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Insegnavano la guerra, volevamo la pace. Una storia di scioperi e donne antifasciste tra guerra e dopoguerra - 07/06/2024 - ore 23:02

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La passione per la pace anima e muove l’azione delle donne perché le donne, come diceva Maria Maddalena Rossi, sanno che dalla salvaguardia della pace dipendono le conquiste sociali, civili politiche. Dal discorso parlamentare che la madre costituente Rossi tiene in occasione dell’8 marzo 1949 si dipana una narrazione a più voci che attraversa gli archivi documentari, fotografici e sonori della Fondazione Memoria della Deportazione e di ISREC Bergamo Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) e porta l’ascoltatore indietro nel tempo, nel cuore della Seconda guerra mondiale. A ottant’anni di distanza dagli scioperi del marzo 1944, un coro di voci femminili li ricostruisce dalla prospettiva delle donne e fa emergere quella passione che le porta a dare corpo dentro la storia all’urgenza della pace e tesse il filo di un impegno delle donne che non si dà mai pace. Jolanda, Maria e Nella, Ines e Regina, Camilla e Teresa, donne che hanno vissuto la dittatura e la sua violenza contro le donne ridotte a custodi della razza, donne che non sono state indifferenti dentro la guerra e hanno rischiato se stesse, donne che hanno dato alla politica la forma delle loro vite. L’intreccio delle loro voci suggerisce la storia lunga delle lotte delle donne, che attraversa il confine di quello che diciamo tempo di pace e tempo di guerra, rimette in discussione la separazione tra sfera pubblica e politica e quella privata e familiare per ritrovare il significato delle parole al di là della retorica dentro l’esperienza e per riappropriarsene “con semplicità e con amore”. E visto che la storia delle donne è sempre una storia di capacità di creare una rete, teniamo a sottolineare che questo podcast dialoga con il video Appassionatamente pacifiste che l’Associazione Nazionale degli Archivi dell’UDI (Unione Donne in Italia) ha preparato per Archivissima 2024: quella lotta intrapresa dal 1947 dalle donne che escono dalla Resistenza e dicono con chiarezza che non si difende la pace con le armi ci sembra una storia che oggi più che mai vada liberata dagli archivi e diventi racconto corale e collettivo. Il podcast sarà trasmesso per la prima volta in onda venerdì 07 giugno alle ore 23 e sarà isponibile anche sul sito piattaforma di Archivissima: www.archivissima.it Un podcast di Fondazione Memoria della Deportazione in collaborazione con Isrec Bergamo e Radio Popolare Testo e ricerca storica di Elisabetta Ruffini Coordinamento di Claudio Jampaglia Montaggio di Niccolò Guffanti Musiche di Emma Baiguera alla chitarra e Roberto Cirillo Zacca alla batteria. Le testimonianze delle protagoniste sono state lette per questo podcast dalle collaboratrici di Fondazione Memoria della Deportazione, Isrec Bergamo, Radio Popolare. Le voci sono di Luciana Bramati, Gabriella Cariani, Laura Fumagalli, Francesca Grioni, Lia Martini, Vanessa Matta, Mara Minuscoli, Cristina Mosconi, Elena Vernetti, Emma Moravchick studentessa del Liceo Cremona Le altre voci sono di Martina Stefanoni e Alessandro Braga.
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La passione per la pace anima e muove l’azione delle donne perché le donne, come diceva Maria Maddalena Rossi, sanno che dalla salvaguardia della pace dipendono le conquiste sociali, civili politiche. Dal discorso parlamentare che la madre costituente Rossi tiene in occasione dell’8 marzo 1949 si dipana una narrazione a più voci che attraversa gli archivi documentari, fotografici e sonori della Fondazione Memoria della Deportazione e di ISREC Bergamo Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) e porta l’ascoltatore indietro nel tempo, nel cuore della Seconda guerra mondiale. A ottant’anni di distanza dagli scioperi del marzo 1944, un coro di voci femminili li ricostruisce dalla prospettiva delle donne e fa emergere quella passione che le porta a dare corpo dentro la storia all’urgenza della pace e tesse il filo di un impegno delle donne che non si dà mai pace. Jolanda, Maria e Nella, Ines e Regina, Camilla e Teresa, donne che hanno vissuto la dittatura e la sua violenza contro le donne ridotte a custodi della razza, donne che non sono state indifferenti dentro la guerra e hanno rischiato se stesse, donne che hanno dato alla politica la forma delle loro vite. L’intreccio delle loro voci suggerisce la storia lunga delle lotte delle donne, che attraversa il confine di quello che diciamo tempo di pace e tempo di guerra, rimette in discussione la separazione tra sfera pubblica e politica e quella privata e familiare per ritrovare il significato delle parole al di là della retorica dentro l’esperienza e per riappropriarsene “con semplicità e con amore”. E visto che la storia delle donne è sempre una storia di capacità di creare una rete, teniamo a sottolineare che questo podcast dialoga con il video Appassionatamente pacifiste che l’Associazione Nazionale degli Archivi dell’UDI (Unione Donne in Italia) ha preparato per Archivissima 2024: quella lotta intrapresa dal 1947 dalle donne che escono dalla Resistenza e dicono con chiarezza che non si difende la pace con le armi ci sembra una storia che oggi più che mai vada liberata dagli archivi e diventi racconto corale e collettivo. Il podcast sarà trasmesso per la prima volta in onda venerdì 07 giugno alle ore 23 e sarà isponibile anche sul sito piattaforma di Archivissima: www.archivissima.it Un podcast di Fondazione Memoria della Deportazione in collaborazione con Isrec Bergamo e Radio Popolare Testo e ricerca storica di Elisabetta Ruffini Coordinamento di Claudio Jampaglia Montaggio di Niccolò Guffanti Musiche di Emma Baiguera alla chitarra e Roberto Cirillo Zacca alla batteria. Le testimonianze delle protagoniste sono state lette per questo podcast dalle collaboratrici di Fondazione Memoria della Deportazione, Isrec Bergamo, Radio Popolare. Le voci sono di Luciana Bramati, Gabriella Cariani, Laura Fumagalli, Francesca Grioni, Lia Martini, Vanessa Matta, Mara Minuscoli, Cristina Mosconi, Elena Vernetti, Emma Moravchick studentessa del Liceo Cremona Le altre voci sono di Martina Stefanoni e Alessandro Braga.
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