Il podcast di DiWineTaste, alla scoperta dell'affascinante mondo del vino, della degustazione sensoriale, delle uve, la storia e i territori che rendono unica la bevanda di Bacco. Condotto da Antonello Biancalana.
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L’esperienza di essere sé ~ Pontiggia è come Prince ~ Mostly Digest
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In ritardo ma con un prodotto invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più.
Rieccoci!!! Con tre punti esclamativi. Che poi è facile, basta far passare un bel po’ di tempo dalla puntata precedente e sono tutti dei gran “rieccoci!!!”. Abbiamo girato (perlomeno Antonio), fatto cose, visto gente e soprattutto letto libri (Riccardo, alla grande). O quantomeno comprati.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-27/
Cominciamo da questi ultimi, anche se arrivano come al solito alla fine della puntata: dai vecchi/nuovi libri di Woody Allen (che vengono ristampati dalla Nave di Teseo con le introduzioni di Umberto Eco e la curatela di Daniele Luttazzi) alla riscoperta di Giuseppe Culicchia, autore che aveva anticipato i temi del disagio dei Millenial già negli anni Novanta, fino ad arrivare a Giuseppe Pontiggia, che come Prince viene meglio quando parla di scrittura che non quando questa scrittura la fà.
Riccardo ha due sorprese: un libro speciale di Karel Čapek, quello che si è inventato il termine “Robot” ma che in un viaggio da Praga a Capo Nord ha fatto di tutto, e un fantastico libro (che sembra pesante ma non lo è) su come il cervello crea la nostra coscienza.
Invece Antonio “ha fatto qualcosa di meraviglioso” leggendo il libro formato digitale su Steve Jobs pubblicato dalla sua fondazione, di cui sono state stampate e regalate poche copie a quanto pare già riciclate su eBay a un paio di centoni o forse più; e poi Antonio si è preso anche il nuovo libro sulla storia dello shareware e i suoi eroi, lettura obbligatoria per i noobs più giovani.
È passato un po’ di tempo dalla puntata precedente, come dicevamo, ma noi andiamo avanti imperterriti. Abbiamo anche un po’ di cose da dire, certamente. A partire dall’annuncio importantissimo che il titolo di Tilde perde il glifo (~) perché manda in bomba alcuni reader di podcast. Come Little Bobby Tables di xkcd, pensa te. Ah, tra le altre cose, grazie per tutti i commenti e gli upvote nelle pagine dei podcast sui relativi aggregatori! Siete fantastici, continuate così, per favore!
Mentre Antonio si riprende dai suoi viaggi di lavoro e non (la famosa “trabahanza”, metà trabaho e metà vacanza, da vero nomade digitale del fine settimana) Riccardo gli spiega che forse è l’ora di lasciare Tinyletter, il servizio di email che Antonio e lo stesso Riccardo usano per le rispettive newsletter, e passare a qualcosa di migliore e possibilmente free. Gente di internet, se avete idee è il momento di dircele!
Tra l’altro, in un lampo di creatività a Riccardo viene anche in mente che Antonio dovrebbe fare
una versione “digest” mensile della sua newsletter. Le puntate del mese stampate, rilegate e spedite a chi fa un’offerta adeguata (dieci euro o più). Interessa a qualcuno?
La Marea, la tastiera di Riccardo, è una bomba. Un gran lavoro ma anche una grande storia. Dopo aver chiuso gli ordini per evitare che la cosa gli scappasse di mano, Riccardo ha scoperto che costruire le tastiere è una stranissima professione. Però il vero segreto è quello di cambiare sempre e non fare mai in modo che quel che ti diverte diventi un lavoro da fare per forza, controvoglia.
Siamo alla fine, cioè non nell’ordine giusto perché quando Antonio scrive queste note va un po’ a zig-zag, come il montaggio audio di Riccardo, del resto. Ma il prodotto è invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Al prossimo ritorno con tre punti esclamativi!!!
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Rieccoci!!! Con tre punti esclamativi. Che poi è facile, basta far passare un bel po’ di tempo dalla puntata precedente e sono tutti dei gran “rieccoci!!!”. Abbiamo girato (perlomeno Antonio), fatto cose, visto gente e soprattutto letto libri (Riccardo, alla grande). O quantomeno comprati.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-27/
Cominciamo da questi ultimi, anche se arrivano come al solito alla fine della puntata: dai vecchi/nuovi libri di Woody Allen (che vengono ristampati dalla Nave di Teseo con le introduzioni di Umberto Eco e la curatela di Daniele Luttazzi) alla riscoperta di Giuseppe Culicchia, autore che aveva anticipato i temi del disagio dei Millenial già negli anni Novanta, fino ad arrivare a Giuseppe Pontiggia, che come Prince viene meglio quando parla di scrittura che non quando questa scrittura la fà.
Riccardo ha due sorprese: un libro speciale di Karel Čapek, quello che si è inventato il termine “Robot” ma che in un viaggio da Praga a Capo Nord ha fatto di tutto, e un fantastico libro (che sembra pesante ma non lo è) su come il cervello crea la nostra coscienza.
Invece Antonio “ha fatto qualcosa di meraviglioso” leggendo il libro formato digitale su Steve Jobs pubblicato dalla sua fondazione, di cui sono state stampate e regalate poche copie a quanto pare già riciclate su eBay a un paio di centoni o forse più; e poi Antonio si è preso anche il nuovo libro sulla storia dello shareware e i suoi eroi, lettura obbligatoria per i noobs più giovani.
È passato un po’ di tempo dalla puntata precedente, come dicevamo, ma noi andiamo avanti imperterriti. Abbiamo anche un po’ di cose da dire, certamente. A partire dall’annuncio importantissimo che il titolo di Tilde perde il glifo (~) perché manda in bomba alcuni reader di podcast. Come Little Bobby Tables di xkcd, pensa te. Ah, tra le altre cose, grazie per tutti i commenti e gli upvote nelle pagine dei podcast sui relativi aggregatori! Siete fantastici, continuate così, per favore!
Mentre Antonio si riprende dai suoi viaggi di lavoro e non (la famosa “trabahanza”, metà trabaho e metà vacanza, da vero nomade digitale del fine settimana) Riccardo gli spiega che forse è l’ora di lasciare Tinyletter, il servizio di email che Antonio e lo stesso Riccardo usano per le rispettive newsletter, e passare a qualcosa di migliore e possibilmente free. Gente di internet, se avete idee è il momento di dircele!
Tra l’altro, in un lampo di creatività a Riccardo viene anche in mente che Antonio dovrebbe fare
una versione “digest” mensile della sua newsletter. Le puntate del mese stampate, rilegate e spedite a chi fa un’offerta adeguata (dieci euro o più). Interessa a qualcuno?
La Marea, la tastiera di Riccardo, è una bomba. Un gran lavoro ma anche una grande storia. Dopo aver chiuso gli ordini per evitare che la cosa gli scappasse di mano, Riccardo ha scoperto che costruire le tastiere è una stranissima professione. Però il vero segreto è quello di cambiare sempre e non fare mai in modo che quel che ti diverte diventi un lavoro da fare per forza, controvoglia.
Siamo alla fine, cioè non nell’ordine giusto perché quando Antonio scrive queste note va un po’ a zig-zag, come il montaggio audio di Riccardo, del resto. Ma il prodotto è invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Al prossimo ritorno con tre punti esclamativi!!!
34 episodi
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In ritardo ma con un prodotto invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più.
Rieccoci!!! Con tre punti esclamativi. Che poi è facile, basta far passare un bel po’ di tempo dalla puntata precedente e sono tutti dei gran “rieccoci!!!”. Abbiamo girato (perlomeno Antonio), fatto cose, visto gente e soprattutto letto libri (Riccardo, alla grande). O quantomeno comprati.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-27/
Cominciamo da questi ultimi, anche se arrivano come al solito alla fine della puntata: dai vecchi/nuovi libri di Woody Allen (che vengono ristampati dalla Nave di Teseo con le introduzioni di Umberto Eco e la curatela di Daniele Luttazzi) alla riscoperta di Giuseppe Culicchia, autore che aveva anticipato i temi del disagio dei Millenial già negli anni Novanta, fino ad arrivare a Giuseppe Pontiggia, che come Prince viene meglio quando parla di scrittura che non quando questa scrittura la fà.
Riccardo ha due sorprese: un libro speciale di Karel Čapek, quello che si è inventato il termine “Robot” ma che in un viaggio da Praga a Capo Nord ha fatto di tutto, e un fantastico libro (che sembra pesante ma non lo è) su come il cervello crea la nostra coscienza.
Invece Antonio “ha fatto qualcosa di meraviglioso” leggendo il libro formato digitale su Steve Jobs pubblicato dalla sua fondazione, di cui sono state stampate e regalate poche copie a quanto pare già riciclate su eBay a un paio di centoni o forse più; e poi Antonio si è preso anche il nuovo libro sulla storia dello shareware e i suoi eroi, lettura obbligatoria per i noobs più giovani.
È passato un po’ di tempo dalla puntata precedente, come dicevamo, ma noi andiamo avanti imperterriti. Abbiamo anche un po’ di cose da dire, certamente. A partire dall’annuncio importantissimo che il titolo di Tilde perde il glifo (~) perché manda in bomba alcuni reader di podcast. Come Little Bobby Tables di xkcd, pensa te. Ah, tra le altre cose, grazie per tutti i commenti e gli upvote nelle pagine dei podcast sui relativi aggregatori! Siete fantastici, continuate così, per favore!
Mentre Antonio si riprende dai suoi viaggi di lavoro e non (la famosa “trabahanza”, metà trabaho e metà vacanza, da vero nomade digitale del fine settimana) Riccardo gli spiega che forse è l’ora di lasciare Tinyletter, il servizio di email che Antonio e lo stesso Riccardo usano per le rispettive newsletter, e passare a qualcosa di migliore e possibilmente free. Gente di internet, se avete idee è il momento di dircele!
Tra l’altro, in un lampo di creatività a Riccardo viene anche in mente che Antonio dovrebbe fare
una versione “digest” mensile della sua newsletter. Le puntate del mese stampate, rilegate e spedite a chi fa un’offerta adeguata (dieci euro o più). Interessa a qualcuno?
La Marea, la tastiera di Riccardo, è una bomba. Un gran lavoro ma anche una grande storia. Dopo aver chiuso gli ordini per evitare che la cosa gli scappasse di mano, Riccardo ha scoperto che costruire le tastiere è una stranissima professione. Però il vero segreto è quello di cambiare sempre e non fare mai in modo che quel che ti diverte diventi un lavoro da fare per forza, controvoglia.
Siamo alla fine, cioè non nell’ordine giusto perché quando Antonio scrive queste note va un po’ a zig-zag, come il montaggio audio di Riccardo, del resto. Ma il prodotto è invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Al prossimo ritorno con tre punti esclamativi!!!
…
continue reading
Rieccoci!!! Con tre punti esclamativi. Che poi è facile, basta far passare un bel po’ di tempo dalla puntata precedente e sono tutti dei gran “rieccoci!!!”. Abbiamo girato (perlomeno Antonio), fatto cose, visto gente e soprattutto letto libri (Riccardo, alla grande). O quantomeno comprati.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-27/
Cominciamo da questi ultimi, anche se arrivano come al solito alla fine della puntata: dai vecchi/nuovi libri di Woody Allen (che vengono ristampati dalla Nave di Teseo con le introduzioni di Umberto Eco e la curatela di Daniele Luttazzi) alla riscoperta di Giuseppe Culicchia, autore che aveva anticipato i temi del disagio dei Millenial già negli anni Novanta, fino ad arrivare a Giuseppe Pontiggia, che come Prince viene meglio quando parla di scrittura che non quando questa scrittura la fà.
Riccardo ha due sorprese: un libro speciale di Karel Čapek, quello che si è inventato il termine “Robot” ma che in un viaggio da Praga a Capo Nord ha fatto di tutto, e un fantastico libro (che sembra pesante ma non lo è) su come il cervello crea la nostra coscienza.
Invece Antonio “ha fatto qualcosa di meraviglioso” leggendo il libro formato digitale su Steve Jobs pubblicato dalla sua fondazione, di cui sono state stampate e regalate poche copie a quanto pare già riciclate su eBay a un paio di centoni o forse più; e poi Antonio si è preso anche il nuovo libro sulla storia dello shareware e i suoi eroi, lettura obbligatoria per i noobs più giovani.
È passato un po’ di tempo dalla puntata precedente, come dicevamo, ma noi andiamo avanti imperterriti. Abbiamo anche un po’ di cose da dire, certamente. A partire dall’annuncio importantissimo che il titolo di Tilde perde il glifo (~) perché manda in bomba alcuni reader di podcast. Come Little Bobby Tables di xkcd, pensa te. Ah, tra le altre cose, grazie per tutti i commenti e gli upvote nelle pagine dei podcast sui relativi aggregatori! Siete fantastici, continuate così, per favore!
Mentre Antonio si riprende dai suoi viaggi di lavoro e non (la famosa “trabahanza”, metà trabaho e metà vacanza, da vero nomade digitale del fine settimana) Riccardo gli spiega che forse è l’ora di lasciare Tinyletter, il servizio di email che Antonio e lo stesso Riccardo usano per le rispettive newsletter, e passare a qualcosa di migliore e possibilmente free. Gente di internet, se avete idee è il momento di dircele!
Tra l’altro, in un lampo di creatività a Riccardo viene anche in mente che Antonio dovrebbe fare
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La Marea, la tastiera di Riccardo, è una bomba. Un gran lavoro ma anche una grande storia. Dopo aver chiuso gli ordini per evitare che la cosa gli scappasse di mano, Riccardo ha scoperto che costruire le tastiere è una stranissima professione. Però il vero segreto è quello di cambiare sempre e non fare mai in modo che quel che ti diverte diventi un lavoro da fare per forza, controvoglia.
Siamo alla fine, cioè non nell’ordine giusto perché quando Antonio scrive queste note va un po’ a zig-zag, come il montaggio audio di Riccardo, del resto. Ma il prodotto è invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Al prossimo ritorno con tre punti esclamativi!!!
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