Contenuto fornito da livio partiti and Livio partiti. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da livio partiti and Livio partiti o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Player FM - App Podcast
Vai offline con l'app Player FM !
Vai offline con l'app Player FM !
Podcast che vale la pena ascoltare
SPONSORIZZATO
T
The 85 South Show with Karlous Miller, DC Young Fly and Chico Bean
West Coast legend Ice Cube pulls up to the trap to talk about his new album and kick it one good tine with Karlous Miller, Chico Bean, DC Young Fly and Clayton English! Off the rip they start talking about DC being in the New Friday movies. Cube takes it all the way back to how he started in Compton and Karlous asks about the lyrics to "Today Was A Good Day!" The squad talks about The Big 3 and the struggle to build an all new league. Cube talks about how the govt opposition to his early music and talks about how he got involved in developing a political plan for Black People. From Mike Epps to Bernie Mac, the conversations sways to talking about how comedians impact the movies. Cube talks "All About The Benjamins" and tells a crazy story from the time he was filming Anaconda with J Lo. This is the coldest podcast! || 85 SOUTH App : www.channeleightyfive.com || Twitter/IG : @85SouthShow || Our Website: www.85southshow.com See omnystudio.com/listener for privacy information.…
Daria Biagi "La metà della vita" Terézia Mora
Manage episode 461070102 series 1243781
Contenuto fornito da livio partiti and Livio partiti. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da livio partiti and Livio partiti o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Daria Biagi
"La metà della vita!
Terézia Mora
Gramma Feltrinelli
www.feltrinellieditore.it
Muna ha diciotto anni e vive a Jüris, una piccola città della Ddr. Abita con sua madre, attrice del teatro comunale che, dopo la morte del marito, annega nell’alcol il dispiacere di vivere. Mentre sogna di raggiungere Berlino, Muna frequenta come tirocinante la redazione della “Voce del popolo”, la rivista ospitata nell’appartamento di Noah Klein. Tra i vecchi scaffali della rivista si beve vino rosso e cola, ci si rimpinza di patatine, si raccontano barzellette.
Un giorno compare in redazione l’addetto alla fotografia. Magnus ha occhi azzurri e una ruga di rabbia tra le sopracciglia. È l’uomo più bello che Muna abbia mai visto. Una sera, Magnus l’accompagna in bicicletta e sale nel suo appartamento. L’indomani le dice che starà via tre settimane e scompare. Scompare per anni così come scompare la Ddr, sprofondata di colpo nel nulla, insieme con il Muro.
Tra Berlino e Vienna, tra relazioni fugaci e attenzioni indesiderate, Muna conduce la sua esistenza di giovane universitaria. Finché Magnus non ricompare per diventare la sua ragione di vita e… il suo inferno. Muna naufraga nella devozione a un uomo anaffettivo, in un rapporto fatto di continui ricatti, di sottili denigrazioni, di aggressività e manipolazione psicologica. Un rapporto in cui precipita senza alcuna possibilità di liberazione.
Accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico in Germania, La metà della vita non racconta semplicemente la storia di un amore tossico. Muna è, nelle sue pagine, un’icona delle donne nelle quali vive “una combinazione di illusioni tranquillamente alimentate dall’egoismo e di dedizione sacrificale all’oggetto d’amore” (“Süddeutsche Zeitung”). La maestria con la quale Terézia Mora descrive l’isolamento brutale, la negazione della realtà e il coraggio con cui Muna mantiene la speranza di un amore diverso da tutti consegna alla narrativa contemporanea uno dei personaggi femminili più profondi e inquietanti degli ultimi anni.
Terézia Mora è nata nel 1971 a Sopron, in Ungheria, e vive a Berlino dal 1990. Per i suoi racconti e romanzi ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ingeborg Bachmann, il Kunstpreis Berlin, il Preis der Leipziger Buchmesse, il Deutscher Buchpreis e, nel 2018, il Premio Georg Büchner. I suoi libri sono stati tradotti in 20 lingue. Per Feltrinelli Gramma ha pubblicato La metà della vita (2024).
Daria Biagi ha studiato Lettere a Bologna e Francoforte, e lavora attualmente presso La Sapienza di Roma. Ha tradotto testi di Thomas Pavel, Hans Werner Henze e Ralf König.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
…
continue reading
"La metà della vita!
Terézia Mora
Gramma Feltrinelli
www.feltrinellieditore.it
Muna ha diciotto anni e vive a Jüris, una piccola città della Ddr. Abita con sua madre, attrice del teatro comunale che, dopo la morte del marito, annega nell’alcol il dispiacere di vivere. Mentre sogna di raggiungere Berlino, Muna frequenta come tirocinante la redazione della “Voce del popolo”, la rivista ospitata nell’appartamento di Noah Klein. Tra i vecchi scaffali della rivista si beve vino rosso e cola, ci si rimpinza di patatine, si raccontano barzellette.
Un giorno compare in redazione l’addetto alla fotografia. Magnus ha occhi azzurri e una ruga di rabbia tra le sopracciglia. È l’uomo più bello che Muna abbia mai visto. Una sera, Magnus l’accompagna in bicicletta e sale nel suo appartamento. L’indomani le dice che starà via tre settimane e scompare. Scompare per anni così come scompare la Ddr, sprofondata di colpo nel nulla, insieme con il Muro.
Tra Berlino e Vienna, tra relazioni fugaci e attenzioni indesiderate, Muna conduce la sua esistenza di giovane universitaria. Finché Magnus non ricompare per diventare la sua ragione di vita e… il suo inferno. Muna naufraga nella devozione a un uomo anaffettivo, in un rapporto fatto di continui ricatti, di sottili denigrazioni, di aggressività e manipolazione psicologica. Un rapporto in cui precipita senza alcuna possibilità di liberazione.
Accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico in Germania, La metà della vita non racconta semplicemente la storia di un amore tossico. Muna è, nelle sue pagine, un’icona delle donne nelle quali vive “una combinazione di illusioni tranquillamente alimentate dall’egoismo e di dedizione sacrificale all’oggetto d’amore” (“Süddeutsche Zeitung”). La maestria con la quale Terézia Mora descrive l’isolamento brutale, la negazione della realtà e il coraggio con cui Muna mantiene la speranza di un amore diverso da tutti consegna alla narrativa contemporanea uno dei personaggi femminili più profondi e inquietanti degli ultimi anni.
Terézia Mora è nata nel 1971 a Sopron, in Ungheria, e vive a Berlino dal 1990. Per i suoi racconti e romanzi ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ingeborg Bachmann, il Kunstpreis Berlin, il Preis der Leipziger Buchmesse, il Deutscher Buchpreis e, nel 2018, il Premio Georg Büchner. I suoi libri sono stati tradotti in 20 lingue. Per Feltrinelli Gramma ha pubblicato La metà della vita (2024).
Daria Biagi ha studiato Lettere a Bologna e Francoforte, e lavora attualmente presso La Sapienza di Roma. Ha tradotto testi di Thomas Pavel, Hans Werner Henze e Ralf König.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
1380 episodi
Manage episode 461070102 series 1243781
Contenuto fornito da livio partiti and Livio partiti. Tutti i contenuti dei podcast, inclusi episodi, grafica e descrizioni dei podcast, vengono caricati e forniti direttamente da livio partiti and Livio partiti o dal partner della piattaforma podcast. Se ritieni che qualcuno stia utilizzando la tua opera protetta da copyright senza la tua autorizzazione, puoi seguire la procedura descritta qui https://it.player.fm/legal.
Daria Biagi
"La metà della vita!
Terézia Mora
Gramma Feltrinelli
www.feltrinellieditore.it
Muna ha diciotto anni e vive a Jüris, una piccola città della Ddr. Abita con sua madre, attrice del teatro comunale che, dopo la morte del marito, annega nell’alcol il dispiacere di vivere. Mentre sogna di raggiungere Berlino, Muna frequenta come tirocinante la redazione della “Voce del popolo”, la rivista ospitata nell’appartamento di Noah Klein. Tra i vecchi scaffali della rivista si beve vino rosso e cola, ci si rimpinza di patatine, si raccontano barzellette.
Un giorno compare in redazione l’addetto alla fotografia. Magnus ha occhi azzurri e una ruga di rabbia tra le sopracciglia. È l’uomo più bello che Muna abbia mai visto. Una sera, Magnus l’accompagna in bicicletta e sale nel suo appartamento. L’indomani le dice che starà via tre settimane e scompare. Scompare per anni così come scompare la Ddr, sprofondata di colpo nel nulla, insieme con il Muro.
Tra Berlino e Vienna, tra relazioni fugaci e attenzioni indesiderate, Muna conduce la sua esistenza di giovane universitaria. Finché Magnus non ricompare per diventare la sua ragione di vita e… il suo inferno. Muna naufraga nella devozione a un uomo anaffettivo, in un rapporto fatto di continui ricatti, di sottili denigrazioni, di aggressività e manipolazione psicologica. Un rapporto in cui precipita senza alcuna possibilità di liberazione.
Accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico in Germania, La metà della vita non racconta semplicemente la storia di un amore tossico. Muna è, nelle sue pagine, un’icona delle donne nelle quali vive “una combinazione di illusioni tranquillamente alimentate dall’egoismo e di dedizione sacrificale all’oggetto d’amore” (“Süddeutsche Zeitung”). La maestria con la quale Terézia Mora descrive l’isolamento brutale, la negazione della realtà e il coraggio con cui Muna mantiene la speranza di un amore diverso da tutti consegna alla narrativa contemporanea uno dei personaggi femminili più profondi e inquietanti degli ultimi anni.
Terézia Mora è nata nel 1971 a Sopron, in Ungheria, e vive a Berlino dal 1990. Per i suoi racconti e romanzi ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ingeborg Bachmann, il Kunstpreis Berlin, il Preis der Leipziger Buchmesse, il Deutscher Buchpreis e, nel 2018, il Premio Georg Büchner. I suoi libri sono stati tradotti in 20 lingue. Per Feltrinelli Gramma ha pubblicato La metà della vita (2024).
Daria Biagi ha studiato Lettere a Bologna e Francoforte, e lavora attualmente presso La Sapienza di Roma. Ha tradotto testi di Thomas Pavel, Hans Werner Henze e Ralf König.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
…
continue reading
"La metà della vita!
Terézia Mora
Gramma Feltrinelli
www.feltrinellieditore.it
Muna ha diciotto anni e vive a Jüris, una piccola città della Ddr. Abita con sua madre, attrice del teatro comunale che, dopo la morte del marito, annega nell’alcol il dispiacere di vivere. Mentre sogna di raggiungere Berlino, Muna frequenta come tirocinante la redazione della “Voce del popolo”, la rivista ospitata nell’appartamento di Noah Klein. Tra i vecchi scaffali della rivista si beve vino rosso e cola, ci si rimpinza di patatine, si raccontano barzellette.
Un giorno compare in redazione l’addetto alla fotografia. Magnus ha occhi azzurri e una ruga di rabbia tra le sopracciglia. È l’uomo più bello che Muna abbia mai visto. Una sera, Magnus l’accompagna in bicicletta e sale nel suo appartamento. L’indomani le dice che starà via tre settimane e scompare. Scompare per anni così come scompare la Ddr, sprofondata di colpo nel nulla, insieme con il Muro.
Tra Berlino e Vienna, tra relazioni fugaci e attenzioni indesiderate, Muna conduce la sua esistenza di giovane universitaria. Finché Magnus non ricompare per diventare la sua ragione di vita e… il suo inferno. Muna naufraga nella devozione a un uomo anaffettivo, in un rapporto fatto di continui ricatti, di sottili denigrazioni, di aggressività e manipolazione psicologica. Un rapporto in cui precipita senza alcuna possibilità di liberazione.
Accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico in Germania, La metà della vita non racconta semplicemente la storia di un amore tossico. Muna è, nelle sue pagine, un’icona delle donne nelle quali vive “una combinazione di illusioni tranquillamente alimentate dall’egoismo e di dedizione sacrificale all’oggetto d’amore” (“Süddeutsche Zeitung”). La maestria con la quale Terézia Mora descrive l’isolamento brutale, la negazione della realtà e il coraggio con cui Muna mantiene la speranza di un amore diverso da tutti consegna alla narrativa contemporanea uno dei personaggi femminili più profondi e inquietanti degli ultimi anni.
Terézia Mora è nata nel 1971 a Sopron, in Ungheria, e vive a Berlino dal 1990. Per i suoi racconti e romanzi ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ingeborg Bachmann, il Kunstpreis Berlin, il Preis der Leipziger Buchmesse, il Deutscher Buchpreis e, nel 2018, il Premio Georg Büchner. I suoi libri sono stati tradotti in 20 lingue. Per Feltrinelli Gramma ha pubblicato La metà della vita (2024).
Daria Biagi ha studiato Lettere a Bologna e Francoforte, e lavora attualmente presso La Sapienza di Roma. Ha tradotto testi di Thomas Pavel, Hans Werner Henze e Ralf König.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
1380 episodi
Tutti gli episodi
×Giovanni Rossi "La voce bambina" Prefazione di Giorgio Ghiotti Edizioni Croce www.edizionicroce.it "Ai sopravvissuti, alle sopravvissute, a chiunque ancora è in grado di provare un sentimento: quindi a te, ovunque tu sia." La voce bambina è una silloge di poesia, una piccola odissea intima che ripercorre il viaggio di una voce femminile indistinta, la quale, attraverso un ritorno all’infanzia che le permette di elaborare una delusione sentimentale, riscopre prima il piacere della solitudine e poi il piacere di amare nuovamente. «Voce lirica: cristallina; un po’ di Scuola Romana, di seconda generazione, e un po’ di classicismo, ben frequentato e tanta “vita quotidiana”. Gli ansimi d’amore, le urla di dolore, i palpiti spirituali, la natura, i ricordi che il poeta dona, per poi, subito, ritirarsi, con pudore, definiscono un tracciato di parole che si imprimono nella mente del lettore e che si nascondono sottopelle». Antonio Veneziani Hai visto? La poesia non è altro che l'orma lasciata da un piede nudo sulle maioliche in fiore della casa che ci separa dal mare. E' evaporata lungo il tempo di corsa a perdifiato; senza tornare. Giovanni Rossi (Alatri, 1997) ha pubblicato la raccolta poetica Fantasie naturali (Escamontage, 2019). Suoi testi sono apparsi in diverse antologie. Nel 2020, co-organizza l’evento “Incontro con Escamontage” presso il MACRO, museo d’arte contemporanea di Roma, dove legge alcune sue poesie. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Alberto Penna "Maschi che piangono poco" Garzanti Editore www.garzanti.it In tutto il mondo i suicidi maschili sono almeno il doppio di quelli femminili mentre il numero di donne uccise dai propri compagni si fa sempre più allarmante. Perché? ’autore propone un’ipotesi innovativa: che questi comportamenti non siano connaturati all’essere maschi, ma il risultato di un’educazione che spinge i bambini a nascondere il proprio olore. Fin dai tempi più antichi, la fragilità dell’uomo è stata considerata un tabù, e ciò ha finito col generare un vero e proprio handicap emotivo: negare la tristezza e la paura significa infatti aumentare la sofferenza, lasciare spazio alla solitudine, all’aggressività e alla violenza – contro sé stessi e contro gli altri. Di fronte alle ricadute più drammatiche di questa tendenza, siamo chiamati a invertire la rotta. Come? A partire dall’osservazione di casi clinici e di esperienze personali, in Maschi che piangono poco lo psicologo Alberto Penna dimostra che per aiutare la nostra società è necessario partire innanzitutto dall’edu- cazione: accettando senza vergogna le proprie fragilità e sviluppando con le proprie emozioni un rapporto sano e maturo, bambini e ragazzi impareranno infatti a elaborare con successo frustrazioni e sconfitte, pronti a diventare, così, uomini finalmente liberi. Alberto Penna è psicologo e psicoterapeuta, docente della Scuola di psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Si occupa di formazione e supervisione da oltre vent’anni. In terapia e formazione utilizza un metodo che coinvolge le emozioni e il corpo. Terapeuta da venticinque anni, ha pubblicato nel 2023 insieme a Laura Fino un libro sulla terapia di coppia (Al di là delle parole). È autore del Manifesto per le emozioni maschili e divulgatore sull’argomento. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Enrico Chiabotto "Tutto sotto Sottovoce" Neos Edizioni www.neosedizioni.it A cura di Ernesto Chiabotto Racconti di: Daniele Baron, Laura Bianco, Erica Bonansea, Claudio Calzoni, Ernesto Chiabotto, Pierangelo Chiolero, Angela Chirone, Angela Delgrosso, Riccardo Galasso, Silvano Giacosa, Giulia Giraudi, Antonella Manduca, Luisa Martucci, Gabriella Mosso, Rosanna Musa, Fiorenza Pistocchi, Simone Siviero. Diciassette racconti esplorano le molte declinazioni noir del “sottovoce”: Tutte ambientate in Piemonte, queste storie oscure sussurrano misteri. ... Negli anni Carlo aveva imparato ad ascoltare quello che le voci bisbigliavano. Di solito gli sussurravano cose piacevoli. Era bello sapere quanto quegli esseri invi-sibili fatti di solo suono si interessassero a lui. Gli raccontavano storie fantastiche di posti incantati. A volte diventavano autoritari, alzavano un po’ il volume e gli ordinavano di non svelare a nessuno la loro esistenza. Lui obbediva e loro ricominciavano a parlare piano, soavi, melodiosi... Nelle pagine di questo libro, fra il centro di Torino, la quieta provincia e valli remote, accadono fatti inquietanti e si muovono protagonisti disparati. L’amico immaginario e i due goffi sicari senza patente, il carabiniere nel bosco che tutti evitano e gli apprendisti stregoni. E poi la studentessa invaghita e l’infermiera misericordiosa, lo sfregio a Mozart e lo sconvolgente mormorio al telefono, la goccia incessante che conduce alla follia e il tribunale diroccato, la vendetta del mite e l’uomo dalla barba bluastra. Senza dimenticare i camosci gialli che scendono a valle, la vendetta fra tangueros, il bancario che a ogni costo vuole uscire dall’anonimato. Equivoci, presenze, crimini e misfatti sono raccontati da ogni Autore con il proprio stile personale, sempre con creatività sorprendente, spesso con un pizzico di ironia, talvolta con spunti gotici e distopici. Una lettura che partendo dalla bassa voce si rivela ad alta tensione IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Ginevra Pugliese "Isola" Senko Karuza Storie di un filosofo-chef dal cuore dell'Adriatico Bottega Errante Edizioni www.bottegaerranteedizioni.it Nostro figlio, di cui siamo orgogliosi perché studia a Zagabria, ora non è più il nostro vanto, è diventato vegetariano, e noi non ce l’aspettavamo. Come un sedicente re che può tutto, dice: mangiate cadaveri! Subito ci viene da sputare tutte le parolacce che conosciamo e da difendere l’intingolo e la vita, ma il nostro parente ci calma, ci poggia una mano sulla spalla e ci fa riaccomodare sulla sedia. Lascialo, dice, ancora non sa che anche la bietola respira. Terra troppo affollata d’estate e semideserta nelle altre stagioni dell’anno, abitata dai pochi che hanno deciso di rimanere a coltivare la terra, gli ulivi e le vigne; circondata da un mare sempre più povero di pesce, solcato da sparuti traghetti che portano in terraferma dal dentista, a scuola, ad approvvigionarsi e che riversano sull’Isola curiose figure in fuga dalla frenesia delle città. L’Isola è un modo di vivere dentro al quale Senko Karuza ci conduce assieme alla comunità degli isolani – il “noi” narrante –, è un viaggio dentro la natura mediterranea, negli odori della macchia e del mare, dentro la vita dei pescatori e il lavoro dei contadini, al riparo dalle gelide raffiche di bora e con il profumo della torta marmorizzata della zia Anka di cui nessun altro conosce la ricetta… L’Isola è Vis, Lissa, ed è tutte le isole dell’Adriatico e del Mediterraneo, accomunate dal medesimo destino: essere un universo a sé, un equilibrio di privazioni e piaceri della tavola, ritmi di vita lenti e pensiero profondo. Senko Karuza è uno scrittore, poeta e intellettuale croato (ma anche filosofo, chef sopraffino, produttore di vini e lupo di mare). Nato a Spalato il 18 giugno 1957, ha trascorso l’infanzia e la giovinezza sull’isola di Vis (Lissa). Ha frequentato le scuole a Spalato e poi ha studiato filosofia a Zagabria. A differenza di altri colleghi che hanno lasciato la periferia per fermarsi a vivere e lavorare in città, Karuza ha lasciato la città per ritirarsi sull’isola di Vis, dove in estate accoglie i naviganti e i turisti nella sua originale konoba (cantina) in una baia sperduta. Ha pubblicato otto raccolte di racconti e due sillogi, tradotte in diverse lingue straniere. Ginevra Pugliese è originaria di Portogruaro (VE). Nel 1996 si è laureata in Lingua e letteratura serba e croata presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Trieste, dove ha insegnato per alcuni anni come docente a contratto. È autrice per le Edizioni Goliardiche del manuale di lingua bosniaca, croata, montenegrina, serba Sretan put! (quinta edizione del 2022) e del manuale di lingua italiana per bosniaci, croati, montenegrini, serbi Un amico speciale (2005). Ha tradotto narrativa, poesia e letteratura per ragazzi di autori provenienti da Bosnia, Croazia, Serbia. Vive a Trieste. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Serena Venditto "Sette vite come i libri" Indagine per quattro coinquilini e un gatto Giallo Mondadori www.mondadori.it In una Napoli semideserta all'indomani delle festività natalizie, Malù, archeologa con la passione per i gialli, ha un bel problema da affrontare: il suo dottorato di ricerca è finito e l'università non ha più fondi. In pratica, è disoccupata e senza un soldo. Per fortuna con l'aiuto dei suoi coinquilini trova un lavoretto in una libreria dell'usato, la Second Chance. E di quel posto si innamora all'istante: ogni libro sugli scaffali contiene tracce delle vite di chi l'ha letto, regalato, di chi fra quelle pagine si è perso, ha pianto, amato, sorriso. E alcuni di quei volumi ne hanno avute tante, di vite, prima di arrivare lì: tre, cinque, qualcuno persino sette. Come i gatti, sorride Malù pensando a quanto quel luogo pieno di odori e nascondigli piacerebbe al suo Mycroft. Un giorno le capita fra le mani una copia della Donna in bianco, capolavoro di Wilkie Collins. E sfogliandolo si accorge che alcune pagine sono intrise di sangue. Sangue fresco. Il suo istinto le dice che nel posto da cui proviene il libro è successo qualcosa di molto brutto. Ora sta a lei e alla compagnia dei suoi "Irregolari" - gatto Mycroft compreso - scoprire da dove viene il volume insanguinato, com'è arrivato fin lì e chi è la vittima. È l'inizio di una nuova, rocambolesca caccia al colpevole per gli irresistibili coinquilini di via Atri 36. Serena Venditto è nata nel 1980 a Napoli, dove lavora presso il Museo Archeologico Nazionale. Ha esordito nella narrativa con la commedia Le intolleranze elementari (Homo Scrivens, 2012). Nel 2018 ha pubblicato con Mondadori Aria di neve, il primo volume della serie gialla dedicata al gatto Mycroft e ai quattro coinquilini di via Atri 36, seguito nel 2019 da L’ultima mano di burraco, dall’ebook Malù si annoia (2020), da Grand Hotel (2021) e Commedia gialla con gatto nero (2023). Gli stessi personaggi compaiono nell’antologia Gatti neri e vicoli bui (Homo Scrivens, 2022), con Maurizio de Giovanni e Francesco Pinto, e in E cosy sia (Giallo Mondadori Big, 2024). Collabora con Homo Scrivens in qualità di editor e come direttrice della collana dedicata al giallo; per questa casa editrice nel 2020 ha curato Natale, istruzioni per l’uso e nel 2022 il romanzo di Wilkie Collins Mercy Merrick. Cura la rubrica #Barsport per il sito Napoliclick. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Alessandro Q Ferrari "Carlo Angela e il segreto dei matti" La vera storia del Giusto che ci ha salvati DeAgostini Libri www.deagostinilibri.it Mentre l’Italia è nel pieno della Seconda guerra mondiale e il regime stringe la sua morsa attorno a molte vite innocenti, c’è chi bussa a una porta in cerca di salvezza. Ad aprire è il professor Carlo Angela, direttore della Casa di Cura per malattie nervose e mentali a San Maurizio Canavese, a pochi chilometri da Torino. Carlo, però, non è un semplice medico: è un eroe silenzioso che, sfidando le leggi fasciste, inventa diagnosi di sana pianta e falsifica documenti. Poi, insegna a ebrei, partigiani e dissidenti politici “a fare i matti”, per proteggerli dalla furia delle camicie nere e dai campi di concentramento. Anche se matti non lo sono affatto. La sua clinica diventa così un rifugio sicuro, un baluardo di speranza in un’epoca di terrore e in- certezza. Di certo il rischio è altissimo, ogni giorno lì dentro può essere l’ultimo. Ma Carlo, anche con la complicità di suo figlio, all’epoca solo un ragazzo di tredici anni, saprà combattere con le uniche armi a loro disposizione: astuzia, coraggio e compassione. Grazie a un’accurata e appassionante ricerca tra le carte e sui luoghi del passato, Alessandro Q. Ferrari porta alla luce una vicenda avventurosa e finora poco conosciuta. Ma ripercorre anche la vita di un uomo giusto, padre del celebre giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, che ha messo tutto in gioco per proteggere i più deboli e non arrendersi al Male. Alessandro Q. Ferrari è uno sceneggiatore di fumetti, cartoni animati e serie tv. Nel 2016 la sua graphic novel Star Wars The original trilogy è stata un bestseller mondiale, nella top ten del «New York Times». Dal 2006 Alessandro collabora con De Agostini, The Walt Disney Company, Lucasfilm, Rainbow, Rai, Luxvide, Zodiak, Rizzoli/Lizard. Le ragazze non hanno paura è il suo straordinario romanzo d’esordio. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Giovanni Battista Magoni "Sulle tracce dell'assente" Metafisica del quotidiano nel cinema di Kieślowski Ancora Editrice www.ancoralibri.it «Io filmo l’intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieślowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l’umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell’Oltre, cui tutti aneliamo. Kieślowski è un «cercatore di senso», tra ragione e mistero. Il suo è un cinema dell’interiorità, dove l’indagine sull’uomo lascia trasparire tracce metafisiche e teologiche. Nello «stare addosso all’uomo», il regista rileva delle «fenditure» nelle quali l’Essere appare nel suo celarsi (l’Assente) e nel suo apparire (il Presente). L’Assente si affaccia come «regia sottotraccia», come «occulto tessitore» che offre all’uomo occasioni per realizzarsi nell’amore. E così, all’etica dell’individualismo tratteggiata nel Decalogo, Kieślowski offre, nei Tre Colori, il contrappunto di un’etica dell’amore. Il finale di Film Rosso è parola di speranza: tutti i protagonisti dell’opera, anziché naufragare, sono incredibilmente salvati. Non per caso, ma per destino provvidente. E così tutti possiamo sperare di «uscire a riveder le stelle». Anzi, di contemplare«l’amor che move il sole e l’altre stelle». Giovanni Battista Magoni, sacerdote pavoniano, laureato in filosofia, ha insegnato per molti anni nella scuola. Ha svolto per nove anni l’incarico di Superiore della Provincia pavoniana d’Italia ed è attualmente il Direttore di Àncora Editrice. Ama la filosofia, la musica e il cinema, la letteratura e l’arte. E i giovani… ancor di più. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Lorenzo Pettirosso "Il nido del pettirosso" Fazi Editore www.fazieditore.it La scomparsa improvvisa di una ragazza riporta a galla un terribile omicidio avvenuto in passato e mai dimenticato. Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l’albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi. L’indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l’auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall’agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l’unica figlia rimastale? Tutte le paure e i dubbi del passato si riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l’ispettrice Valenti a ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l’irreparabile? Un thriller appassionante sul coraggio di una madre che, attraverso un doloroso viaggio nel passato, riuscirà a ritrovare la speranza non prima di aver affrontato un’altra esperienza spaventosa tra ricordi angoscianti e fantasmi venuti a tormentarla. «Dopo tre giorni di ricerche, alla fine l’avevano trovata. In fondo a un dirupo, morta. Quello stesso dirupo che Laura adesso sta cercando di raggiungere con il cuore che è ormai una pietra acuminata e a ogni passo le incide il petto da dentro, togliendole fiato più del pendio». Lorenzo Sartori Vive tra Crema e Milano. Giornalista e studioso di storia militare, è uno tra i maggiori divulgatori del wargame in Italia e all’estero. Dal 2000 è editore e direttore della rivista «Dadi&Piombo» nonché autore di regolamenti di gioco apprezzati in tutto il mondo. La sua produzione letteraria spazia dal fantasy al thriller passando per la fantascienza. In ambito noir, ha pubblicato, tra gli altri, Il filo sottile di Arianna (Laurana Editore, 2021), tradotto all’estero, vincitore del Premio NebbiaGialla 2020 e finalista al Premio Garfagnana in Giallo 2021. Dal 1999 si occupa di organizzazione di eventi e dal 2018 è direttore artistico del festival letterario Inchiostro di Crema. Dal 2022 dirige anche Tremosine in giallo, sul Lago di Garda. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Luca Giommoni "Nero" Il complotto dei complotti effequ edizioni www.effequ.it 'Busenga’ era un neologismo, coniato da Alfredo e Nero, ambigenere e indeclinabile, usato in accezione negativa per indicare tutta una serie di individui che, in un eccesso di autostima, diffondevano l’idea che il successo era un merito e il fallimento una scelta. C’era sempre un Busenga nella bocca di Nero, così come nella sua testa ci sarebbero stati sempre dei complotti. Cosa accadrebbe se tutte le teorie del complotto servissero solo per nascondere l’esistenza di un unico, grande complotto? E cosa accadrebbe se il viaggio nel tempo fosse possibile, e i centri per l’impiego trovassero il modo di rimandare nel passato i disoccupati per trovare loro lavoro? Nero, giovane impacciato idealista alle prese con la perdita della madre e la scomparsa nel nulla del padre, cerca di sfruttare questa possibilità per correggere ingiustizie e atrocità, ma dovrà affrontare le kafkiane difficoltà degli organi di controllo burocratici, oscure potenze al lavoro per preservare la sperequazione sociale e insabbiare gli orrori. Un grande romanzo fantascientifico italiano, che mostra tutte le storture della storia recente in un epico multiverso pieno di personaggi eccentrici e grottescamente carismatici, epoche diverse e impossibili tentativi di riscatto. Il protagonista Nero, alter ego di una generazione crocifissa a lavori inutili e precari, ambizioni performative incontrollate e tirocini gratuiti, capirà presto che i compromessi sono sempre necessari, fino a comprendere l’ironica, drammatica ineluttabilità del proprio destino. Luca Giommoni è scrittore. Collabora con «Confidenze» e ha pubblicato racconti su numerose riviste, tra cui «Effe – Periodico di Altre Narratività», «Pastrengo», «In fuga dalla bocciofilla». È anche stato operatore in un centro di accoglienza straordinaria e insegnante di italiano a migranti, esperienza che lo ha portato a scrivere il romanzo Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione (effequ 2020), finalista al premio Severino Cesari. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Berenice d'Este "A Ovest della felicità" Prefazione di Massimo Tallone Neos Edizioni www.neosedizioni.it Diploma di merito e medaglia al Premio “Alda Merini” 2023 “Con Berenice d’Este non si corre mai il rischio di incappare nel “messaggio”, anche quando il tema che tratta, come in questo romanzo, è particolarmente compatto, trattandosi del pregiudizio nelle sue forme più clamorose e diffuse (…). La sua scrittura ha qualità calligrafica, è un gesto sintattico che diventa ponte per trasformare le parole e le frasi, in modo inavvertito, in esperienza fisica, sensoriale ed emotiva.” (Massimo Tallone). La giovane Lietta, torna al suo paese di origine, in un’isola del Sud Italia, per riaprire la casa ereditata dai genitori. Ritrovare le amiche di infanzia fa rinascere in lei il gusto della vita; partecipa con loro ai canti e ai balli delle serate estive riappropriandosi con gioia delle sue radici. In una di queste occasioni conosce Neirano, e i due si innamorano. Tutto sembra perfetto, ma le ombre sono in agguato. Una sera, infatti, accidentalmente, si viene a scoprire che il ragazzo appartiene alla comunità rom, un’etnia che la gente del posto detesta, tanto da averla emarginata in un angolo remoto dell’isola. Il cuore di lei non ha tentennamenti: difende il suo fidanzato e gli abitanti del luogo, che parevano così accoglienti, le voltano le spalle e la disconoscono. Riuscirà la curiosità per il diverso da sé a sconfiggere l’ignoranza di chi giudica a priori? Vincerà il suo sentimento o avranno la meglio l’ostilità e l’intolleranza? Berenice D’Este vive e lavora a Torino, dove ha organizzato convegni e ha collaborato con riviste di arte e di letteratura. Come attrice e autrice di teatro, ha recitato con vari gruppi torinesi e allestito diversi spettacoli e si è qualificata fra i vincitori del premio nazionale del Centro Culturale Firenze-Europa Mario Conti, e del Concorso Europeo di Narrativa “Miguel de Cervantes”. Scrittrice di fiabe, ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti, fra i quali il “Premio H.C. Andersen” e l’inedito di questo romanzo ha conseguito diploma di merito e medaglia al Premio “Alda Merini” 2023. Oltre a lavori di medicina naturale, ha pubblicato alcune opere letterarie con diversi editori. Per Neos edizioni, ha pubblicato due raccolte di racconti fiabeschi, Istanti luce, 2012, e L’elisir con le ali, 2018, e due volumi di testi teatrali: Rivelazioni… di classe, 2014, dedicato ai ragazzi, e Condominio in scena, 2021. Suoi racconti sono compresi nelle antologie Natale a Torino, 2013 e Pagine in viaggio. Sull’isola, 2020. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Ivana Mulatero, Gabriele Reina "Simboli dalle Terre del Monviso" Museo Mallé, Dronero (Cuneo) www.museomalle.org Nel 2025 il Museo Mallé festeggia il trentennale della sua apertura con una serie di eventi ad ampio respiro in rappresentanza dei quali s’erge la prima e scenografica mostra «Simboli dalle Terre del Monviso » ad apertura del ricco programma di attività. Un’esposizione "leonardesca" per qualità, quantità e varietà delle opere esposte: le sale sono letteralmente rivestite di ritratti che paiono del XV secolo, cofani dipinti, grandi vedute del "Re di Pietra", enormi e raffinati stendardi eseguiti a olio su damasco, stemmi araldici rievocanti le glorie del Marchesato di Saluzzo e ancora decine di taccuini di viaggio ricoperti da volti, paesaggi, schizzi. La tematica che contraddistingue la mostra è il perduto mondo cavalleresco del saluzzese e del Vecchio Piemonte e le arti figurative in grado di esprimerlo; che permeavano con vibranti colori la vita e la cultura dell’epoca. Un mondo descritto da Victor Hugo con queste parole "La prima metà del Medioevo è scritta nel simbolismo delle chiese romaniche, la seconda negli stemmi araldici. Sono i geroglifici del feudalesimo dopo quelli della teocrazia". Un vero e proprio giacimento d'arte dai significati ben specifici e tuttora semisconosciuto proviene dai pennelli di una singolare figura di pittore e viaggiatore - Gabriele Reina - già allievo di un maestro futurista, instancabile cercatore di storie nelle vaste terre dell’Occitania, di qua e di là dal Monviso. La mostra «Simboli dalle Terre del Monviso» annovera paesaggi, ritratti e stemmi che quasi ricreano una perduta «camera delle meraviglie» e rievocano l’antico mondo dei Marchesi di Saluzzo: generosi mecenati delle arti, che ricoprirono il territorio di castelli, abbazie, santuari, oratori campestri. Ci sono anche gli stemmi, dipinti alla maniera antica, dei signori provenzali di Baux (cantati da Mistral e protettori dei trovatori), dei signori del Delfinato, della Savoia, dei Sabran, dei conti di Tolosa il cui emblema è oggi simbolo dell’Occitania, dei signori di Coucy, cui i Saluzzo erano strettamente imparentati e ai quali Alexandre Dumas s’ispirò per delineare la figura del moschettiere Athos. L’esposizione ne raccoglie i simboli più arcani e leggendari, attingendo ad una piccola parte dei dipinti eseguiti da Gabriele Reina e custoditi nella sua casa-museo, al cui interno si trovano oltre mille stemmi araldici (la più grande raccolta privata al mondo e già prenotata da istituzioni anglosassoni), altrettanti ritratti, paesaggi e ancora centinaia di maioliche e circa duecentocinquanta taccuini di viaggio contenenti oltre ventimila disegni. Ma il 2025 non è solo una data importante per il Museo Mallé, ricorre infatti il cinquecentenario della battaglia di Pavia (1525) ed è un anniversario perfetto per questa mostra incentrata sui simboli dell’antico Marchesato di Saluzzo. Poiché sui fatali campi pavesi combatté Michele Antonio di Saluzzo (1495-1528), valoroso generale di Francesco I di Francia, passato nella leggenda per il suo celeberrimo “Testamento del Capitano”, divenuto uno delle più famosi e toccanti testi delle canzoni dei nostri Alpini durante la Grande Guerra. Allievo del maestro futurista Sibò (Pier Luigi Bossi, 1907-2000), il percorso artistico di Gabriele Reina è sempre stato affiancato a quello professionale: due vecchie lauree (prima in lingue, poi storia dell’arte a Milano), un dottorato di ricerca elvetico in storia dell’arte (Losanna), una carriera nella storica FMR/Franco Maria Ricci come ricercatore, scrittore e infine caporedattore, quindi la carica di conservatore di una delle più grandi collezioni artistiche private europee. E’ un pittore specialista in tutte le tecniche, dai grandi ritratti a olio a figura intera, alla pittura di paesaggio, ai piatti maiolicati da parata e all’acquarello. Public Program Sabato 1° febbraio – ore 17.00 Giuseppe Bottero presenta il volume ”La Chiesa di San Costanzo al monte e l’Abbazia millenaria”, Fusta editore, 2024 Domenica 23 febbraio – ore 17.00 Marco Piccat presenta il volume “Il duca e il bastardo. L’invenzione di un’intesa e gli affreschi al Castello della Manta”, Centro Studi Piemontesi, 2023 Domenica 2 marzo – ore 17.00 Manuela Vico presenta una “Introduzione alla lettura degli stemmi araldici francesi”, Alliance Française di Cuneo L’inaugurazione della mostra dal titolo “Simboli dalle Terre del Monviso. Dipinti Stemmi Stendardi”, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, è prevista sabato 25 gennaio 2025 alle ore 17:00 e resterà aperta fino a domenica 2 marzo 2025. L’ingresso alla mostra è libero e gratuito e rientra nel circuito Abbonamento Musei. La mostra è sostenuta dal Comune di Dronero Orari di visita: ogni sabato e domenica dalle ore 15:00 alle ore 19:00. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Patrizia Liberati "Un giorno, tre autunni" Liu Zhenyun Orientalia Editrice www.orientalia-editrice.com "Un giorno, tre autunni": traduzione a cura di Patrizia Liberati. A Yanjin ciò che conta è saperla prendere sullo scherzo. Lo sanno bene i suoi abitanti che vivono nel timore di ricevere in sogno la visita di Hua Erniang, lo spirito di una ragazza dimenticata, che lascia sopravvivere solo chi riesce a farla ridere. Nella durezza della quotidianità della classe operaia e urbana cinese, non esente dalla presenza di demoni e dei, prende forma la storia di Mingliang, un ragazzo che attraversa gli anni e il Paese per superare le avversità della vita. In questo suo lungo viaggio esistenziale, denso di figure e atmosfere talvolta deformate ed esagerate, Minliang capirà che le persone, i luoghi e i sentimenti da cui pensava di essersi allontanato possono ritornare nella sua vita in un istante. Guerra e pace sono da sempre le condizioni esistenziali delle società umane, caratterizzate da una continua alternanza tra stati di quiete e stati di conflitto, ma al di là delle condizioni sociali e politiche, riguardano anche la dimensione antropologica, spirituale e psicologica dell’uomo: la natura umana è in sé socievole o aggressiva? Una situazione di pace permanente è da considerarsi possibile o utopistica? In Un giorno, tre autunni gli stati conflittuali vissuti dai personaggi rischiano continuamente di sfociare in violenza. Sullo sfondo della quotidianità della classe operaia e urbana cinese, non esente dalla presenza di demoni e dei, prende forma la storia di Mingliang, un ragazzo che attraversa gli anni e il Paese per superare le avversità della vita. In questo suo lungo viaggio esistenziale, denso di figure e atmosfere talvolta deformate ed esagerate, Minliang capirà che la pace che faticosamente ha conquistato può nuovamente lasciare posto al conflitto in un istante. Liu Zhenyun è oggi l’autore di maggiore successo nel panorama letterario cinese. Molti dei suoi lavori sono pubblicati in italiano: tra i più recenti, Un giorno, tre autunni e I mangiatori di angurie. Al cinema, anche nella nostra lingua la sua opera forse più importante, Una frase ne vale diecimila, insignita nel 2006 del Premio Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese in ambito letterario. Contribuiscono alla fama di Liu Zhenyun le versioni cinematografiche e televisive di molti suoi lavori, spesso sceneggiati dallo stesso scrittore e diretti da registi di rilievo internazionale e premiati anche fuori dalla Cina. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Paolo Rodari "Il mantello di Rut Feltrinelli Editore www.feltrinellieditore.it Roma, 1926. Remo ha appena dodici anni quando la madre lo lascia davanti all’ingresso del Seminario Pontificio, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Rimasta da poco vedova, con quattro figli da sfamare, non ha avuto altra scelta che affidarlo alla Chiesa. Nel 1943, mentre la città è occupata dai tedeschi, è un’altra madre a cambiare per sempre la vita di Remo. Un incontro che farà vacillare tutte le sue certezze. Lui è diventato il parroco di una chiesa nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni. Lei è Rachele, giovane vedova che una notte, poco dopo il famigerato rastrellamento al Portico di Ottavia, gli affida la piccola Aida perché la prenda sotto il suo mantello e la protegga finché lei non sarà tornata. Remo e Aida la aspetteranno per anni. Ispirato a fatti realmente avvenuti durante la Shoah romana, quando venti bambine ebree riuscirono a salvarsi dalla deportazione grazie all’aiuto di un prete e di alcune suore che le nascosero in una stanza segreta – ancora oggi visitabile – ricavata sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti, Il mantello di Rut, che nella Bibbia evoca fedeltà e protezione, è la struggente lettera che Remo, ormai anziano, decide di scrivere ad Aida per raccontarle di quei mesi. Una storia che si fa confessione di un amore impossibile e di uno straordinario atto di fede, perché la promessa fatta a Rachele segnerà il suo destino. Con mano sapiente e delicata, Paolo Rodari spinge il lettore a porsi una domanda cruciale: fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore? “Lasciar andare, questo è amare. Nulla di meno, nulla di più.” Una giovane madre in trappola. Un amore impossibile. Una storia indimenticabile, ispirata a fatti realmente accaduti durante la Shoah romana. Paolo Rodari (Milano, 1973) è giornalista e scrittore. Dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano si è trasferito a Roma, dove ha ottenuto la licenza in Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato a “il Riformista” e “Il Foglio”, ed è stato per nove anni inviato e vaticanista a “la Repubblica”. Dal 2023 fa parte della redazione Cultura della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con “il manifesto”. È autore di numerosi saggi. www.paolorodari.it IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Graziano Gala "Popoff" minimum fax www.minimumfax.com È notte fonda quando alla porta di Cimino, un vecchietto strambo e un po’ smemorato, bussa un bambino che nessuno ha mai visto prima e che sembra essersi materializzato dal nulla. Con il viso protetto da una sciarpa, e imbacuccato in vari strati di giubbotti, ha una sola domanda per Cimino: «Mi scusi, signore, ha visto per caso mio padre?» In paese il cibo scarseggia, vecchi rancori mai sopiti sono sempre sul punto di eruttare in tragedia, antiche ingiustizie attendono di essere vendicate e gli abitanti diminuiscono giorno dopo giorno a causa di misteriose lettere di espulsione. Senza un nome e senza una casa, il bambino – ribattezzato Popoff – sa che i genitori sono lì da qualche parte e con l’aiuto dei pochi disposti a dargli una mano è determinato a trovarli. Con la stessa commistione di comico e tragico, realismo e fiaba, lingua letteraria e dialetto che ha fatto di Sangue di Giuda uno degli esordi più apprezzati degli ultimi anni, Graziano Gala racconta con incredibile delicatezza la storia del piccolo Popoff, che in un paesaggio umano vecchio di secoli si innamora delle candele votive, segue una dolce ninna nanna cantata nel cuore della notte dalle casse del supermercato, assiste impotente al terribile spettacolo della crudeltà umana. Senza mai stancarsi di ripetere la stessa, disperata domanda: «Ha visto per caso mio padre?» Graziano Gala è nato a Tricase, in provincia di Lecce. Vive e lavora come professore in provincia di Milano. Ha esordito per minimum fax con il romanzo Sangue di Giuda (2021). Nel 2023 ha pubblicato per Tetra la novella Ciabatteria Maffei e ha curato, per Baldini e Castoldi, il Controdizionario della lingua italiana. Scrive per Treccani. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Serena D'Italia, Simone Caldano "Piemonte rinascimentale" 55 luoghi da scoprire e visitare Edizioni del Capricorno www.edizionidelcapricorno.it «Era lontana la regione subalpina dai centri ove più vitale si svolgeva l’arte del Rinascimento» e le forme nuove «vi trovarono più ostacoli che altrove, essendo più inerte e più radicato il vecchio stile». Così nel 1911 scriveva il grande storico dell’arte Pietro Toesca. Il pregiudizio secondo cui il Rinascimento non interessò il Piemonte-la cui arte tra il XV e il XVI secolo sarebbe stata solo una parentesi trascurabile e passatista tra un glorioso Medioevo e la fiorente stagione barocca-ha avuto vita assai lunga. Il volume di Simone Caldano e Serena D’Italia (con la collaborazione di Michelangelo Giaccone e Laura Marino) sfata quella errata credenza e “sdogana” il Rinascimento piemontese, portando a testimonianza 55 luoghi che dimostrano come le novità rinascimentali centroitaliane siano state recepite appieno, in pittura (Giovanni Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Macrino d’Alba, Gaudenzio Ferrari, Gerolamo Giovenone, Bernardino Lanino) come in architettura, facendo convivere tutti gli elementi del Rinascimento tosco-romano con quelli della tradizione tardogotica e dell’Ars Nova fiamminga, dando vita a un dialogo unico e di grande fascino. Merito anche di una raffinata committenza. Un esempio fu l’arrivo a Chieri di due trittici di Roger van der Weyden, che influenzarono l’arte locale in modo duraturo. Nel prologo ci si sofferma su tre edifici di impianto gotico ma che contengono già echi rinascimentali (Santa Maria della Scala a Chieri, Collegiata di Santa Maria Assunta a Chivasso e San Giovanni a Saluzzo), mentre nel capitolo conclusivo ci si sofferma su una serie di edifici manieristi che segnano il passaggio tra Rinascimento e Barocco (Santa Croce a Bosco Marengo, Palazzo Scaglia di Verrua a Torino, i Castelli Tapparelli d’Azeglio a Lagnasco, la Cappella di San Dalmazzo a Cigliè, San Gaudenzio a Novara e Palazzo del Maresco a Savigliano). Torino: Cattedrale di San Giovanni Battista, Palazzo Madama (che custodisce anche la Madonna Tucher dello Spanzotti), Galleria Sabauda, il Castello di Vinovo, la Chiesa di San Giovanni ad Avigliana, la Chiesa di San Bernardino ad Ivrea (che ospita il ciclo di affreschi Storie della vita e della Passione di Cristo, il più noto capolavoro dello Spanzotti). Vercelli: San Cristoforo, Palazzo Centori, il Museo Borgogna, la Pinacoteca Arcivescovile, Santa Maria delle Grazie ed il Sacro Monte a Varallo. Biella: San Gerolamo, San Sebastiano, il Museo del Territorio, il Castello di Gaglianico. Novara: la Cattedrale, Santa Maria delle Grazie (oggi San Martino), Casa Tornielli di Nibbiola, già Canobio. Verbano Cusio Ossola: Palazzo Silva a Domodossola, San Gaudenzio a Baceno, il Santuario della Pietà a Cannobio, Madonna di Campagna a Verbania Pallanza, Santi Pietro e Paolo, a Crevoladossola. Alessandria: Santa Maria di Castello, Santuario di Santa Maria a Crea, cattedrale di Santa Maria Assunta ad Acqui Terme, San Domenico e San Michele a Casale Monferrato. Asti: Santa Maria Assunta, San Secondo e Santa Maria Nuova ad Asti, Santa Maria Annunziata, a Roccaverano. Cuneo: Casa Cavassa a Saluzzo, la committenza dei marchesi di Saluzzo a Revello, Santa Maria Assunta ad Elva, il Castello degli Acaja a Fossano, San Giovanni ad Alba, San Lorenzo a Saliceto, la Cappella del Buon Gesù a San Michele Mondovì, la Cattedrale di Mondovì, la Certosa di Chiusa di Pesio. Simone Caldano: Dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, è stato assegnista in Storia dell’architettura presso le Università di Firenze e Roma, e docente presso l’Università di Ferrara. Con Capricorno ha pubblicato Piemonte medievale (2020), Liguria medievale (2022) e Il Piemonte che non c’è più (2023). Serena D’Italia: Dottoressa di ricerca in Storia del patrimonio archeologico e artistico, si occupa di pittura norditaliana ed europea dal Quattrocento al Seicento. È stata co-curatrice della mostra “Rinascimento privato” alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support .…
Benvenuto su Player FM!
Player FM ricerca sul web podcast di alta qualità che tu possa goderti adesso. È la migliore app di podcast e funziona su Android, iPhone e web. Registrati per sincronizzare le iscrizioni su tutti i tuoi dispositivi.