza di acquistare una o più armi da tenere sempre con sé senza l’obbligo – attualmente in vigore – di ottenere una licenza di porto d’armi. Sono almeno 300 mila persone che potranno comprare un’arma senza comunicarlo alla consorte, alla convivente e ai familiari maggiorenni conviventi, senza l’obbligo di esami clinico-tossicologici e senza specifici controlli medici sullo stato di salute mentale o per accertare criticità nella la situazione di coppia. Disarmare i femminicidi sarebbe già una buona idea. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
L
La Sveglia di Giulio Cavalli
Circola un aneddoto di un presidente che un giorno decide di ampliare una strada da due a tre corsie, dichiarando un aumento del 50%. Successivamente, riduce le corsie da tre a due, affermando una diminuzione del 33%. Sommando queste variazioni, sostiene di aver ottenuto un saldo positivo del 17%. Il popolo applaude, il presidente è felice. Sull’aumento dei posti di lavoro Giorgia Meloni ha seminato molta della sua propaganda. Arrivando a dichiarare (e poi a ripetere) che l’Italia in cui stiamo vivendo avrebbe i livelli occupazionali più alti dai tempi di Garibaldi. L’iperbole sembrava piuttosto sfrontata, ma valenti quotidiani l’hanno presa molto sul serio. Qualche giorno fa la Cgil di Roma ha pubblicato un report sulla situazione del lavoro a Roma raccogliendo i dati riferiti al 2023, quando sono stati 1.959.616 i contratti di lavoro attivati, il 18% in più rispetto al 2019. Visto così sembrerebbe un risultato da leccarsi i baffi se non fosse che le cessazioni sono state 1.868.044, pari al 95,3% dei contratti attivati. Il contratto quindi è una precarietà legale, nulla su cui poter costruire uno straccio di futuro. Il dato più dirompente però è che il 49% dei contratti attivati (690.492) è durato un solo giorno. Si viene assunti alla mattina, si fa quel che c’è da fare, e poi ci si saluta e si ringrazia in attesa del contratto successivo. Sempre che ci sia un contratto successivo. Complessivamente, nel 2023, il 70% dei contratti di lavoro a Roma è durato meno di un mese. Un’occupazione non stabile è un cerotto su una ferita sempre aperta. Nasconde poco, male e non cura. Però gonfia i numeri. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia deciso di volare negli Stati Uniti perché ritiene Trump più risolutivo di Biden nella liberazione della giornalista Cecilia Sala è una legittima e personale scelta politica. Presto sapremo se è stata un’intuizione efficace e indovinata. Che la capa del governo sia atterrata a Palm Beach e si sia intrattenuta con il presidente eletto degli Usa sorbendosi uno strampalato documentario complottista sui presunti brogli elettorali alle presidenziali americane del 2020 (ricusati perfino da giudici nominati da Trump) a margine della cena dice molto dell’acquiescenza di Meloni, novella sovranista per conto terzi. Che Giorgia Meloni abbia approfittato della convivialità oltreoceano per accelerare - stando ad alcuni articoli di stampa - un accordo da un miliardo e mezzo di euro con SpaceX per promuoverlo a partner di Stato invece sarebbe indubbiamente preoccupante. Non solo perché sarebbe l’ennesima volta in cui la sovranista per conto terzi cede un cosiddetto “asset strategico” a un’azienda straniera, con buona pace delle sue promesse e della sua stessa impostazione politica. Affidare i dati crittografati della sicurezza nazionale a uno svalvolato (seppur geniale) utilizzatore di ketamina sarebbe a dir poco pericoloso. È evidente che Meloni stia facendo il possibile per risultare simpatica alla truppa trumpiana ma regalare la sicurezza nazionale a Musk ha i contorni della distopia. Meloni faccia tutto il possibile per portare Cecilia Sala a casa senza confondere il piano diplomatico con la convenienza politica. E si ricordi un particolare non insignificante: non esiste silenzio stampa del governo con il Parlamento. Non siamo l’Iran. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Non si può parlare di Gisèle Pelicot senza rabbrividire, ma sarebbe un errore considerare la sua storia un’aberrazione isolata. Gisèle è stata drogata, abusata e filmata dal marito per un decennio: un incubo che non si è consumato nell’ombra di qualche vicolo degradato, ma tra le mura domestiche di una casa qualunque. E a infliggerle tutto questo non è stato un mostro, ma un uomo ordinario. Proprio qui sta la radice dell’orrore: non in Dominique Pelicot, ma in quei 51 uomini “normali”, padri, mariti, professionisti, che hanno abusato di una donna inerme e si sono detti innocenti. La vicenda Pelicot è uno specchio brutale: riflette una società in cui la violenza è così ordinaria da non essere riconosciuta come tale. I 51 complici non sono un’anomalia, sono la regola. Non sono mai arrivati a chiedersi se ciò che stavano facendo fosse un crimine. Alcuni hanno persino osato scusarsi in aula, quasi che un “mi dispiace” bastasse a cancellare nove anni di stupri. E fuori dal tribunale, le pene comminate sono state accolte con sdegno: è questa la giustizia per Gisèle? “Merci Gisèle”, si leggeva sugli striscioni. Grazie per aver portato alla luce ciò che preferiamo non vedere: che il male indossa la maschera della normalità, che il patriarcato è un sistema prima che un comportamento deviante. La Francia applaude il coraggio di Gisèle, ma si accontenta di qualche condanna e di una manciata di kit antidroga nelle farmacie. Come se il problema fosse solo chimico e non culturale. La vergogna deve cambiare campo, dice Gisèle. Responsabili del ribaltamento, più che del cambiamento. Scritto così mi sembra che sia chiarissimo. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Uno degli aspetti che stupisce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è l’ostinata indifferenza - se non negazione - dei dati che piovono sull’Italia quando si parla di lavoro. Ieri la Commissione europea nella “proposta sul rapporto sull’occupazione nell’ambito del Pacchetto di autunno del semestre europeo” scrive nero su bianco che il reddito familiare lordo disponibile pro capite è in una “situazione critica”. Riprendendo i dati Eurostat l’Ue racconta come il reddito degli italiani sia ulteriormente diminuito nel 2023 portandosi al 94% del valore del 2008, contro una media Ue a 111,1 (+0,6 punti dal 2022). Mentre gli altri vedevano il proprio reddito crescere dell’11% da noi si abbassava del 6%. Si legge poi che in Italia restano “importanti sfide nel mercato del lavoro”, con un tasso di occupazione al “record” del 66,3% nel 2023 ma “ancora 9 punti percentuali sotto la media Ue e “debole ma in miglioramento” e “particolarmente indietro nel sud (52,5%) e nelle isole (51,5%)”. Si definisce “critico” il divario occupazionale di genere “senza miglioramenti significativi nell’ultimo decennio”. Tutte cose che i cittadini italiani - quelli fuori dalla cerchia ristretta dei dibattiti televisivi - sanno benissimo perché le scontano sulla propria pelle. Eppure la presidente del Consiglio e i suoi compagni di governo appaiono sconnessi, riluttanti alla realtà, perfino negazionisti. Ci deve essere dalle parti di Palazzo Chigi la freudiana convinzione che la narrazione ridisegni la realtà. Ed è strano, perché di solito la parola che genera realtà è un vezzo di scrittori e intellettuali, categorie non proprio amate da quelle parti. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Bashar al-Assad è caduto, e con lui si sgretola un impero che, oltre al sangue, aveva un altro collante: il captagon. La Siria, per anni, non è stata solo il teatro di una guerra devastante, ma anche la più grande fabbrica mondiale della piccola pillola bianca che ha alimentato eserciti, studenti e lavoratori del Medio Oriente. Il regime di Assad, soffocato dalle sanzioni, aveva trovato nel captagon una leva economica e un mezzo di controllo. I video diffusi dai ribelli dopo la caduta di Damasco non lasciano dubbi: laboratori industriali nascosti in basi aeree, fabbriche di patatine e magazzini della capitale trasformati in centri di produzione clandestina. Le immagini delle pillole infilate in mosaici, finti frutti ed elettrodomestici raccontano la sistematicità di un traffico da dieci miliardi di dollari l’anno, con un quarto finito nelle tasche del regime e, a cascata, nelle casse dei suoi alleati. Hezbollah, protetto da Teheran e sanzionato dall’Occidente, ha usato il captagon per diversificare le entrate e resistere alle pressioni economiche: la guerra è costosa e la milizia libanese è il più grande datore di lavoro del Paese, con centinaia di migliaia di persone che dipendono dalla sua rete sociale. Il captagon non è solo una droga: è il simbolo di un sistema di potere che, per sopravvivere, si è spinto oltre ogni scrupolo. La Siria, già piegata, era diventata il centro di un mercato tossico che ha drogato il conflitto e arricchito pochi. Ma non basta la caduta di Assad per spegnere la domanda. Se le fabbriche siriane si fermano, altre ne nasceranno altrove, forse in Iraq o in Europa, dove già si contano sequestri milionari. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
"Con tutto il rispetto", diciamo. E in quel momento sappiamo già che stiamo per dire qualcosa di irriguardoso, offensivo, sprezzante. Il "con tutto il rispetto" è diventato il visto d'ingresso nel territorio delle nefandezze, il timbro che ci autorizza a oltrepassare la frontiera della decenza. L'Istituto Treccani ha scelto "rispetto" come parola dell'anno e forse non poteva essere più precisa nel fotografare l'ipocrisia del nostro tempo. Perché il rispetto è diventato esattamente questo: una formula vuota che usiamo come scudo per proteggerci mentre facciamo esattamente il contrario. "Col dovuto rispetto", e poi giù a martellare. "Rispettosamente", e poi via a demolire. Come quei killer gentiluomini che si inchinano prima di sparare. Il rispetto è la nostra assoluzione preventiva. È la monetina che gettiamo nel cestino delle offerte prima di commettere peccato. È il "non è per fare polemica" che anticipa la polemica più velenosa. È quel "detto con rispetto" che apre la strada alle peggiori mancanze di rispetto. Siamo diventati così bravi a usare il rispetto come grimaldello per scardinare il rispetto che ormai non ci accorgiamo nemmeno più della contraddizione. Lo pronunciamo a mo' di formula magica, come se bastasse nominarlo per essere autorizzati a dimenticarlo subito dopo. Come quei politici che prima citano la Costituzione e poi la calpestano, che invocano le istituzioni mentre le svuotano, che parlano di dialogo mentre alzano muri. È la parola trasformata in alibi. Il lasciapassare per ogni bassezza. Il salvacondotto per navigare nel mare dell'arroganza. "Con tutto il rispetto", e poi affondiamo. Con rispetto, naturalmente. #LaSveglia per La Notizia Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support .…
Benvenuto su Player FM!
Player FM ricerca sul web podcast di alta qualità che tu possa goderti adesso. È la migliore app di podcast e funziona su Android, iPhone e web. Registrati per sincronizzare le iscrizioni su tutti i tuoi dispositivi.