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Semaforo kaputt
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Screzi e dispetti da mesi finche, con l’espulsione del suo ministro delle finanze, il Cancelliere Olaf Scholz ha fatto saltare il banco. I socialdemocratici della SPD, il partito di Scholz, mettono così alla porta i liberali della FDP, a cui appartiene il ministro delle finanze Christian Lindner. A questo punto la coalizione “semaforo” fra SPD, FDP e Verdi deve fare i conti con delle elezioni anticipate. Per Scholz si può andare a votare a marzo, dopo un voto di sfiducia a gennaio. Fino ad allora secondo il Cancelliere toccherebbe ai Cristiano Democratici della CDU sostenere il governo. Il leader della CDU, Friedrich Merz, sembra invece puntare su una soluzione più rapida della crisi. Una rapidità dovuta anche alle varie emergenze che il governo tedesco deve affrontare. Dai problemi economici, pensiamo ai tagli annunciati da Volkswagen, alla guerra in corso in Ucraina fino ai rapporti da ricucire con gli Stati Uniti dell’appena rieletto presidente Donald Trump. Non dimentichiamo poi quanto un vuoto di potere a Berlino potrebbe paralizzare l’Unione Europea.
A Modem ne discutono:
Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino di Repubblica
Brunello Mantelli, professore associato di storia contemporanea, Uni Torino
Beda Romano, corrispondente da Bruxelles per il Sole24ore
103 episodi
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Screzi e dispetti da mesi finche, con l’espulsione del suo ministro delle finanze, il Cancelliere Olaf Scholz ha fatto saltare il banco. I socialdemocratici della SPD, il partito di Scholz, mettono così alla porta i liberali della FDP, a cui appartiene il ministro delle finanze Christian Lindner. A questo punto la coalizione “semaforo” fra SPD, FDP e Verdi deve fare i conti con delle elezioni anticipate. Per Scholz si può andare a votare a marzo, dopo un voto di sfiducia a gennaio. Fino ad allora secondo il Cancelliere toccherebbe ai Cristiano Democratici della CDU sostenere il governo. Il leader della CDU, Friedrich Merz, sembra invece puntare su una soluzione più rapida della crisi. Una rapidità dovuta anche alle varie emergenze che il governo tedesco deve affrontare. Dai problemi economici, pensiamo ai tagli annunciati da Volkswagen, alla guerra in corso in Ucraina fino ai rapporti da ricucire con gli Stati Uniti dell’appena rieletto presidente Donald Trump. Non dimentichiamo poi quanto un vuoto di potere a Berlino potrebbe paralizzare l’Unione Europea.
A Modem ne discutono:
Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino di Repubblica
Brunello Mantelli, professore associato di storia contemporanea, Uni Torino
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