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Richard Nixon - Quarta parte
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Tredici presidenti – la vita, l’azione di governo, l’impatto che hanno avuto sull’America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi.
Parliamo del 37° presidente degli Stati Uniti, il Repubblicano Richard Milhous Nixon, in carica dal 1969 al 1974. Il nome di Nixon è inestricabilmente legato a quello che fino a qualche anno fa era senza dubbio il più grave scandalo che avesse coinvolto la Casa Bianca in epoca moderna, ovvero il caso Watergate che portò alle dimissioni di Nixon stesso (caso unico nella storia presidenziale). Così famoso, quasi iconico, è il caso Watergate che era divenuta prassi usare il suffisso -gate per dare una dimensione di crisi istituzionale a uno scandalo pubblico. Eppure Nixon è stato molto più del caso Watergate, così come Johnson prima di lui era stato molto di più del Vietnam. Così come Johnson, anche la presidenza Nixon è stata trasformativa, non tanto del governo federale per il suo intervento a sostegno della società, quanto della mappa elettorale politica degli Stati Uniti. Né si può trascurare il suo significativo lascito in politica estera. In questo episodio vedremo se anche l’eredità di Nixon aldilà dell’episodio del Watergate sia stata positiva, come era stato per Johnson, oppure se la sua sia stata una presidenza che ha arrecato più danni che benefici all’America.
Nixon nasce povero, in un piccolo centro urbano della California meridionale, in una famiglia di quaccheri, il 9 gennaio 1913. Riesce comunque a laurearsi al college (il Duke), poi intraprese la carriera di avvocato prima di finire a lavorare per il governo federale a Washington nei primi anni ’40. Dopo aver partecipato un po’ alla lontana alla II Guerra Mondiale (fu impiegato nella logistica nel Pacifico, ma bisogna dire che insistette per fare il servizio militare attivo nonostante fosse esentato), nel ’46 viene eletto alla Camera dei Rappresentanti (dopo una campagna finanziata anche con le sue vincite a poker), dove si distingue per il suo furore anti-comunista. Nel ’50 vince un seggio al Senato (dopo aver sconfitto una candidata donna, Helen Douglas), che lascia però già a inizio ’53 per spostarsi alla Casa Bianca come vice-presidente di Eisenhower. Dopo otto anni di vice-presidenza (i secondi 4 ottenuti con un famoso discorso intitolato a un cane), perde prima le presidenziali del ’60 contro Kennedy e poi la corsa senatoriale in California del ’62, il che lo porta a ritirarsi dalla vita politica. Ritiro dal quale però riemerge trionfalmente nel ’68, quando si ripresenta e vince le presidenziali. Cominciano così sei anni di turbolenta presidenza.
Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
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Nixon nasce povero, in un piccolo centro urbano della California meridionale, in una famiglia di quaccheri, il 9 gennaio 1913. Riesce comunque a laurearsi al college (il Duke), poi intraprese la carriera di avvocato prima di finire a lavorare per il governo federale a Washington nei primi anni ’40. Dopo aver partecipato un po’ alla lontana alla II Guerra Mondiale (fu impiegato nella logistica nel Pacifico, ma bisogna dire che insistette per fare il servizio militare attivo nonostante fosse esentato), nel ’46 viene eletto alla Camera dei Rappresentanti (dopo una campagna finanziata anche con le sue vincite a poker), dove si distingue per il suo furore anti-comunista. Nel ’50 vince un seggio al Senato (dopo aver sconfitto una candidata donna, Helen Douglas), che lascia però già a inizio ’53 per spostarsi alla Casa Bianca come vice-presidente di Eisenhower. Dopo otto anni di vice-presidenza (i secondi 4 ottenuti con un famoso discorso intitolato a un cane), perde prima le presidenziali del ’60 contro Kennedy e poi la corsa senatoriale in California del ’62, il che lo porta a ritirarsi dalla vita politica. Ritiro dal quale però riemerge trionfalmente nel ’68, quando si ripresenta e vince le presidenziali. Cominciano così sei anni di turbolenta presidenza.
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