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Noli marittimi dall'Asia raddoppiati in due mesi: Houthi come il Covid

 
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Dopo sette mesi di attacchi contro le navi nel Mar Rosso i trasporti marittimi via container stanno precipitando in una crisi sempre più grave, simile per molti analisti a quella che era esplosa in seguito al Covid. Il campanello d'allarme più evidente arriva dai noli, che da inizio maggio sono raddoppiati sulle principali rotte dall'Asia, spingendosi ai massimi dall'estate 2022 sul mercato spot: un impennata rapidissima, che rischia di riaccendere l'inflazione e che si sta dimostrando particolarmente pesante nell'area del Mediterraneo, la più penalizzata dalla rinuncia ad attraversare lo Stretto di Suez, che obbliga a lunghe tratte per circumnavigare l Africa. Spedire da Shanghai a Genova un container da 40 piedi (FEU) è tornato a costare più di 7mila dollari: 7.102$ per la precisione secondo Drewry (società di consulenza del settore), contro i circa 3.600$ di fine aprile e 1.300-1.500 nell autunno 2023, quando i noli prima che gli Houthi scatenassero l'offensiva in appoggio ai palestinesi erano tornati a livelli pre pandemia. A livello globale la situazione non è molto più rosea. Ne parliamo con Augusto Cosulich, agente marittimo genovese, presidente e amministratore delegato della "Fratelli Cosulich".

TIM: inizia il nuovo corso, venduta la rete venduta a Kkr per 18,8 miliardi

Ieri Tim ha dismesso ufficialmente l'ultima (e più importante) eredità del monopolio. A Milano è stato firmato l'atto di vendita della rete di telecomunicazioni alla holding partecipata da Kkr, Abu Dhabi Investment Authority (Adia), Canada Pension Plan Investment Board (Cpp), ministero dell'Economia ed F2i, per un corrispettivo di 18,8 miliardi di euro (che può salire fino a 22 miliardi al verificarsi di alcune condizioni). FiberCop, la società della rete, parte con circa 4 miliardi di ricavi, 2 miliardi di margine operativo e 20 mila dipendenti. L'azienda avrà debiti per 6,5 miliardi, di cui 5,5 trasferiti da Tim con lo scambio dei bond. A questi si aggiungerebbero 3-4 miliardi di debiti bancari in capo alla holding di FiberCop funzionali all'operazione. Incarico confermato a Massimo Sarmi a cui sono stati conferiti i poteri connessi al golden power e alle questioni strategiche affiancato dell'ex Fs Luigi Ferraris come ceo. In cda 8 componenti sono espressi da Kkr, 2 dal Mef, 2 da Adia, 2 da Cpp e 1 da F2i. Per quanto riguarda le prospettive delle due nuove società, Fibercop: «La partnership strategica tra il governo italiano e Kkr riflette il nostro impegno comune per accelerare la transizione digitale in Italia», ha rimarcato Alberto Signori, partner del fondo Usa. Il piano di Fibercop, ha precisato l'ad di F2i, Renato Ravanelli sarà volto «alla rapida sostituzione della rete in rame con una rete in fibra ottica» che dovrebbe richiedere investimenti annui per 1,5-2 miliardi. La nuova Tim riparte invece con circa 16.700 dipendenti, 14,5 miliardi di ricavi attesi nel 2024 e un margine operativo di 3,75 miliardi. Soprattutto il gruppo avrà meno debito, previsto a 7,5 miliardi a fine anno senza considerare l'incasso dalle possibili cessioni dei cavi sottomarini Sparkle al governo e del 3% delle torri Inwit. Il ceo di Tim, Pietro Labriola ha dichiarato: «Il perfezionamento dell'operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide. Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza». Adesso inizia un nuovo percorso che dovrà confermare la capacità di Tim di raggiungere gli obiettivi, ora che non c'è più il fardello del debito. Ma neanche la protezione della rete. Approfondiamo il tema con Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore.

Via libera della Commissione Ue alla quinta rata del Pnrr. Meloni: smentito chi puntava sul nostro fallimento

La Commissione Ue dà valutazione preliminare positiva al pagamento della quinta rata del Pnrr dell Italia. La richiesta a dicembre era su 52 traguardi-obiettivi per 10,6 miliardi (al netto del prefinanziamento per 1,6 miliardi). L'importo della rata è salito a 11,1 miliardi (3,2 sovvenzioni e 7,9 prestiti) per 54 traguardi-obiettivi con l anticipo, da quanto si apprende, di due obiettivi della sesta rata. L esecutivo Ue ha affermato di non poter valutare il raggiungimento di un obiettivo da 110 milioni per motivi metodologici. I pagamenti approvati nel Pnrr italiano salgono ora a 113,5 miliardi su 194,4 miliardi. Lo scorso 24 giugno il governo ha richiesto alla Commissione europea il pagamento della sesta rata del Pnrr da 8,5 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 6,9 miliardi in prestiti). La rata riguarda: 24 tappe fondamentali e 13 obiettivi e copre le riforme su appalti pubblici, ritardi di pagamento, lavoro sommerso e inclusione sociale, nonché misure di follow-up per sostenere gli sforzi di attuazione nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione e delle norme in materia di contabilità pubblica. «Sono molto contenta di annunciare che la Commissione europea ha approvato oggi il pagamento della quinta rata del Pnrr». Lo afferma la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio, sottolineando che «è un ottima notizia per l Italia, è un ottima notizia per i cittadini. È una notizia - ha aggiunto - che ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo, quanti speravano in cuor loro che l Italia potesse perdere i soldi dell Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale, mentre lo dicevano. Ma non è andata così. E con il lavoro di questi mesi noi abbiamo dimostrato che tutti quei pronostici erano sbagliati. Lo abbiamo dimostrato facendo quello che sappiamo fare meglio, e cioè studiare i dossier, lavorare, portare a casa i risultati concreti». Intanto però emergono diversi dubbi sulla messa a terra degli investimenti come raccontano gli economisti Gustavo Piga e Gaetano Scognamiglio, dall'Osservatorio Recovery Plan e il Sole 24 ore oggi. Ne parliamo proprio con Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo Pa Fondazione e Co-fondatore dall Osservatorio Recovery Plan (OREP).

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TIM: inizia il nuovo corso, venduta la rete venduta a Kkr per 18,8 miliardi

Ieri Tim ha dismesso ufficialmente l'ultima (e più importante) eredità del monopolio. A Milano è stato firmato l'atto di vendita della rete di telecomunicazioni alla holding partecipata da Kkr, Abu Dhabi Investment Authority (Adia), Canada Pension Plan Investment Board (Cpp), ministero dell'Economia ed F2i, per un corrispettivo di 18,8 miliardi di euro (che può salire fino a 22 miliardi al verificarsi di alcune condizioni). FiberCop, la società della rete, parte con circa 4 miliardi di ricavi, 2 miliardi di margine operativo e 20 mila dipendenti. L'azienda avrà debiti per 6,5 miliardi, di cui 5,5 trasferiti da Tim con lo scambio dei bond. A questi si aggiungerebbero 3-4 miliardi di debiti bancari in capo alla holding di FiberCop funzionali all'operazione. Incarico confermato a Massimo Sarmi a cui sono stati conferiti i poteri connessi al golden power e alle questioni strategiche affiancato dell'ex Fs Luigi Ferraris come ceo. In cda 8 componenti sono espressi da Kkr, 2 dal Mef, 2 da Adia, 2 da Cpp e 1 da F2i. Per quanto riguarda le prospettive delle due nuove società, Fibercop: «La partnership strategica tra il governo italiano e Kkr riflette il nostro impegno comune per accelerare la transizione digitale in Italia», ha rimarcato Alberto Signori, partner del fondo Usa. Il piano di Fibercop, ha precisato l'ad di F2i, Renato Ravanelli sarà volto «alla rapida sostituzione della rete in rame con una rete in fibra ottica» che dovrebbe richiedere investimenti annui per 1,5-2 miliardi. La nuova Tim riparte invece con circa 16.700 dipendenti, 14,5 miliardi di ricavi attesi nel 2024 e un margine operativo di 3,75 miliardi. Soprattutto il gruppo avrà meno debito, previsto a 7,5 miliardi a fine anno senza considerare l'incasso dalle possibili cessioni dei cavi sottomarini Sparkle al governo e del 3% delle torri Inwit. Il ceo di Tim, Pietro Labriola ha dichiarato: «Il perfezionamento dell'operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide. Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza». Adesso inizia un nuovo percorso che dovrà confermare la capacità di Tim di raggiungere gli obiettivi, ora che non c'è più il fardello del debito. Ma neanche la protezione della rete. Approfondiamo il tema con Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore.

Via libera della Commissione Ue alla quinta rata del Pnrr. Meloni: smentito chi puntava sul nostro fallimento

La Commissione Ue dà valutazione preliminare positiva al pagamento della quinta rata del Pnrr dell Italia. La richiesta a dicembre era su 52 traguardi-obiettivi per 10,6 miliardi (al netto del prefinanziamento per 1,6 miliardi). L'importo della rata è salito a 11,1 miliardi (3,2 sovvenzioni e 7,9 prestiti) per 54 traguardi-obiettivi con l anticipo, da quanto si apprende, di due obiettivi della sesta rata. L esecutivo Ue ha affermato di non poter valutare il raggiungimento di un obiettivo da 110 milioni per motivi metodologici. I pagamenti approvati nel Pnrr italiano salgono ora a 113,5 miliardi su 194,4 miliardi. Lo scorso 24 giugno il governo ha richiesto alla Commissione europea il pagamento della sesta rata del Pnrr da 8,5 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 6,9 miliardi in prestiti). La rata riguarda: 24 tappe fondamentali e 13 obiettivi e copre le riforme su appalti pubblici, ritardi di pagamento, lavoro sommerso e inclusione sociale, nonché misure di follow-up per sostenere gli sforzi di attuazione nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione e delle norme in materia di contabilità pubblica. «Sono molto contenta di annunciare che la Commissione europea ha approvato oggi il pagamento della quinta rata del Pnrr». Lo afferma la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio, sottolineando che «è un ottima notizia per l Italia, è un ottima notizia per i cittadini. È una notizia - ha aggiunto - che ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo, quanti speravano in cuor loro che l Italia potesse perdere i soldi dell Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale, mentre lo dicevano. Ma non è andata così. E con il lavoro di questi mesi noi abbiamo dimostrato che tutti quei pronostici erano sbagliati. Lo abbiamo dimostrato facendo quello che sappiamo fare meglio, e cioè studiare i dossier, lavorare, portare a casa i risultati concreti». Intanto però emergono diversi dubbi sulla messa a terra degli investimenti come raccontano gli economisti Gustavo Piga e Gaetano Scognamiglio, dall'Osservatorio Recovery Plan e il Sole 24 ore oggi. Ne parliamo proprio con Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo Pa Fondazione e Co-fondatore dall Osservatorio Recovery Plan (OREP).

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